Fuori le serie! 🛋️ #158- O Francia o Polonia, basta che non ci si annoia
Settimana transalpina, con ben tre serie francesi (Notre-Dame, Miskina, Les Amateurs) sparse per i vari servizi di streaming. Ma secondo noi si fanno guardare volentieri anche La banda dei guanti verdi, commedia senile polacca, e la miniserie documentario sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Sa sa, prova la prima
NETFLIX
Notre-Dame (Francia, 2020)
dal 19/10/2022
Il migliore, ma soprattutto il più utile, fra gli strumenti comunicativi che l'internet ci ha fornito negli anni è, senza ombra di dubbio ma proprio che non si comincia nemmeno a discuterne, la reaction GIF di Michael Scott (The Office) che urla il suo disappunto per il ritorno in ufficio dell'odiato Toby. Siccome qua vige un regime di servizio completo, ecco qui un video della scena in tutte le lingue del mondo o quasi.
E NO GOD PLEASE NO secondo me è anche l'unica reazione sensata a una miniserie che, tre anni dopo la tragedia dell'incendio di Notre-Dame, si mette a fare la retorica spinta (e in francese) sull'eroismo dei pompieri e su come quella fatidica notte abbia colpito al cuore un sacco di gente diversa. Non disapprovo la volontà di raccontare certe storie – anche perché l'ispirazione è l'instant book Le Nuit de Notre-Dame, scritto da Romain Gubert raccogliendo le testimonianze dei pompieri che sono scesi in campo per cercare di salvare la cattedrale – bensì ne contesto la spettacolarizzazione esasperata e pornografica. E il capo dei pompieri a un dì dalla pensione che si butta fra le fiamme senza pensarci due volte; e la pompiera che ha appena perso il compagno/collega e deve superare le sue paure; e la giovane giornalista con i sogni che ha avuto l'esperienza mistica dentro la cattedrale; e l'altra pompiera colonnella che è convinta di essere in missione per conto di dio per proteggere Notre-Dame; e il papà che nella confusione si è perso la figlioletta. Insomma, ci siamo capiti.
La banda dei guanti verdi (Polonia, 2022)
dal 19/10/2022
Una serie polacca buffa con tre vecchiette che fanno le ladre acrobatiche. Ma viviamo o non viviamo nella migliore delle linee temporali possibili? Zuzanna, Kinga e Alicja sono delle discrete cariatidi amiche da una vita, e per tutto questo tempo sono state l'inafferrabile e ineffabile banda dei guanti verdi annunciata dal titolo. Le tre signore, tendenzialmente, rubano ai ricchi per dare ai poveri, e soprattutto si sono prese agilmente giuoco delle forze dell'ordine per tutti questi anni. Rispetto. Dice, però, che nell'ambito professionale che si sono scelte, basta scivolare mezza volta e il disastro è dietro l'angolo. Dopo aver azzeccato l'ennesimo colpo, apparentemente senza inghippi, la scaramantica Alicja – appassionata di tarocchi e di lettura del futuro – interroga il suo mazzo di carte e intravede presagi ominosi. Subito dopo, il telegiornale dà la notizia che, per la prima volta, c'è un indizio sulla famigerata banda dei guanti verdi: l'immagine del tatuaggio sul braccio di Kinga, immortalata dall'unica telecamera di sorveglianza che le babbione si sono dimenticate di disattivare. Zuzanna ha un'idea: trasferiamoci tutte in una casa di riposo per far finta di essere delle vecchine normalmente rimbambite e ingommate finché le acque non si calmano. A Kinga la faccenda va giù amara, visto che ha appena conosciuto biblicamente una coppia di gemelli e vorrebbe ribadire. Nel frattempo sulle loro tracce viene sguinzagliata una coppia di sbirri un po' sui generis. Staremo un po' a vedere dove va a parare tutto questo parapiglia.
