Fuori le serie! 🛋️ #126: Mamma li (sceneggiati) turchi
Fuori le serie!
- di Nicola Cupperi -
#126 - Mamma li (sceneggiati) turchi
Ciao ,
questa è Fuori le serie!, la newsletter di Film Tv che ti segnala tutte le serie che partono, tornano o ricominciano in streaming ogni settimana.
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È una settimana in cui gli italiani fanno remake di serie altrui (Vostro onore e Noi) e i turchi si sbizzarriscono con la fantastoria. C'è del materiale con cui sollazzarsi.
Gente che ha appena iniziato
NETFLIX
Mezzanotte a Istanbul (Turchia, 2022)
dal 03/03/2022
Viaggi nel tempo! Protagonisti sciocchini! Agatha Christie e i misteri! Atatürk e la resistenza! Il tutto tratto da un saggio sulla Istanbul storica pubblicato da un professore statunitense di relazioni internazionali (?!). Già così, Mezzanotte a Istanbul potrebbe essere considerata la serie più matta dell'anno e ci sarebbero molti buoni motivi per vederla solo per il gusto di premiare certa follia. La storia è quella dell'ambiziosa ed energetica giornalista Esra, tanto casinara quanto appassionata e romantica sognatrice, che desidera poter risolvere grandi misteri indagando per i suoi articoli ma nel frattempo deve accontentarsi di scrivere una marchetta per il 130° anniversario del Pera Palace Hotel, il più antico albergo all'europea di Istanbul, eretto come rifugio di lusso per i nababbi appena arrivati in città con l'Orient Express. Esra fa amicizia con il direttore del Palace, Ahmet, visita la camera 411 che fu di Agatha Christie – e in cui, leggenda narra, ella scrisse quasi tutto Assassinio sull'Orient Express – viene ospitata per la notte vista la tempesta calata in città, scopre che con la chiave giusta la camera 411 è anche un varco temporale che si apre sul 1919 e che da anni viene protetto da Ahmed, si aggira per il 1919 ignara e goffa, pasticcia con la storia, e infine è costretta a sostituire l'amata di Atatürk (di cui è inspiegabilmente sosia) per salvargli la vita da un attentato e permettere che la rivoluzione contro l'occupazione degli Alleati si svolga come previsto. È praticamente una serie fantasy, con tutte le civetterie e le implausibilità di una serie fantasy, ma in cui la posta in gioco è presa direttamente dai libri di storia. Abbiamo concesso agli americani Abramo Lincoln cacciatore di vampiri, direi che i turchi hanno tutto il sostegno del caso con la loro giornalista pasticciona viaggiatrice nel tempo che salva la nascita della moderna Turchia.
Frammenti di lei (Usa, 2022)
dal 04/03/2022
Salve signora Toni Collette, ben trovata. Come posso servirla? Come dice? Due chili di thriller fresco? Subito signora. Senta, ho fatto due chili e mezzo. Lascio? Lascio. Allora ascolti qua: le facciamo interpretare una donna che si chiama Laura, che vive nella cittadina più microscopica e noiosa di tutta la Georgia insieme alla figlia trentenne Andy (annoiata centralinista dell'annoiata polizia locale), e che lavora come logopedista con i veterani di guerra. Famiglia normale, vita normale, lavoro normale: personaggio normale, giusto? Eeeh signora mia, sapesse. Poi, un bel giorno, Laura la mandiamo al ristorante con Andy a festeggiare il di lei compleanno e BUM, dal nulla spunta un sacripante che apre il fuoco sui commensali uccidendo tre persone. Lei però, per salvare l'adorata figlia, interviene e ferma abilmente il marrano, venendo immortalata da diversi smartphone e avendo la sfortuna di diventare virale, attirando l'attenzione di alcune brutte persone da cui lei, in quanto Laura, si stava sapientemente e da tempo nascondendo. Ma si chiama davvero Laura il suo personaggio? Eeeh signora mia, sapesse. E anche Andy, se solo sapesse. Ma lei, Andy, in realtà vorrebbe fortemente sapere. Tanto da mettersi a indagare sulla faccenda, provocando questi flashback degli anni 80 in cui, tassello dopo tassello, andremo a scoprire i misteri del passato di Laura. O come cavolo si chiama. Ed è tutto tratto da un romanzo bestseller (Pieces of Her) pubblicato da Karin Slaughter nel 2018. Come le sembra, signora Collette? Come dice? C'è dell'entusiasmo? Ottimo. Assunta.
