Fuori le serie! 🛋️ #186 - Uggia di maggio
Difficile andare al mare con questo tempo novembrino. Gli algoritmi dello streaming lo sanno e ne approfittano per svuotare i magazzini: escono una manciata di serie interessanti, tipo Black Knight e Città in fiamme, ma nessuna può competere con i Muppets.
Escono
NETFLIX
Dance Brothers (Finlandia, 2023)
dal 10/05/2023
Micro serie finlandese – dieci episodi da venti minuti, un film Marvel senza le scene dopo i titoli di coda – in cui due fratelli molto diversi, ma parimenti ballerini, dicono finalmente altolà a questa mafia della danza contemporanea che tarpa le loro artistiche ali e impedisce loro di lavorare, costringendoli a mangiare schifezze e a essere sempre tutti musoni. Roni e Sakari – che sono i nomi dei due fratelli e non delle danze folkloristiche sami al centro della serie, peccato – decidono di aprire un locale di musica tutunza danzereccia sul cui palco si esibiranno i ballerini che decidono loro. Quelli bravi. Solo che non hanno mica tenuto troppo in conto tutti gli affari triviali e finanziari con cui si è costretti a scendere a compromessi quando si apre un business. Io mi aspettavo (= avrei voluto tantissimo) una serie in stile Kaurismaki girata in una discoteca techno: immagine saturata, musica non si sa come attutita, camera fissa per dieci minuti sul tizio che pulisce i cessi durante la serata e ogni volta che finisce arriva un tizio super impasticcato a vomitargli sui piedi, stacco sulla sua espressione imperturbabilmente depressa mentre, per sopravvivere, sogna a occhi aperti le esotiche spiagge dell'Estonia. E invece si prendono tutti terribilmente sul serio e non c'è neanche un po' di divertenza.
Avrei dovuto dirtelo un milione di volte (Giappone, 2023)
dal 12/05/2023
Da ragazzini, Yui Soma e Naoki Torino erano super amici, di quelli che quasi sicuramente giocavano al dottore tra di loro. Ma si sa com'è la vita. Lunga e amara, come il caffè di ogni burlone da bar che si rispetti, e anche piena di svolte impreviste. Yui e Naoki si perdono di vista e non si vedono più per anni e anni. Ma non farti ingannare dalla vita, ella fa anche le sorprese al contrario. I due vecchi amici si incontrano nuovamente da adulti e si innamorano pazzamente l'uno dell'altra. Aaaw. Naoki sta persino per fare la tanto agognata proposta di matrimonio a Yui, coronamento di decenni di rincorsa, quando muore in circostanze misteriose. Maledetta vita. Di più: nessuno sa che Naoki è morto. Tantomeno la povera Yui, che si cruccia moltissimo e pensa di essere stata turlupinata. Cosa buffa: nemmeno Naoki sa di essere morto e per questo motivo il suo spirito vaga per il regno dei vivi cercando di mettersi in contatto con l'amata, la quale però non si accorge dell'ectoplasma che cerca di convincerla a scegliere delle bomboniere più economiche. L'unico che sembra in grado di comunicare con lo spirito di Naoki è il detective Yuzuru Uozumi, che adesso si ritrova con il doppio accollo: fare da tramite fra i piccioncini che stanno su due diversi piani della consapevolezza, ma anche risolvere il mistero della morte di Naoki. Finalmente un impiegato statale che lavora, fa notare soddisfatto lo stesso burlone che ordina il caffè lungo e amaro come la vita.
Black Knight (Corea del Sud, 2023)
dal 12/05/2023
Dice che è l'adattamento in serie tv di un web fumetto coreano, Delivery Knight di Lee Yoon-gyun, ma beccami gallina se non è anche ampiamente ispirato a uno dei videogiochi più matti e geniali degli ultimi anni, Death Stranding, creato da quel genio matto di Hideo Kojima (Metal Gear Solid) per farti vivere appieno l'esperienza post-apocalittica del rider. Esatto. È un videogioco ambientato su una Terra scorticata in cui i rider sono gli ultimi custodi di un tessuto sociale in via d'estinzione e tu devi passare le ore a camminare tra un insediamento e l'altro cercando di non farti sbilanciare dal carico che trasporti sulle spalle. In Black Knight ci sono meno filosofie e meno allegorie, ma più mazzate. Siamo nel 2071 e l'umanità è pronta a estinguersi causa inquinamento atmosferico. Solo l'1 per cento della popolazione è sopravvissuto alle faccende che hanno reso la superficie terrestre inabitabile e la nuova società è suddivisa in rigide classi sociali. Le persone non escono quasi mai di casa: abbiamo fatto un sacco di menate perché era scomodo indossare una mascherina chirurgica, figurati una maschera antigas. Gli unici che se la spassano di cristo sono quelli che fanno le consegne. E infatti, invece di chiamarsi fattorini rispondono al nome molto più altisonante di cavalieri e consegnano i pacchi proteggendoli dai mariuoli a suon di pizze in faccia. Il più ganzo di tutti i cavalieri è 5-8, che diventa il mentore del giovane rifugiato Sa-wol e gli insegna tutti i trucchi del mestiere per farsi dare la mancia anche dal più tirchio dei clienti.
