Settimana in cui si svuotano i magazzini delle serie in streaming. Fra le centordici uscite segnaliamo le italiane La legge di Lidia Poët e Django e le non italiane Maria Antonietta e Hello Tomorrow!.
Escono
NETFLIX
Tutte le volte che ci siamo innamorati (Spagna, 2023)
dal 14/02/2023
Nel 2021, Irene sta scrivendo una sceneggiatura che racconta la sua relazione con Julio, tizio che ha fatto dentro e fuori nella sua vita per quasi due decenni, sin da quando lei era matricola in una scuola di cinema di Madrid. Flashback! Cresciuta nella provincia di Castellón, ai margini dell'impero, Irene molla il fidanzatino Fer appena prima di partire per la capitale in vista della sua nuova avventura studentesca. Appena arrivata a Madrid incontra i colleghi cinefili che diventeranno i suoi coinquilini tra i quali spicca Da, aspirante sceneggiatore che fondamentalmente passa la vita a interrogare Irene su quale sia il suo film preferito di Almodóvar. Julio invece è uno studente di giurisprudenza pignolo e organizzato che convive con lo sgangherato padre, uno che si gode la vita e non capisce mica tanto il fascino del diritto romano. Tutti insieme (meno il padre farfallone) si trovano, per caso, a vedere l'anteprima di un film. In sala, Irene nota che Julio è l'unico, oltre a lei, a piangere come un vitello alla fine della proiezione. Adesso è determinata a incontrarlo e a chiedergli di essere il protagonista del cortometraggio che sta per realizzare. Fanno conoscenza, vanno insieme alla festa post-première e, all'alba dell'11 marzo 2004, stanno per scambiarsi il loro primo, presumibilmente tumido bacio con la lingua quand'ecco che boom, scoppiano le bombe degli attentati di Madrid e i due giovani invaghiti vengono dirottati dal destino su altri lidi. In pratica la versione spagnola e non sitcom di How I Met Your Mother, solo che la protagonista femminile è una regista e sceneggiatrice quindi il rischio di (ancora più) occhiolini meta è elevatissimo.
La legge di Lidia Poët (Italia, 2023)
dal 15/02/2023
Questa è la maxi-storia di Lidia Poët – spettacolarizzata e agghindata da procedurale con un mistero da risolvere a ogni puntata – la prima donna a entrare nell'ordine degli avvocati in Italia. Grande Lidia! Ma raccontaci, è stato facile come sembra essere donna e avvocato nella Torino a cavallo tra '800 e '900. Eh. Insomma. Succede che Poët si laurea con anticipo e profitto, fa domanda per entrare nell'ordine e viene ammessa dalla commissione giudicatrice con la motivazione che “a norma delle leggi civili italiane, le donne sono cittadini come gli uomini” e pertanto possono praticare come avvocati. Tuttavia, la sua iscrizione viene immantinente annullata dalla corte d’appello di Torino in seguito a un ricorso presentato dal simpaticissimo procuratore generale del regno. Poët porta il caso presso la corte di cassazione che però insiste nel sostenere che “la donna non può esercitare l’avvocatura” A) perché è esclusa dagli uffici pubblici per legge (e così rimarrà fino alla promulgazione della legge Sacchi del 1919) e B) perché le superstizioni, riportate anche nella sentenza, regnano e dicono che “nella razza umana esistono diversità e disuguaglianze naturali” e sarebbe inopportuno che delle donne si unissero “nello strepitio dei pubblici giudizi” ascoltando e discutendo argomenti non idonei alle orecchie di “fanciulle oneste”. In soldoni legulei e in simil-avvocatese: l’uso del genere maschile nella scrittura delle leggi che regolavano la professione aveva carattere escludente, dato che il termine avvocata o avvocatessa non veniva mai usato; e una donna che avesse voluto fare l’avvocata non solo sarebbe risultata inidonea per caratteristiche “naturali”, ma sarebbe anche passata per pulzella disonesta. Dai. Meno male che oggi va meglio, è tutto risolto e se uno vuole scrivere “presidentessa” o “sindaca” nessuno si agita... La serie è fatta dai bei tipi di Groenlandia (in tv: Romulus e Carosello Carosone) e ha per protagonisti Matilde De Angelis santa subito ed Edoardo Scarpetta nei panni del giornalista fascinoso e furbetto.