Ritmo selvaggio (Colombia, 2022)
dal 02/03/2022
Volevo fare il birbante e sbertucciare questa serie colombiana ricordandole che Honey è uscito nel 2003 già fuori moda e che certa roba di ballerine con i pantaloni bracaloni l'abbiamo collettivamente superata, per fortuna; ma poi la vita me l'ha rivangata in quel posto, visto che l'ultimo film di Step-Up è del 2014, e oltretutto si sono pure inventati una serie tv che va avanti dal 2018 e ha pronta una terza stagione. Quindi proseguiamo con questa ciclica exploitation dei sogni danzerini rappusi dei giovani con il cavallo basso che poi vanno a riempire le tasche di Maria De Filippi. Laggiù in Colombia, per non saper né leggere né scrivere, mettono tutto insieme nello stesso calderone: Flashdance, Save the Last Dance, Honey e Il cigno nero. Due protagoniste. Da una parte l'operaia siderurgica che balla per pura passione insieme al suo gruppo di ragazze del ghetto yo. Dall'altra una promessa della danza contemporanea osteggiata dalla madre (che la vorrebbe studentessa) e dal nuovo coreografo della sua compagnia (che la schifa a pelle e non ha nemmeno tutti i torti), la quale balla per ambizione e deve trovare un modo più appassionato e meno robotico per esprimere la sua arte. Le due ragazze si scontrano, gli antipodi sociali culturali e ballerini che dialogano fra mille incomprensioni, i fraintendimenti, i tradimenti, i ragazzi che si mettono di mezzo, le famiglie che non ci sono e se ci sono non capiscono, le difficoltà che sembrano insormontabili e un sacco di musica veramente tamarra: queste le mie educate previsioni per Ritmo selvaggio. Se qualcuno ha tempo di finirla, faccia sapere com'è andata.
Lies and Deceit (Spagna, 2022)
dal 04/03/2022
Questo è un remake spagnolo di una serie inglese che è durata due stagioni – di cui la seconda neanche si è mai vista in Italia – e che si è chiamata Liar - L'amore bugiardo. L'unica differenza è che al posto di Londra c'è Palma di Maiorca, quindi fa un po' più di caldo, c'è un po' più di sole e di vento, e l'aria ricca di salsedine dovrebbe permettere un regime di vita generalmente più salubre. Per il resto la serie è quella che si erano inventati i fratelli Harry e Jack Williams, una coppia di buonanime inglesi che tende a deprimersi molto scrivendo storie di bambini rapiti (The Missing) o, come in questo caso, di primi appuntamenti finiti quasi sicuramente in stupro. È la storia di Laura Munar, insegnante di scuola superiore brillante e capace che è appena tornata gioiosamente single. Ed è la anche storia di Xavier Vera, chirurgo di fama e vedovo da svariati anni, il cui figlio è alunno di Laurie. I due si incrociano, si annusano, si approvano e concordano un primo appuntamento e tutto andrà bene, giusto? Sbagliato, perché il giorno dopo le versioni dei due protagonisti differiscono e non di poco: è stata la serata idilliaca che descrive Xavier, oppure il buio alcolico e drogato culminato con lo stupro che racconta Laura? Da qui in avanti parte tutto un carrozzone melodrammatico e scivoloso di verità, bugie, colpi di scena, ribaltamenti di fronte e tanta altra deprimente farina del sacco di Harry e Jack Williams.