Vatican Girl - La scomparsa di Emanuela Orlandi (Gb, 2022)
dal 20/10/2022
Questa docuserie in quattro puntate l'ha scritta e diretta l'inglese Mark Lewis. Che già di per sé è interessante, se lo chiedete a me: ho un feticcio grande così per i forestieri con lo sguardo acuto che arrivano nel nostro paese per raccontare le nostre storie (soprattutto quelle ben incastrate nelle nostre idiosincrasie culturali e in automatismi sociali che faremmo fatica a verbalizzare) e darne un punto di vista che talvolta è inedito, talvolta stupido, alle volte incredibilmente brillante, alle altre di una banalità stereotipica mostruosa. Non sai mai cosa ti capiterà, ma è abbastanza sicuro che ti divertirai. Questa docuserie in quattro puntate l'ha scritta e diretta l'inglese Mark Lewis, che nel 2019 aveva fatto una cosa molto simile con il Canada (solo che c'era riuscito in tre episodi) raccontando la storia allargata di un omicidio assurdo, e firmando una delle serie documentario di maggior successo nella storia di Netflix, ovvero Giù le mani dai gatti: Caccia a un killer online. E siamo già a due buoni motivi per mettere su Vatican Girl. Il terzo è lapalissiano e sta nel titolo: la storia della scomparsa di Emanuela Orlandi, 15enne cittadina vaticana presumibilmente sequestrata il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata, è una delle faccende più misteriose della storia recente d'Italia, nonché uno dei terreni più fertili per la coltura di complottismi d'accatto e d'assalto. Lewis ha scritto la serie con l'aiuto di Pietro Orlandi, il fratello della scomparsa, e del giornalista investigativo Andrea Purgatori, che sulla carta sono quantomeno garanzie che il lavoro di ricerca è stato fatto in maniera attenta e sensibile. Insomma, apparentemente tanta roba.
From Scratch - La forza di un amore (Usa, 2022)
dal 21/10/2022
«In Italia abbiamo un detto: in amore, come nei sogni, tutto è possibile». Allora. Io questo modo di dire non l'ho mai sentito, e sto da un po' in Italia. Ma devo anche ammettere che non mi è mai capitato di dovermi inventare al momento qualcosa di folkloristico per tentare di far colpo su una turista americana. Quindi, da buoni colleghi cialtroni italiani, facciamo che diamo il beneficio del dubbio a Lino, il co-protagonista italiano di questa appassionata storia d'amore che suona tanto come la solita serie demmerda di baci demmerda (cit. René Ferretti), non fosse che è stata creata da due scrittrici molto stimate al di là dell'oceano (le sorelle Attica e Tembi Locke) basandosi sull'autobiografia romanzata della seconda, intitolata From Scratch: A Memoir of Love, Sicily and Finding Home. Scovato da Reese Witherspoon e trasformato in miniserie in otto episodi, il libro di Tembi Locke racconta la sua esperienza come giovane studentessa texana trasferitasi temporaneamente in Italia per un semestre di studio. La ragazza, interpretata da Zoe Saldaña, in teoria sarebbe iscritta a giurisprudenza; ma più per tenere buono il babbo che altro. A lei interessa l'arte, e l'espressione di sé tramite qualsiasi forma di creazione. E in effetti Firenze è un buon posto dove coltivare certi stimoli. Poco dopo essere arrivata, Tembi conosce per caso Lino, cuoco siciliano pieno di talento ed entusiasmo che condivide con la giovane donna quella sensibilità artistica ed espressiva di cui sopra. È amore a prima vista, sono gite notturne nei luoghi di Dante e Beatrice, giretti in Lambretta sulle colline circostanti e buon cibo: il pacchetto completo dello stereotipo “Storia d'amore in Italia”. Lino e Tembi insistono, e non hanno intenzione di limitare il loro amore a una frequentazione turistica e passeggera: il cuoco segue l'amata in America e cerca di adattarsi alla nuova realtà. Soffre perché le città americane non hanno un centro; Tembi gli ricorda che è lei il suo centro. Boom. Poi c'è spazio anche per della tragedia, e passa la voglia di scherzare. Però insomma, avete colto di cosa stiamo parlando. La classica storia che devi affezionarti il prima possibile ai personaggi, altrimenti finisci con l'orchite a forza di contare le banalità che vengono messe in scena.