Red Rose (Gb, 2022)
dal 15/02/2023
Red Rose è una serie horror estiva – lo so che è febbraio, ma questa in patria è andata in onda (su BBC3) lo scorso agosto. Solo che a Bolton, periferia di Manchester nel nord-est dell'Inghilterra, d'estate non è che il clima sia particolarmente più spettacolare del solito. Quindi è tutto giustamente smorto e sbiadito, faccenda piuttosto funzionale per raccontare come si deve questa storia che ha la stessa gioia di vivere della parete del pub locale: mille anni passati a raccogliere i fumi e gli sbratti degli avventori più balordi di sempre che a un certo punto si sono pure inventati il calcio per avere motivazioni ulteriori e raffinare il livello di cafonaggine. Roch è un'adolescente del posto che ha appena finito l'anno scolastico e si appresta ad accogliere le panciolle dell'estate inglese. La ragazza, però, riceve il link per un'enigmatica app chiamata Red Rose. Più ci giochi, promette il programmino, e più verrai premiata. A Roch parte il matto e ci rimane sotto di brutto, giocando notte e giorno e isolandosi sempre di più da famiglia e amici. L'app la ricompensa facendole consegnare regali pazzeschissimi che né lei né il padre vedovo potrebbero normalmente permettersi. Com'è prevedibile, ve l'avevo detto io che siamo in una serie horror estiva, i regali hanno dei vincoli. Il comportamento bizzarro e ossessivo di Roch, inoltre, provoca una profonda spaccatura tra lei e la sua migliore amica Amelia e il conflitto tra le due ha un effetto a catena all'interno del loro gruppo di amici. Insomma serie di drammi teen pesantoni, ma almeno c'è di mezzo un'applicazione assassina – “tutta colpa di questi smartfoni se i ragazzi d'oggi non si guardano più attorno e non sanno più apprezzare la bellezza” disse il vecchio lamentandosi della qualità del cemento appena mescolato dal giovane muratore del suo cantiere di riferimento del giovedì.
La ragazza e il cosmonauta (Polonia, 2023)
dal 17/02/2023
Questo sembra essere il valido tentativo di portare la tristezza di classe polacca fin su nello spazio. So che a leggere Mitteleuropa e “tristezza di classe” nella stessa frase viene subito in mente Carlo Marx, capisco il fraintendimento. Se poi ci aggiungi anche “spazio” partono le foto mentali della bravissima canetta Laika e sono subito lacrimoni. Ma qua per classe intendiamo proprio quella che non è acqua ed è, più probabilmente, vodka Kravna. O Wyborowa. O Zubrovka. O, a sorpresa, Belvedere. Perché, alla fine, gli amici polacchi sono piuttosto bravi a fare delle serie come si deve. Hanno una certa classe. Triste, ma comunque classe. In ogni caso: stiamo cincischiando anche più del solito semplicemente perché i suddetti amici polacchi non ci hanno lasciato molto di cui parlare a proposito di questa serie in uscita. Le premesse raccontano del ritorno di un astronauta, che si riappoggia a terra dopo essere misteriosamente scomparso per 30 anni. Così, senza nemmeno lasciare un post-it sul frigorifero dell'astronave. La riapparizione del cosmonauta perduto riaccende un amore dimenticato; ma soprattutto suscita l'interesse del capitalismo, fortemente determinato a scoprire cosa sia successo all'astronauta in orbita e perché non sia invecchiato nonostante i tre decenni di assenza.