PRIME VIDEO
The Boys Presents: Diabolical (Usa, 2022)
dal 04/03/2022
Sentite congratulazioni ai ragazzi di The Boys. Che non solo sono gli unici Boys a non sfigurare di fronte a quelli di Sabrina Salerno, ma sono anche riusciti a scagliare il loro franchise multimediale in un iperuranio finora raggiunto solo da sotto-faccende Disney tipo la Marvel o Star Wars. Un successo che è partito dal fumetto, è passato dalla serie (di cui si attende la terza stagione) che ha reso celebre retroattivamente il fumetto, e adesso plana nella bambagia delle serie antologiche che aggiungono poco nulla al canone narrativo ma che vengono comunque grandemente consumate e apprezzate dai fans. Facciamo senza la premessa su The Boys, che tanto se vi manca non la recuperate mica a partire da un'antologia animata di cui cogliereste solo una frazione del senso. Basti sapere che è un mondo nietzschiano in cui esistono i superpoteri e, sotto sotto, più o meno nessuno li usa per fare cose simpatiche o eroiche. Diabolical prende questo mondo tutto matto e pieno di budelle in piena vista, isola otto storie rapide (da 12 minuti l'una) e tangenti alla narrazione della serie principale, le anima come se fossero uscite dal fumetto originale e crea un passatempo mica male per tutti quelli che stanno aspettando la terza stagione di The Boys con la bava alla bocca. Praticamente un What If...?, ma più divertente e con la gente che esplode.
STARZPLAY
Shining Vale (Usa, 2022)
dal 06/03/2022
Il primo che dice «e chi se l'aspettava che Courteney Cox e Greg Kinnear e Mira Sorvino fossero ancora vivi» si prende uno scappellotto per il modo subdolo con cui fa apologia di presenzialismo: in un mondo in cui se non appari sembra che non esisti, non è detto che gli attori bolliti siano morti o depressi quando smettono di essere in video – o se non smettono di essere in video, ma appaiono solo in prodotti infelici e visti da sette persone. Magari si sono dati al giardinaggio e sono felicissimi. Magari hanno una famiglia amorevole la cui approvazione è sufficiente per il loro benessere mentale, senza andare alla ricerca di quella di milioni di sconosciuti dal giudizio tranciante e dalla fedeltà scostante. Tutto può essere. Detto questo, auguri a far atterrare senza disastri questa serie qui, in cui il carrello degli adorabili bolliti si riunisce per mettere in scena quella che è stata definita con sprezzo del pericolo dai suoi stessi autori come una variazione brillante sul tema di Shining. Uh. Nello specifico Cox interpreta Pat, autrice di romanzacci pruriginosi per signore dalla vita sessuale stantia, la quale vive con un bel po' di tristezza addosso. Non solo quella. Di mezzo c'è anche un fastidioso blocco della scrittrice che la preoccupa non poco. Dopo aver messo le corna al marito Greg Kinnear, decide che c'è un modo ancora più costoso e pericoloso per agitare la sua insoddisfacente esistenza: convincere l'intera disfunzionale famiglia che è il caso di cambiare casa, magari traslocando, perché no, in un posto infestato dai fantasmi.
RAIPLAY
Vostro onore (Italia, 2022)
dal 28/02/2022
Da un'idea di Stefano Accorsi, ecco il remake Rai di quella serie con Bryan Cranston e Michael Stuhlbarg (mamma che sultano Michael Stuhlbarg), a sua volta remake di una serie israeliana che nessuno di noi ha visto. Da un'idea di Stefano Accorsi che non è un'idea di Stefano Accorsi, la storia che nell'originale era ambientata a New Orleans (e nell'ancor più originale a Be'er Sheva) viene tradotta a Milano, per dar modo a Stefano Accorsi di sfruttare il suo accento meneghino. L'accento meneghino di Stefano Accorsi è la seconda peggior cosa mai successa al mondo degli accenti, superata solo da un veneto che cerca di imitare un napoletano. La storia è sempre quella – figlio adolescente di giudice integerrimo vedovo investe coetaneo e scappa; coetaneo è parente stretto di gente del malaffare un tempo sbattuta in galera dal giudice integerrimo vedovo; il giudice integerrimo vedovo decide di fare le acrobazie morali e anche letterali per insabbiare la faccenda – e Stefano Accorsi non si inventa niente, se non nuovi modi per recitare con intenzità anche la scena in cui carica la moka del caffè. Le idee di Stefano Accorsi non sono sempre buone, ma sono spesso remunerative: l'originale a cui si è ispirato (e anche l'ancor più originale israeliano) ha già una seconda stagione in canna. Presto, su tutti gli schermi coperti dal canone: Vostro onore 2 - Di chi era l'idea? E tutti in coro: di Stefano Accorsi.