Mulligan (Usa, 2023)
dal 12/05/2023
È l'ennesimo cartone animato per adulti con la fantascienza, gli alieni, le splosioni (si legge uguale ed è più buffo da vedere), le case bianche diroccate, la gente scema, le battute con il vomito la pupù e la pipì e (almeno a vedere dal trailer malfatto) tutto l'armamentario riassumibile nella seguente formula onnicomprensiva: Futurama aveva già fatto tutto, l'aveva fatto meglio, ma era comunque talmente geniale che è normale abbia ispirato una manciata di generazioni di cartoni tutti uguali. Mulligan risalta nel mucchio giusto perché è creato da Robert Carlock e Sam Means (già co-showrunner di 30 Rock e Unbreakable Kimmy Schmidt) ed è prodotto da Tina Fey. Cosa fai, vuoi non avere fiducia in Tina Fey? Volete infrangere anche l'ultima delle certezze? E poi cosa volete venire a raccontarci? Che Babbo Natale è un robot assassino impazzito e che i preti toccano i bambini?
Come dite? Oh no. Fatto sta che in questo cartone la Terra è stata invasa e divelta da un esercito di alieni belligeranti che sono stati sconfitti da un ultimo, disperato tentativo dell'eroico Matty Mulligan, che con sprezzo del ridicolo tutto stelle e strisce ha scagliato una bomba a mano nell'unico punto debole dell'ammiraglia nemica e ha fatto saltare in aria l'intera armata. Sono rimasti 1132 sopravvissuti in tutto il mondo che, non si sa per lo choc o cosa, decidono di eleggere presidente il buon Matty. Perché quando sei a 1132 incidenti sul lavoro di distanza dalla completa estinzione, vuoi certamente affidarti a uno che è bravo a lanciare le bombe a mano.
DISNEY+
The Muppets Mayhem Band (Usa, 2023)
dal 10/05/2023
Sono i Muppets, cos'altro c'è da dire? I Muppets sono tautologici. Sono burattini più o meno a forma di animale che dicono e fanno cose sceme. È una rana ganza che se la fila con una porcellina diva mentre uno chef svedese urla SCHMØSHGARBÖRD.
Sono le droghe senza prendere le droghe, cosa si può volere di più dalla vita? In più, in questa serie qui ci sono i Muppets che cantano le canzoni.
E i Muppets, quando cantano le canzoni, sono ancora più tautologici.
Ci hanno persino vinto un Oscar, cantando le canzoni.
I Muppets che cantano le canzoni in questa serie qui sono soprattutto i componenti dello stimabile complessino dei Dr. Denti e gli Electric Mayhem,
che in mezzo a tutta quella droga di cui sopra sono sempre stati di gran lunga i più drogati. Qui, nella serie, qualcuno si accorge che, pur essendo la rock band più influente di tutti i tempi, sono sempre stati troppo impegnati a spassarsela in tour sul loro furgone per ricordarsi di registrare un album. La giovane e talentuosa produttrice musicale Nora si imbarcherà nell'odissea necessaria a incidere la loro musica e a far conquistare loro il disco di platino che si meritano.
APPLE TV+
Città in fiamme (Usa, 2023)
dal 12/05/2023
Cari amici del cinema come si deve, purtroppo questo non è il remake seriale di quel film tanto bello diretto da Ringo Lam e impreziosito dal ciuffo sbarazzino di Chow Yun-fat.
È, piuttosto, l'adattamento dell'omonimo (a casa loro) caso letterario (sempre a casa loro) pubblicato negli Stati Uniti nel 2015; un romanzo d'esordio talmente carico di fomento da aver fruttato al suo autore, Garth Risk Hallberg, la cifra record di due milioni di dollari di anticipo. È una storia, ambientata nella New York degli anni '70, che fa il true crime senza essere true crime, ma più che altro con la voglia di parlare in maniera allegorica dell'universo, la vita e tutto quanto. E trattandosi di americani, chiaramente “l'universo, la vita e tutto quanto” sono gli Stati Uniti. È per caso l'ennesimo caso di morte del sogno americano? Non saprei dirvelo con certezza, ma è molto probabile. La serie, creata da Josh Schwartz e Stephanie Savage (attenzione: quelli di The O. C. e di Gossip Girl), sposta l'azione dagli anni '70 al 2003. La studentessa Samantha Yeung viene ammazzata a colpi di pistola mentre attraversa Central Park e la sua misteriosa morte si intreccia a una marea e mezza di sottotrame che vanno a costruire un quadro che, correggetemi se sbaglio, vorrebbe significare di più rispetto alla somma delle sue parti. Californiaaaa.