División Palermo (Argentina, 2023)
dal 17/02/2023
In un paese come l'Argentina, io ci credo anche che fanno un po' la fatica – la stessa che facciamo noi, peraltro – con il concetto di politicamente corretto. D'altronde è un posto dove ci sono più discendenti di nazisti scampati a Norimberga che persone in grado di viversi il calcio serenamente. Vuoi provarci tu a dire alla barra brava che sarebbe il caso di usare i pronomi giusti per appellarsi al tifosə avversariə che in quel preciso istante stanno scuoiando vivo? No? Lo immaginavo. È abbastanza logico, dunque, aspettarsi una serie brillante come División Palermo, dove invece che prendere per il culo un giocatore di pallone che si chiama ADOLFO GAICH – biondo ariano classe 1999, soprannominato “il genocida del gol”, storia vera – il tentativo è quello di prendersi giuoco delle idiosincrasie e della miopia di una certa cultura woke fanatica. Tutto assolutamente plausibile e comprensibile. Però, insomma. Forse è il caso di rivedere le priorità? La serie racconta di questa città in cui viene assemblata dal nulla la nuovissima Divisione Palermo, squadra di pattugliamento urbano inclusiva nata come manovra di marketing per migliorare l'immagine delle forze dell'ordine. Ovvero una serie di persone appartenenti a minoranze, messe tutte insieme a fare cose che non sanno fare solo per essere un token di inclusività e progressismo da dare in pasto all'opinione pubblica. Nemmeno i membri della Divisione Palermo hanno ben chiaro quale sia il loro ruolo effettivo; ma nel mentre che tentano di capire questa faccenda qui, si imbattono in una banda criminosa senza avere la minima idea di come si gestisca una situazione del genere. Spero vivamente, almeno, nella presenza di una scena in cui la lesbica del gruppo intorta i malviventi distraendoli con un lungo monologo sull'intersezionalità.
DISNEY+
Mila nel multiverso (Brasile, 2023)
dal 15/02/2023
Per il suo sedicesimo compleanno, Mila riceve un regalo molto speciale. Il cofanetto completo di tutte le stagioni di My Little Pony - L'amicizia è magica, compresi i cortometraggi Sundae, Sundae, Sundae, Starlight the hypnotist e Teacher of the month? Naaa. Uno smartphone nuovo di pacca glitterato e griffato ChiaraFerragni in collaborazione con Dolce&Gabbana e TikTok? Naaa. La cittadinanza svizzera in vista della Terza guerra mondiale? Ma va. A Mila regalano nientemeno che la possibilità di viaggiare avanti e indietro e a destra e a manca attraverso gli infiniti universi paralleli, per poter finalmente andare alla ricerca della madre Elis scomparsa da tempo. Ma Mila scopre presto che la misteriosa assenza di sua madre è solo una fetente premessa che segna l'inizio di una lunga storia e di un viaggio periglioso. Sin da quando Elis ha scoperto che esistono effettivamente infiniti universi in parallelo, infatti, è stata braccata da un misterioso gruppo chiamato gli Operatori. Mila non può che adattarsi a questa sua nuova situazione – ottimo regalo per i sedici anni: diventare il bersaglio di una corporazione che vuole impossessarsi del controllo sul multiverso – ma riceve l'immancabile sostegno degli amici Juliana, Vinícius e Pierre, perché siamo pur sempre in una serie Disney pensata per i ragazzini. Insieme ai migliori amichetti del cuore, Mila percorre l'immensità degli universi paralleli alla ricerca della mamma.
NOW
Maria Antonietta (Francia/Polonia, 2022)
dal 15/02/2023
Questa è sicuramente un'altra maxi storia, ma qua andiamo sull'oleografico patinato e pettinato di quelle produzioni tanto lussuose quanto pedisseque, tanto spettacolari e avvolgenti da vedere quanto poco memorabili. Scusate il giudizio e il pregiudizio tranchant, tagliato giù con la ghigliottina in un certo senso, ma lo penso davvero. Potevamo dare gli stessi soldi a Lynch per fargli fare altre quattro stagioni di Twin Peaks, invece dobbiamo romperci le balle e fare il tifo per Maria Antonietta. Che d'accordo, quella cosa sui croissant al popolo affamato probabilmente non l'ha detta o comunque l'ha detta in un certo contesto. Ma parte del contesto rimarrà sempre che lei e i suoi stavano a Versailles perché Gesù Bambino un giorno è andato da un loro antenato a dirgli “guarda che se speculi e fai abbastanza soldi per avere un esercito con cui fare il prepotente, poi puoi chiamarti re e raccontare in giro che te l'ho suggerito io e passare il titolo ai tuoi figli anche se sono dei debosciati rintronati”. E poi sono io che mi drogo. L'unica speranza è che questa serie franco-polacca l'ha scritta Deborah Davis, già ottima sceneggiatrice di La favorita. In ogni caso Maria Antonietta lascia l'Austria a 14 anni, promessa sposa al delfino di Francia. È una ragazzina testarda ed energetica – che i vecchi zii pedofili con gli occhiali dalla montatura di corno e le lenti a goccia non esiterebbero a definire: una puledra – che si ritrova a dover sottostare alle numerose e complicate regole della corte franzosa. La giovane principessa soffre ed è messa sotto intensa pressione: deve al più presto sfornare un erede Borbone, altrimenti son guai. Una missione più complicata del previsto: pur se il rapporto tra Maria Antonietta e Luigi XVI migliora nel tempo, saranno necessari sette anni affinché riescano a consumare il loro matrimonio. E poi da lì è tutto in discesa, come una testa spiccata dal corpo che rotola sul patibolo. Scusate l'immagine grafica, si è fatta strada senza volerlo. Come una ghigliottina nella nuca di un nobile. Accidenti. È più forte di me. Come disse il collo parlando della lama della ghigliottina.