Noi (Italia, 2022)
dal 06/03/2022
Da che mondo è mondo, è molto più semplice intristire un pubblico che farlo divertire. Ne sa qualcosa Dan Fogelman, sceneggiatore e produttore generato in vitro da Disney in una delle loro molteplici colture idroponiche di creativi. Egli si è fatto le ossa sul grande schermo come co-autore o soggettista (Cars, Cars 2, Bolt, Rapunzel) e ha fatto il salto di qualità diventando showrunner per la tv sotto l'egida di ABC, il braccio armato televisivo di Topolino. Per i suoi primi due tentativi televisivi, Fogelman ha scelto formati e generi brillanti come la sitcom (Vicini del terzo tipo) o il fiabesco-musicale (Galavant), fallendo in entrambi i casi. Finalmente, stufo degli insuccessi, ha abbandonato il grembo materno Disney ed è passato a NBC, ma sopratutto alla tragedia. E la gente ama le tragedie. This Is Us, nonostante racconti con pudore altalenante una serie di sfighe nemmeno normali affogate in una quantità ragguardevole di lacrime, è diventata all'istante una serie di culto in America, garantendosi il rinnovo fino alla sesta stagione. Quello, e svariati remake internazionali geolocalizzati. Il rifacimento italiano firmato mamma Rai, con lo zampino del baobab degli sceneggiatori nostrani Sandro Petraglia, arriva ottimo quarto in ordine di produzione dopo quello turco, quello olandese e quello franco-belga. Diretta da Luca Ribuoli (Speravo de morì prima), la versione italiana ha per protagonisti, nei ruoli che furono di Milo Ventimiglia e Mandy Moore, Lino Guanciale e Aurora Ruffino. Conoscendo l'originale, e con l'indizio aggiuntivo della penna di Petraglia (già co-autore di La meglio gioventù), è possibile fare una previsione abbastanza precisa: Noi sarà un grande affresco dell'Italia di oggi e anche un po' di quella di ieri, avendo a cuore di non dimenticare la grande tradizione stilistica italiana del dramma da tinello.
NOW
Hotel Portofino (Gb, 2022)
dal 28/02/2022
Ci siamo finiti anche noialtri in mezzo a questa fotta per le serie d'epoca oleografiche e pettinate in cui gli inglesi fanno gli inglesi all'ennesima potenza e tutti dicono: ma che affascinanti questi inglesi così distaccati e così british e di nuovo così affascinanti, ma allora dico io se vi piacciono così tanto questi inglesi com'è che l'Impero l'avete boicottato e avete abbandonato la Regina a fare la dog-sitter a un branco di corgi? E invece no. Dopo una settimana di Covid in cui abbiamo bingiato sei stagioni di Downton Abbey sogniamo a occhi aperti e ammiriamo i nobili inglesi tutti sprezzanti e impeccabili, ma poi vogliamo pure la democrazia e la libertà di parola. Le due faccende non c'azzeccano. Ci siamo finiti anche noialtri in mezzo a questo elegante bailamme, ed è successo per colpa del romanziere J. P. Connell, che lo scorso dicembre ha pubblicato il dramma storico Hotel Portofino; il quale dramma storico è stato praticamente subito adattato in omonima serie, tanta è la sete di sceneggiati in cui gli inglesi fanno gli inglesi ricchi e padroni del mondo conosciuto, ma lo fanno con magistrale aplomb. Come si evince dal titolo, stavolta gli inglesi non se ne stanno nel loro e sbarcano in Liguria all'inizio degli anni 20 con il preciso scopo di aprire un albergo di lusso (ovvero: all'inglese) e insegnare alla barbara nobiltà indigena come ci si comporta tra gente civilizzata e di un certo livello. Succederanno cose, ci saranno amori che nascono e che finiscono, sogni infranti, famiglie disfunzionali e, sullo sfondo, un Mussolini che si appresta a compiere i turpi misfatti che l'hanno fatto entrare nella Storia dalla parte sbagliata: instaurare la dittatura e sdoganare la crapa pelata.
