Fuori le serie! 🛋️ #168- La Shonda Rhimes coreana
L'ultima settimana dell'anno ci accoglie con serie inedite un po' così (Treason, Alpha Males), però poi si pente e rimedia subito proponendo anche serie affascinanti (The Glory, Caleidoscopio) e colpi sicuri (American Horror Story: NYC).
E tu chi sei?
NETFLIX
Treason (Gb, 2022)
dal 26/12/2022
Sai da cosa capisci che Treason è un po' una miniserie fuffa fatta con i piedi nonostante il cast abbastanza clamoroso composto da Charlie Cox, Olga Kurylenko, Oona Chaplin, Ciarán Hinds e tante altre belle fazze britanniche? Lo capisci da due cose. Per primo l'incipit in medias res della durata di due minuti due, con una scena notturna tutta confusa in cui personaggi che non conosciamo fanno cose che non sappiamo mentre fuori qualcuno di altrettanto ignoto si appresta a cecchinarli e SBAM, dissolvenza in nero e didascalia “Due settimane prima”. Non solo non sono incuriosito, ma sono anche un po' disturbato da quest'ansia gratuita e campata per aria, grazie tante serie. La seconda cosa, se ci fate caso, è l'onnipresente tappeto di musica di tensione da quattro soldi che accompagna ogni singola scena e sono piuttosto sicuro che seguirebbe i protagonisti anche in bagno, se potesse. Quando una serie, per contratto e per genere, deve tenerti sull'orlo della sedia ed è costretta a ricorrere a certi mezzucci retorici è perché manca di nerbo da qualche altra parte, specificatamente nella scrittura. Strano e peccato, visto che Treason l'ha fatta Matt Charman, sceneggiatore di Il ponte delle spie e, in teoria, già verificato in quanto narratore di faccende spionistiche. E invece no. Invece Treason racconta confusamente di Charlie Cox giovane e rampante vice-capo del MI6, costretto a prendere il comando quando il suo superiore Ciarán Hinds viene avvelenato quasi fatalmente da Olga Kurylenko. Kurylenko è una misteriosa agente segreta russa che in passato è stata legata sia professionalmente sia sentimentalmente con Charlie Cox e adesso è intenzionata a farlo arrivare forzosamente ai vertici dell'agenzia per potersi garantire un salvacondotto da tutte le malefatte spionistiche perpetrate fino a quel momento. Ma ci sarà un motivo se la serie si chiama Tradimento, no? E dunque ce la menano a cinquecentomila giri al minuto con il fatto che forse Charlie Cox è un agente un po' marcio dentro. Nel frattempo viene messa in mezzo anche sua moglie Oona Chaplin, fisioterapista veterana di guerra che annusa qualcosa di strano nell'aria ed esattamente cinque minuti dopo viene contattata da una sua vecchia commilitona, oggi dipendente CIA, che le fa una visita a sorpresa. Io ve lo dico: questa miniserie è uscita a Santo Stefano perché l'unico modo per guardarla è stesi inermi sul divano, in coma da cibo natalizio.
Alpha Males (Spagna, 2022)
dal 30/12/2022
Qualcuno a Netflix ha ordinato una commedia brillante su un gruppo di quarantenni spagnoli benestanti, costretti dalla vita a scendere a patti con il fatto che il patriarcato – come lo conoscevamo noi di quella generazione qui, ovvero come ce l'ha spiegato Silvio Berlusconi nel suo ultimo, ridicolo rigurgito olgettino – non sussiste più e presto smetterà anche di esistere, rimanendo topico solo in qualche comunità di fondamentalisti rintanata in salcazzo quale foresta dell'Oregon. La premessa della serie dovrebbe essere ancora più divertente perché, come ci ricorda il titolo originale della serie (Machos Alfa), la Spagna è la patria per antonomasia del machismo, del “donna vammi a preparare un'empanada mentre io mi titillo il perineo sul divano guardando lo sport e poi ti faccio appassionatamente all'amore ma solo se ti comporti bene”. Dunque Alpha Males parla di Pedro, Luis, Raúl e Santi, quattro veri maschi quarantenni dall'ascella nucleare che stanno lavorando su loro stessi per ritoccare l'educazione storta che hanno ricevuto dal loro ambiente e adattarla a questi nuovi tempi in cui l'uguaglianza è diventata l'obiettivo comune. Il processo è complicato per tutti e quattro: uno perde il lavoro e si sente evirato, a un altro viene proposta una relazione aperta e forse c'erano altre nove o dieci tappe di progressismo intermedio prima di arrivare a una richiesta così traumatica, il terzo non fa più sesso con la moglie e il quarto ha appena divorziato. Tutti hanno urgente bisogno di ripetizioni per re-imparare come si parla a una donna. Seguiranno spassosi fraintendimenti, almeno tre o quattro momenti in cui qualcuno si lamenterà che “eh, ma non si può più dire niente con questo politicamente corretto”, ma la cosa più spassosa rimarrà comunque che a un certo punto i protagonisti si trovano a partecipare a un seminario di sensibilizzazione sul sessismo tenuto dal sosia castigliano di Giuseppe Cruciani.