Django (Italia/Francia, 2023)
dal 17/02/2023
Il film – solo quello originale del '66, scritto (insieme al fratello Bruno) e diretto da Sergio Corbucci – era perfetto. La versione sukiyaki tutta matta di Takeshi Miike del 2007 era, a modo suo, quasi altrettanto perfetta. L'omaggio ipertrofico di Tarantino del 2012 era addirittura piuccheperfetto. Tutta la tonnellata di sequel apocrifi o di western che ne hanno sfruttato il nome solo per far cassa ha fatto il resto e ha saturato il barile fino al fondo. Dunque la domanda è: davvero una serie su Django? Ma davvero davvero? Siamo sicuri? Sono sicuri. D'altronde gli showrunner sono i chiarissimi Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, già autori di Gomorra - La serie e di ZeroZeroZero. Di tv spettacolare, ad alto budget e con afflato internazionale, dunque, se ne intendono più di tutti noi messi insieme. Allora diciamo che la serie si svolge nel vecchio West della seconda metà dell'800. Il pistolero Django arriva a New Babylon, città fondata da John Ellis dove tutti i tipi di emarginati sono i benvenuti, indipendentemente dal loro passato o dalle loro convinzioni. Ma a parte averci un nome che, effettivamente, è già di per sé una promessa di piombo, cosa ci azzecca il nostro Django dalla D muta con questo covo di derelitti e scappati di casa? C'è da dire che, otto anni prima, la famiglia di Django è stata assassinata, ma lui all'epoca si convinse che la figlia Sarah fosse sopravvissuta e da allora la sta cercando in lungo e in largo e anche in alto. La trova a New Babylon, per l'appunto, dove sta per sposare Ellis. Grosso sgarbo, visto che quest'ultimo non ha nemmeno fatto la cortesia di chiedergli la mano della figlia o di proporgli di accompagnarla all'altare. Sarah, oltretutto, prende con poca sportività l'apparizione del padre – non propriamente uno stinco di santo – e gli indica l'uscita più vicina. Manco a dirlo, Django non sente ragioni e fa quella cosa che fanno nei western quando si mettono la giacca dietro una chiappa e sgrullano le dita a poca distanza dalla pistola dentro alla fondina.
PRIMEVIDEO
La testa di Joaquin Murrieta (Messico, 2023)
dal 17/02/2023
Nato forse a Hermosillo, forse ad Álamos, ma quasi sicuramente nello stato nerdmessicano del Sonora (Sei un viaggio che non ha né meta né destinazioneee),
il gran visir Joaquin Murrieta Carrillo è stato uno dei protagonisti della corsa all'oro nella California di metà '800. Se lo chiedi a un messicano, Murrieta è stato il Robin Hood de nosostros. Dopo aver scoperto un florido filone d'oro, infatti, Joaquin sarebbe stato preso di mira da un gruppo di bianchi, che impiccano suo fratello, stuprano sua moglie e frustano a sangue lui, che per tutta risposta giura vendetta, tremenda vendetta, intraprendendo una breve ma sanguinosa carriera da giustiziere di anglosassoni prepotenti e aguzzini. Se lo chiedi a un americano – uno dei pochi che abbiano contezza della disciplina accademica nota come “Storia” – Murrieta è stato invece il boss di una banda di briganti messicani che terrorizzava i poveri coloni della California con i suoi atti da selvaggio bevitore di sangue e mangiatore di pancreas. O qualcosa del genere. In tutto questo, però, c'è un grosso MA. La figura di Murrieta è stata quasi bypassata dalle cronache storiche, entrando direttamente nel mito grazie a un romanzaccio avventuroso dedicato alle sue gesta, pubblicato già nel 1853 (lo stesso anno della presunta morte di Robértino Capucha) da John Rollin Ridge. Il quale, per inciso, era nipote del capo Cherokee Grande Cima. Che non c'entra niente, ma mi faceva piacere dirlo. E niente, in Messico hanno fatto una serie su tutto questo ambaradan. Bravi loro. Un po' meno io che ho scritto ambaradan, ché oggidì non sarebbe più il caso di dirlo.