Gente che ancora non ha finito
NOW
Ippocrate: specializzandi in corsia (Francia, 2018)
seconda stagione dal 01/03/2022
Dramma medicale! È sempre bello avere a che fare con il dramma medicale, forse uno dei sottogeneri inutili per cui è più divertente provare del giustificato astio. Non tanto perché i tentativi di rendere romantico, poetico ed eroico un particolare mestiere – che nel caso specifico è soprattutto sangue, merda, trivialità e burocrazia come tanti altri – risultano spesso pacchiani e pornograficamente melodrammatici; ma soprattutto perché, porco dottor House, sono praticamente sempre tutti uguali. Cos'ha da dire in più questa serie qua? Non lo so mica con certezza, ma credo proprio niente. Insomma, cos'ha di nuovo questa serie qui? Che mette di mezzo Ippocrate? Sono piuttosto sicuro, qui sì invece, che se lo stimato Ippocrate si ritrovasse davanti a un televisore per guardare un dramma medicale francese direbbe qualcosa del tipo: “OH PER ASCLEPIO! Che stregoneria è mai questa? Perché da questa tavoletta di pietra scura fuoriescono delle immagini in movimento? ZEUS PRENDIMI PRIMA CHE ADE MI RECLAMI” ma lo direbbe in greco antico e nessuno lo capirebbe, fraintendendo le sue urla confuse per una feroce critica alla serie. Specializzandi in corsia è uscita in Francia nel 2018, ma comunque parte dal presupposto che ci sono dei dottori in quarantena. Si può dire che sia una serie che porta sfiga? Non lo so, ma nel dubbio abbiamo insinuato il dubbio. Questi dottori costretti in quarantena lavorano in un nosocomio – il Raymond-Poincaré di Parigi, nel caso in cui vorreste andare a visitare. Perché è giusto no? Se uno va a Parigi, va a visitare l'ospedale di una serie tv – che, peculiarmente, avrebbe bisogno di quegli stessi dottori per funzionare. Vista la mala parata, l'intero reparto di medicina interna viene consegnato nella mani di quattro specializzandi (tre internisti e un medico legale) cui spetta l'improbo compito di tenere le redini della situazione per le 48 ore in cui i loro mentori saranno costretti all'isolamento. Ma cosa succede se la quarantena viene all'improvviso prolungata? Succede che 'sta serie va avanti ancora pure se nessuno gliel'ha chiesto e in Francia stanno già producendo la terza stagione.
APPLE TV+
Central Park (Usa, 2020)
seconda stagione dal 04/03/2022
Bob's Burger, qua da noi, è solitamente derubricata come la cuginetta sfigata dei Simpson. Quella che, al ritorno da scuola, in tv la guardavi solo se dovevi distogliere lo sguardo dalla puntata dei Griffin in cui fanno a gara di vomito. Che insomma, appena dopo pranzo le gare di vomito fanno la loro impressione. In America, invece, ha avuto ben altro successo. Lo si capisce – oltre che dalle dieci stagioni già realizzate, con un'undicesima in arrivo, e un film per il cinema previsto in uscita ad aprile 2021 – dalla reazione alla notizia che Loren Bouchard, creatore e co-sviluppatore (insieme a Jim Dauterive) di Bob's Burger, aveva pronta una nuova serie animata (scritta insieme al cocco della Disney Josh Gad) intitolata Central Park e sempre prodotta da Fox. Si è scatenata un'asta rabbiosa per i diritti di distribuzione, vinta da Apple – il cui rappresentate ha battuto quelli di Netflix e Hulu in un triathlon per ricchi all'ultimo sangue: dressage, croquet e polo. Ma cos'è che rende Central Park così appetibile? Dice che è un cartone che racconta dei Tillerman, mamma babbo figlio figlia, famiglia multirazziale custode del più celebre parco pubblico di New York. Dice che la suddetta famiglia è l'ultimo baluardo che si erge fra Central Park e una vecchia palazzinara senza scrupoli (nell'originale doppiata da Stanley Tucci) che vorrebbe comprarselo e cementificarlo. Dice che in Central Park, il cartone, si canta moltissimo; abbastanza da fargli meritare il genere di commedia musicale. A quanto pare Apple vuol cominciare a propinare cartoni animati a tutti quei trenta/quarantenni liberal newyorchesi che sentono la mancanza di Broadway, rimasta con le serrande abbassate per un buon tot causa coronavirus.