The Glory (Corea del Sud, 2022)
dal 30/12/2022
Questa serie l'ha scritta Kim Eun-sook, che è una che sta nell'iperuranio dei gran visir della televisione coreana. Il suo melenso Lovers in Paris (2004) rimane una delle faccende più viste nella storia dei K-Drama. A quel successo sono seguiti quelli altrettanto clamorosi di Lovers in Prague, Lovers, The Heirs, Descendant of the Sun, Guardian: The Lonely and Great God e Mr. Sunshine. Volendo fare i giornalisti e semplificando cose molto più complesse e grandi di noi, si potrebbe dire che Kim Eun-sook è la Shonda Rhimes coreana. Che oltre a suonare facile e insensata, è soprattutto un'affermazione che ci aiuta raggiungere la quota annuale di pomposità inutili e clickbait richiesta dal codice deontologico. Per il suo debutto su Netflix, la sacripante Kim ha scelto la seguente storia, molto meno sdolcinata del solito: Moon Dong-eun è una liceale come tante altre, che da grande sogna di diventare architetta. Alcuni compagni e compagne di scuola, però, la tormentano e la bullizzano al punto da farle abbandonare gli studi. Dong-eun comincia a meditare una lunga vendetta da consumare gelida, che coinvolge anche i testimoni passivi che hanno assistito alle sue torture senza intervenire. Intanto il tempo passa e la leader del gruppo di bulli si sposa e diventa felicemente madre. Arriva il momento di iscrivere la prole a scuola, magari proprio quella in cui Dong-eun ha deciso di andare a lavorare come insegnante. Non esistono abbastanza puntini di sospensione al mondo per fare intuire che la vendetta dell'architetta bullizzata inizia proprio dai figli della sua nemesi.
Caleidoscopio (Usa, 2022)
dal 01/01/2023
Questa miniserie secondo me è iniziata con una telefonata. Giancarlo Esposito risponde ed è il suo agente, tutto trafelato ed emozionato, che gli dice: Ué Gianca, storia incredibile, mi ha chiamato Eric Garcia che di mestiere fa romanzi e sceneggiature no? È il tipo che ha scritto Repo Man e Il genio della truffa, quello con Nicolas Cage che fa l'ossessivo-compulsivo e conta in giapponese prima di chiudere le porte. Bravo ragazzo Eric Garcia. Lo sapevi che è sposato con Sabrina e che adesso hanno dei cani? Beh, mi ha chiamato Eric Garcia che ti propone un ruolo in una miniserie Netflix che si intitola Caleidoscopio. Attenzione però! Non è il solito ruolo del cattivo inquietante silenzioso super potente elegantissimo impassibile un po' schifato dalla stupidità altrui che ti propinano da Breaking Bad in poi. Non credere che non lo sappia Gianca, The Boys l'hai fatto solo per i soldi e per un altro po' di gloria facile. Non fraintendermi, con il tuo sacrifizio mi ci sono comperato casa in Monte Napoleone e va bene così. Però con questo ruolo si torna a recitare Gianca, io ti avviso. In pratica sei un turbo ladro in cerca di vendetta nei confronti del tuo ex partner, che in passato ti ha fregato e adesso è un gigantesco bauscia capitano d'impresa mazinga mentre tu sei rimasto con il proverbiale pugno di mosche in mano. Ti si offre però l'occasione di ciulare al tuo ex amico ben sette miliardi di dollari: è il colpo più impossibile nella storia dell'ignobile arte del latrocinio, ma è anche quello più gustoso e remunerativo. Metti insieme una squadra con un altro tot di rapinatori, fra cui c'è anche l'australiano che lanciava i boomerang in entrambi i film della Suicide Squad, e fate le vostre cose alla Ocean's Eleven, ma con un po' più di dramma. Ah, Gianca, c'è anche Paz Vega. Il contratto lo firmi oggi o domani?
Sguardo indiscreto (Brasile, 2022)
dal 01/01/2023
Si sa molto poco di questa serie brasiliana thrilleristica, se non che parla di una brillante e asociale hacker di nome Miranda, la quale ha certe tendenze voyeuristiche. Ma non un accenno di voyeurismo, che una volta alla settimana ti siedi alla panchina del parco con in mano un bel pistone di tè alla barbabietola caldo bollente e stai lì tutta la mattinata a guardare la gente che passa e fa le cose. Quella di Miranda è proprio una parafilia bella totalizzante e compulsiva, che spinge la solitaria donna a spiare da lontano quante più persone possibili; e in particolare a fissarsi sulla sua dirimpettaia, la bellissima sex worker Cléo, così diversa da lei, così disinibita e libera. Poi succedono due cose: la reclusa Miranda incontra fortuitamente un uomo con cui scatta una scintilla talmente intensa da convincerla di aver trovato la sua anima gemella. Contemporaneamente, Cléo parte per un viaggio lungo un fine settimana e nel suo appartamento succedono cose che non dovrebbero succedere. Miranda si ritrova coinvolta, suo malgrado o forse proprio a causa del suo vizietto con i binocoli, in un ginepraio bello spinoso.