Escono anche:
Evil (Usa, 2019) - dal 08/05/2023 su Paramount+: una delle più valide serie horror della tv americana generalista – che è come dire uno dei cavalli più bravi in matematica del Turkmenistan. È stata cancellata dal suo canale (CBS) e resuscitata dai demoni dello streaming. Parla di uno psicologo forense scettico che indaga faccende soprannaturali insieme a un seminarista (maggiorenne).
Due contro tutti (Corea del Sud, 2023) - dal 10/05/2023 su Disney+: è un K-Drama in cui una donna qualunque viene assunta nel reparto pubbliche relazioni di un'azienda giganorme pur senza avere esperienza: l'algoritmo l'ha scelta in maniera imparziale in base alle sue potenzialità e alla sua personalità. Il mio algoritmo, invece, mi vieta di guardare una serie lunga 12 ore che racconta lo spietato mondo delle pubbliche relazioni.
Time Switch (Brasile, 2023) - dal 10/05/2023 su Disney+: un'influencer cafona del 2022 che sta per essere cancellata dalla faccia dei social e un'infelice romanziera/ereditiera del 1922 che sta per essere costretta a sposarsi vorrebbero tantissimo scappare dalle rispettive vite e, guarda un po', si scambiano magicamente di corpo. Segue un numero infinito di buffi fraintendimenti, di messaggi positivi e di avvisaglie di orchite.
Regina Cleopatra (Usa, 2023) - dal 10/05/2023 su Netflix: fa parte della serie antologica African Queens, ibrido fra documentario televisivo e ricostruzione drammatica tipo Ultimo minuto che è prodotto e narrato da Jada Pinkett Smith e per il quale ribadiremo quanto già detto per la prima stagione: meglio leggere la pagina di Wikipedia, anche se stavolta potrebbe essere più lunga della serie.
Tornano
NETFLIX
Ultraman (Giappone, 2019) - terza stagione dal 11/05/2023
(avevamo parlato della seconda stagione qui)
NOW
Perry Mason (Usa, 2020) - seconda stagione dal 14/05/2023
C'era una volta il Perry Mason originale, uno di quei procedurali così classici da essere diventato sinonimo di “telefilm”. Dici Perry Mason e prima pensi ai telefilm di quando c'erano solo due canali e per cambiarli dovevi alzarti per trafficare con la rotellina; poi pensi alla sigla;
e infine zoomi sull'avvocato assetato di giustizia interpretato dalla mascella di Raymond Burr che vince ogni processo salvando dalle patrie galere dei poveracci ingiustamente accusati di aver commesso faccende turpi. Dice: ma hanno davvero rifatto pari pari Perry Mason con Matthew Rhys di The Americans al posto delle sopracciglia di Raymond Burr? No, fortunatamente non è successo. È successo invece che HBO regalasse una discreta quantità di danaro a Rolin Jones (la serie di Intervista col vampiro) e Ron Fitzgerald (Friday Night Lights) per inventarsi le origini pre-tribunale di Mason facendo un noir con tutti i crismi ambientato nella Los Angeles degli anni '30. Non solo ci sono John Lithgow e Shea Whigham che fanno sudare gli occhi da quanto sono bravi, ma oltretutto la seconda stagione funziona anche meglio della prima. E la prima, come non direbbe Perry Mason nemmeno sotto tortura, ci dava giù di brutto.
DISNEY+
Impuros (Brasile, 2018) - terza stagione dal 10/05/2023
Basata su fatti reali e ambientata negli anni '90, lo stesso scoppiettante periodo che aveva ispirato Tropa de Elite, Impuros è una lussuosa e muscolare serie gangster brasiliana (recuperata con due anni di differita satellitare da Disney+) in cui la morale è che anche gli sbirri sono un po' cattivi e anche i cattivi sono un po' sbirri. No vabbè, non era proprio così.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Sanctuary (Netflix) 🥑
Un avocado bello ciccione ma senza offesa a Sanctuary, la serie che prende tutti gli archetipi narrativi del manga sportivo e li traduce in live action facendo una corretta apologia del sumo. Non è che Sanctuary sia questa serie memorabile che vi farà tornare i capelli perduti per poi spettinarveli. Signornò. In realtà è una serie tra il buono e l'onesto, che intrattiene con agile sicumera senza però nemmeno provare a inventarsi qualcosa di leggermente diverso. Diciamo che se hai familiarità con il genere, riconoscerai tutti gli intertempi e sarai a tuo agio nel guardare una serie che sai già come va a finire e sai anche la strada che (più o meno) farà per arrivare al traguardo. Ma soprattutto la settimana scorsa avevo erroneamente relegato Sanctuary negli “Escono anche” e proprio non se lo meritava, povera. Era giusto rimediare spendendo almeno un avocado.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN: Fired on Mars
La serie della settimana: Extrapolations
In gran forma
Sta per tornare Black Mirror