Dear... (Usa, 2020)
seconda stagione dal 04/03/2022
C'è un meccanismo pervicace nel marchingegno dell'intrattenimento, uno stratagemma ricattatorio del cui contesto si potrebbe discutere per ore e ore ma che per semplicità può essere ridotto a «Quando in un film e in una serie ti fanno vedere in faccia la vera persona da cui è tratta la storia molto toccante che hai appena visto». A voler essere buoni è un modo per ancorare il pubblico (più di quanto non possa fare la classica scritta “Tratto da una storia vera”) alla realtà che la finzione racconta. A voler essere sinceri, invece, è un modo per costringere emotivamente il pubblico a spendere quell'empatia che altrimenti, solo con attori scrittori e messa in scena, non si è riusciti a far ingranare. Dear... è la versione ultra-professionale e portata all'estremo di quella tecnica qui, l'estrema manipolazione dell'emozione altrui. D'altronde, il concetto di questa docuserie è ispirato alla pubblicità di Apple Watch intitolata Dear Apple, in cui alcuni clienti soddisfatti scrivono a Tim Cook per raccontare come la sua società abbia cambiato in meglio le loro vite. Sentimenti che vendono prodotti. Il caso di Dear... è più umano di così. Ogni episodio è ispirato a una figura celebre nel suo campo (e non a uno smartwatch...) che ha influenzato la vita della gente. Il risultato sono dieci biografie raccontate attraverso il filtro dei membri del pubblico, i quali descrivono i modi in cui sono stati ispirati dai vari protagonisti in lettere indirizzate direttamente a loro, e da loro lette a favore di macchina da presa. In questa seconda stagione si alternano come protagonisti Billy Porter, l'attivista pakistana Malala, il surfista Laird Hamilton, Jane Fonda, Viola Davis, Sandra Oh, il recentemente scomparso André Leon Talley (stilista, giornalista di moda e direttore creativo), Ava DuVernay e Kareem Abdul-Jabbar.
PRIME VIDEO
Star Trek: Picard (Usa, 2020)
seconda stagione dal 04/03/2022
La famiglia di Star Trek: Picard è intesa in senso piuttosto ampio e romantico, pieno di quell'ottimismo che avrebbe reso felice Gene Roddenberry, creatore di Star Trek e dunque firmatario di uno dei testi di fantascienza più importanti e influenti del '900. La famiglia, in questo caso, è composta dai milioni di trekker di nuova e vecchia generazione, che attendono ogni nuova uscita relativa al loro universo narrativo di riferimento con fede religiosa – risultato bizzarro per Roddenberry, che più di tutto credeva nel potere di crescita che hanno l'umanesimo, la logica e il rigore scientifico, opposti alla superstizione e al fanatismo che limitano la visione e l'evoluzione umana. Vale anche per Star Trek: Picard, che Prime Video distribuisce una puntata alla settimana ricalcando il rituale liturgico della messa; e vale a maggior ragione se teniamo conto che la nuova serie creata da Kirsten Beyer, Akiva Goldsman, Michael Chabon e Alex Kurtzman va a ritrovare uno dei personaggi più amati dai trekker, colui che nel 1987 (a partire da The Next Generation) sostituì il capitano Kirk sulla plancia dell'Enterprise, nonché colui che non compariva sugli schermi dai tempi di Star Trek: Nemesis (2002): il capitano Jean-Luc Picard. O meglio, ex capitano. In questa nuova evoluzione dell'universo narrativo di Roddenberry, Picard è ancora scosso dal sacrificio dell'amico Data (è successo in Nemesis) e ha deciso di abbandonare la sua carriera nella Flotta Stellare per via di una serie di divergenze con le politiche della Federazione dei pianeti uniti, compresa la rigida posizione ufficiale sui rifugiati romulani e sulle forme di vita sintetiche, bandite in seguito a una rivolta su una colonia marziana. Picard si gode, più o meno, la pensione nel vigneto di famiglia in Borgogna, quando riceve la visita di una misteriosa ragazza di nome Dahj, che ha bisogno del suo aiuto: lei e il suo ragazzo sono stati vittima di un tentato assassinio, durante il quale Dahj ha improvvisamente scoperto di possedere conoscenze e abilità che non prima sapeva di avere e che ora non sa come gestire. Picard sospetta che la ragazza possa essere figlia di Data, e decide di andare in fondo al mistero.