DISNEY+
American Horror Story: NYC (Usa, 2022)
dal 28/12/2022
Scusate. Ma io ho riposato un attimo gli occhi quando di American Horror Story ce n'erano tipo tre o quattro annate. Li riapro dopo la santissima pennichella di due giorni post-pranzo di Natale e improvvisamente siamo all'undicesima stagione di quella che, ormai, più che una serie antologica è un pilastro dell'horror televisivo, degno erede di Alfred Hitchcock presenta, The Twilight Zone, Un salto nel buio e I racconti della cripta. Solo che l'approccio dei creatori di American Horror Story, l'onnipresente Ryan Murphy e il socio Brad Falchuk, è ancora più ambizioso: non un'antologia su base episodica, bensì un'antologia su base stagionale. Tanto di cappello a loro e alla loro voglia di complicarsi la vita. Dopo le case infestate, i manicomi, le streghe, i circhi, gli alberghi, le fattorie, i Donald Trump, gli anticristi e i Macaulay Culkin che non si fanno la doccia, l'undicesimo giro di giostra di American Horror Story si ferma nella New York del 1981, insanguinata da una serie di omicidi che prendono di mira la comunità omosessuale. Il detective Patrick Read è gay ma non si è mai dichiarato: ha lasciato la moglie per stare, di nascosto, con il collega Gino. I due sbirri nell'armadio fanno squadra anche sul lavoro per scovare gli assassini che stanno terrorizzando la comunità, un duo di macabri psicopatici che si fanno chiamare Big Daddy e Dr. Whitely. Come in ogni buona stagione di American Horror Story che si rispetti, anche in NYC ci sono ottocentoquarantadue personaggi perché tutti gli attori di medio calibro di Hollywood pretendono di lavorare con Ryan Murphy. Tipo che qui appaiono un po' a caso anche Denis O'Hare (True Blood), Zachary Quinto (Heroes, Star Trek) e Kal Penn.
Mi è sembrato di vedere un gatto
NETFLIX
Cielo grande (Argentina, 2022) - seconda stagione dal 30/12/2022
(avevamo parlato della prima stagione qui)
NOW
I Hate Suzie (Gb, 2020) - seconda stagione dal 30/12/2022
Suzie Pickles un tempo, quando era ragazzina, faceva la pop star e l'attricetta in tv fin troppo celebre per i suoi meriti. Un applauso al patriarcato che sessualizza le quindicenni, ma che per farsi perdonare per i danni psicologici poi le ricopre di soldi e di fama. Quindi, dopo un periodo di magra, la carriera di Suzie ha avuto un ulteriore sussulto grazie ai nerd, che l'hanno eletta a loro paladina dopo averla vista recitare in uno show fantascientifico di culto. Ora che è cresciuta, che sta calcolando come muoversi in vista del terzo atto della sua carriera e che in fin dei conti vorrebbe solo farsi un sereno piatto di fatti suoi con il marito Cob e il figlio Frank, che è sordo, Suzie invece si trova improvvisamente al centro di un ciclone mediatico quando il suo telefono viene hackerato e qualche simpatico minchione condivide con il mondo una manciata di foto zozze dell'attrice. Oh, ci hanno messo due anni a fare una seconda stagione di questa bellissima serie con Billie Piper (dal titolo I Hate Suzie Too), ma alla fine ce l'hanno fatta. Dai che ogni tanto qualcosa di buono al mondo succede, senza bisogno tutte le volte di sacrificare un arto ai demoni della tv.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
I Hate Suzie (NOW) 🥑🥑🥑🥑
Come non dare quattro avocadis molto succosi alla prima stagione di I Hate Suzie? Impossibile. Non solo è una delle commedie drammatiche e cattivelle meglio scritte – da Lucy Prebble, che non a caso si è fatta le ossa con Succession – degli ultimi anni, ma è anche una roba che ti brucia le sinapsi al pensiero che si tratta, fondamentalmente (ed escluse le foto zozze), di una versione iper-romanzata eppure molto veritiera della vita di Billie Piper, che qui interpreta in maniera magistrale l'eponima protagonista. Billie Piper è stata una cantante adolescente di esagerato successo – l'inglese più giovane ad arrivare, a 15 anni, in cima alle classifiche dei singoli più venduti grazie a questo tocco
di pattume fumante – che ha cambiato espressione artistica in corso d'opera, si è fatta conoscere come attrice partecipando a Dr. Who e adesso sta navigando una nuova stagione del suo mestiere, raccontandosi in maniera aperta e sincera. Non sorprenderà sapere che Piper è anche coautrice della serie. Bravi tutti e buon anno anche a loro. Ci risentiamo quando siamo dall'altra parte del capodanno.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN: Fleishman is in Trouble
Idraulici famosi
Alla fine ritorna
Poliziesco irrazionale
Di nuovo insieme