APPLE TV+
Hello Tomorrow! (Usa, 2023)
dal 17/02/2023
Si chiama retrofuturismo ed è quella capriola artistica di immaginarsi, esteticamente parlando, un futuro che però ha anche elementi del passato. In pratica la nostalgia canaglia definitiva; o solo uno sguardo immaginifico sul futuro che, per forza di cose, è influenzato da conoscenze pregresse. Pensa solo a film come Metropolis, a serie animate come I Pronipoti o a videogiochi come Fallout. Ecco, il retrofuturismo è l'unica cosa che riesce a mettere nella stessa frase Fritz Lang, Hanna-Barbera e un videogioco di ruolo ambientato in un futuro post-apocalittico ma con l'estetica degli anni '50 statunitensi. E adesso al gruppo si aggiunge la nuova dramedy targata Apple TV+, quella in cui Billy Crudup si baccalaurea in serie tv prendendosi il suo primo ruolo da protagonista assoluto, ben meritato dopo i fasti da deuteragonista in Gipsy e The Morning Show. Qui fa il responsabile regionale della Brightside Lunar Residences, azienda che impiega commessi viaggiatori che vanno di città in città e di casa in casa a cercare di vendere multiproprietà lunari. Avete letto bene – multiproprietà lunari – e non saprei come dirlo meglio. Billy Crudup, che nella serie si chiama Jack Billings, è il migliore di tutti a fare il lavoro che fa, è carismatico, convincente, caloroso ma anche, quando serve, spietato. Jack sembra perfetto, ma sappiamo tutti come va a finire – sempre e comunque – una frase che inizia con “sembra perfetto”. Si scopre che Billings ha abbandonato la famiglia anni prima e quando viene a sapere che l'ex moglie è finita in ospedale, decide di rispolverare il rapporto con il figlio diciannovenne Joey e convincerlo a seguire le orme paterne nel magico mondo della vendita porta a porta retrofuturista. Il figlio diciannovenne Joey non è molto d'accordo e nicchia. Bill insiste, cercando nel frattempo di continuare ad abbindolare gente triste e sola per vendere loro il diritto a passare due settimane all'anno in un appartamento sulla Luna con un piscina esterna che l'amministratore di condominio non fa pulire da quella volta che Buzz Aldrin ci ha fatto la pipì dentro per sfregio.
Escono anche:
Love Me (Australia, 2021) - dal 14/02/2023 su Paramount+: una miniserie australiana piuttosto agile – sei episodi da mezz'ora l'uno – che parla di drammi da tinello ed è il remake di una miniserie svedese di drammi da tinello svedesi che si intitola Älska mig. Nel cast di questo rifacimento c'è anche Hugo Weaving, che interpreta il padre di famiglia borghese appena rimasto vedovo dopo l'annunciata morte della moglie disabile e che ora deve riallineare la propria vita con l'aiuto della figlia e del figlio.
#NoFilter (Brasile, 2023) - dal 15/02/2023 su Netflix: serie comica brasiliana su una ragazza che lascia gli studi per diventare influencer. Ha un hashtag per titolo.
Regine dell’Africa: Njinga (Usa, 2023) - dal 15/02/2023 su Netflix: docudrama sulla regina Nzinga di Ndongo e Matamba (l'attuale Angola) e sulle sue lotte contro i colonizzatori portoghesi. Senza offesa, ma si fa prima a leggere la pagina di Wikipedia. Anche perché il pathos è più o meno quello.
La prima volta (Colombia, 2023) - dal 15/02/2023 su Netflix: Colombia 1976. Per modernizzare il paese, le scuole maschili vengono aperte anche alle ragazze. Eva è la prima rappresentante quella strana specie aliena a varcare la soglia del liceo Jose Maria Foresta di Salsicce, dove si incapriccia seduta stante di Camilo, il nerd più nerd della scuola. Decide di portarlo a vedere La febbre del sabato sera. Film che però, nella realtà, sarebbe uscito nel 1977. La Fin.