- questa rubrica settimanale esce il venerdì per consigliarti come distruggerti di binge watching intensivo durante il fine settimana -
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Fedeltà (Netflix)
Tutte le scatolette di pelati scadute del mondo a Fedeltà. Che non è una bella serie. Avevo promesso che l'avrei abbandonata e non l'ho fatto. Ho proseguito. L'ho terminata. Avevo ragione a non volerla finire, e adesso non dovrei avere il diritto di lamentarmi. Invece lo faccio. Ecco, quel brivido di fastidio che vi ho appena regalato è esattamente lo stesso provocato da ogni singolo momento di Fedeltà.
Non c'è nulla che ti convince, tra le serie di questa settimana? Prova una S01! Una prima stagione da recuperare nel weekend. Questa settimana...
[Disney+]
Nel 2021, dopo un anno di pausa forzata dovuta all’emergenza sanitaria, in molte città si è potuto tornare a celebrare il Pride, l’insieme di manifestazioni legate all’orgoglio LGBT convenzionalmente collocate in giugno; la data ricorda i moti di Stonewall del 1969, tappa cruciale nel movimento per la lotta per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e trans. La miniserie targata FX/Hulu, però, inizia da molto prima, dagli anni 50, per tracciare un denso affresco della storia della comunità LGBT negli Stati Uniti: ogni episodio è dedicato a un singolo decennio, con la sesta puntata a fare da ponte sino all’era del COVID-19. Sei brevi doc affidati, ciascuno, alla voce e allo sguardo di un differente regista, la cui visione personale ha informato il materiale, dai re-enactment anni 50 del Tom Kalin di Savage Grace al taglio partecipativo impresso al segmento Seventies da Cheryl Dunye (regista chiave della scena queer anni 90 con The Watermelon Woman). Una eterogeneità di stili che risponde all’esigenza di dare voce a molteplici punti di vista su un tema sfaccettato: in meno di sei ore Pride analizza i complicati e spesso frustranti intrecci delle lotte LGBT con la politica Usa, con l’evolversi dei costumi, con l’influenza dei media. Forte di due elementi che ne fanno un prodotto estremamente rilevante: la quantità impressionante dei materiali d’archivio, non di rado inediti, e la fondamentale prospettiva intersezionale di ogni episodio. Le lotte per i diritti LGBT non prescindono mai da quelle delle altre minoranze, e la miniserie si chiude sulle proteste di Black Lives Matter del 2020, per ricordare che «nessuno sarà libero finché tutti non saranno liberi».
ILARIA FEOLE
[pubblicata su Film Tv n° 30/2021]
EXTRA
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty. Abbiamo pensato di riascoltarlo dall'inizio insieme ai lettori di questa newsletter, proponendone un episodio ogni settimana.
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Qualche notizia dal mondo delle serie.
Non abbiamo nemmeno il titolo, ma...
Solo per donne
Non solo serie
Un altro caso da risolvere con molti punti di vista
Ancora su Picard
Perché non fu Costanza
Proprio in sala ora
Torna il dottore
L'universo King si espande
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