Saving My Stupid Youth (Giappone, 2014) - dal 15/02/2023 su Netflix: per motivi burocratici, una scuola maschile buddista e una scuola femminile cattolica stanno per unirsi in un unico istituto (Cattobuddista? Buddaolico?). Un professore e una professoressa belli come modelli dovranno accorpare le rispettive classi e ne approfittano per fraternizzare, fors'anche biblicamente. Non prima, però, di essersi stati un po' antipatici.
The Full-Time Wife Escapist (Giappone, 2016) - dal 15/02/2023 su Netflix: una 25enne laureata è costretta dal capitalismo ad accettare un lavoro come governante di un 36enne. Buffi casi della vita costringeranno i due a sposarsi. Matte risate.
Dearest (Giappone, 2021) - dal 16/02/2023 su Netflix: Rio Sanada ha 30 anni e fa l'amministratrice delegata di un'azienda farmaceutica grazie alle raccomandazioni della madre. Rio Sanada assiste a una serie di omicidi collegati a un caso di persona scomparsa risalente alla sua infanzia al villaggio. Tre avvocati giungono in sua difesa, coadiuvati da un detective che da ragazzo amava Rio Sanada. Probabilmente la risoluzione del mistero è che Her name is Rio and she dances on the San(a)d(a).
Story of my family!!! (Giappone, 2021) - dal 16/02/2023 su Netflix: gli strani membri della famiglia Miyama – fra cui spiccano un wrestler e un vecchio mezzo yakuza – tornano a vivere insieme dopo un sacco di tempo. Matte risate e tre punti esclamativi (tre!!!) nel titolo.
Tornano
PRIMEVIDEO
Carnival Row (Usa, 2019) - seconda stagione dal 17/02/2023
Quanto alto fosse il tasso di locura fantasy in Carnival Row, in una scala da zero a La storia fantastica, era chiaro già a conoscere gli sceneggiatori e i due protagonisti della serie. Carnival Row l'hanno scritta Travis Beacham e René Echevarria, più celebri rispettivamente per i campioni di sobrietà Pacific Rim e Teen Wolf. I due protagonisti invece sono Orlando Bloom, che ha passato buona parte della sua vita adulta conciato come un elfo, e Cara Delevingne che si è fatta le ossa come attrice (yeuch) agitandosi nei panni dell'Incantatrice di Suicide Squad. La conferma definitiva che il livello di divertimento (e di sottigliezza) è più o meno quello del circo Togni, arriva dai nomi dei personaggi che Bloom e Delevingne interpretano nella serie: il detective Rycroft Philostrate, detto Philo, che indaga sulla serie di omicidi che sta terrorizzando la sua vittoriana cittadina; e la ribelle Vignette Stonemoss, che aiuta i suoi compatrioti fate e fauni rifugiati, in fuga dalla loro patria piagata dalla guerra.
Star Trek: Picard (Usa, 2020) - terza stagione dal 17/02/2023
(avevamo parlato della seconda stagione qui)
NETFLIX
Rapinatori: La serie (Francia, 2021) - seconda stagione dal 17/02/2023
(avevamo parlato della prima stagione qui)
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Mare fuori (RaiPlay) 🥑
Un avocado di stima a Mare fuori, la serie di cui adesso avete sentito parlare anche voi perché la Crescentini ha fatto il salto dello squalo definitivo e, direttamente dal cast di Boris, è finita sul palco di Sanremo a dire cose tutte (giustamente) emozionate. A vederlo, viene anche fuori che Mare fuori è un buon compromesso. Che non vuol dire che sia una buona serie. Ma è un buon compromesso tra il vecchio linguaggio televisivo (quello della quantità prima della qualità) e il nuovo linguaggio televisivo. Non riesco ancora a capire se sia un onesto accenno di evoluzione da parte della RAI. O se sia solo un vano tentativo del servizio pubblico di fare come Burns quella volta che si è travestito da liceale.
O come direbbe Steve Buscemi in questi casi: How do you do fellow kids?
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN: Nolly
Pilota: Pilota 7x04
La recensione della settimana: Call My Agent: Italia
Come nacquero i vampiri
Dalla Cina con sospetto
Prolifico David E. Kelley
Espandere Expanse
Matilda, non Matilde