PRIMEVIDEO
Miskina (Francia, 2022) - dal 17/10/2022
Lo abbiamo già detto qua, e non possiamo che riconfermarlo en passant: Miskina non in senso di mischina (meschina, poveretta in dialetto siciliano) perché qua siamo in Francia ad ammirare le evoluzioni di una famiglia musulmana, mica a Canicattì a curare i mandorli. Allo stesso tempo, però, la parola in oggetto è proprio quella ed esattamente con quel significato, perché la versione siciliana e italiana arrivano dall'originale arabo che qua viene usato per descrivere la nostra protagonista. Una fazza una razza, e fieri di essere tali. La nostra protagonista, si diceva, si chiama Fara ed è interpretata dalla comica Melha Bedia, anche regista e sceneggiatrice della serie. Fara è mischina perché, scavallati i trent'anni, è ancora in quella fase informe in cui sta cercando un lavoro, una casa e un amore. Nel frattempo che cerca, Fara rimane disperatamente innamorata del suo migliore amico (senza avere il coraggio di confessarsi), disperatamente bloccata in casa con mamma nonna e sorella che certo non gliele mandano a dire, e disperatamente disoccupata senza una chiara idea di come svoltare qualcosa di dignitoso e appassionante. Succede che nella vita di Fara spunti un nuovo pretendente, un po' matto e tanto invaghito di lei; e allo stesso tempo è arrivato il momento di prendere una decisione: continuare a trattare la madre come se fosse fatta di cristallo per proteggerla da un passato traumatico, o ricucire il complicato rapporto con il padre? Per Fara si avvicina il classico momento in cui i nodi vengono al pettine, e vale la pena di raccontarli in una serie.
INVERSO - The Peripheral (Usa, 2022) - dal 21/10/2022
Sono quattro anni che PrimeVideo ha per le mani i diritti di adattamento di uno degli ultimi romanzi – Inverso, uscito nel 2014 e già fornito di un sequel: Agency (2020) – scritti da William Gibson, il geniale maestro del cyperpunk. Ma se quattro anni erano il minimo indispensabile per permettere a Lisa Joy e Jonathan Nolan (la premiata coppia corresponsabile di Westworld) di partecipare alla lavorazione in veste di produttori, allora apprezziamo molto la pazienza. Ché per adattare le visioni di Gibson, ci vuole una gran scorta di sapienza cinematografica. Ci hanno già provato Robert Longo (Johnny Mnemonic) e Abel Ferrara (New Rose Hotel) con risultati abbastanza altalenanti. Joy e Nolan sono stati chiamati a supervisionare e supportare il lavoro di Scott Smith, showrunner ufficiale della serie nonché, nella vita, principalmente romanziere – anche se ha firmato in prima persona le sceneggiature per le trasposizioni cinematografiche di due dei suoi libri, Soldi sporchi e Rovine. Il romanzo di Gibson è di quelli abbastanza densi, ambientato in due futuri (entrambi non particolarmente gradevoli). Nel primo, la giovane Flynne (Chloë Grace Moretz) vivacchia alla giornata cercando di prendersi cura del fratello Burton, veterano delle forze armate costretto al congedo per via delle conseguenze sul suo corpo degli impianti neuro-cibernetici che l'esercito gli ha impiantato. Nel secondo futuro, più in là rispetto al primo, una società post-apocalittica e balorda è guidata da poca gente ricchissima, potentissima e annoiatissima; abbastanza da usare il viaggio nel tempo come attività ricreativa. Uno di questi Mazinga del futuro futuro, Wilf Netherton, in uno dei suoi viaggi di piacere indietro nel tempo si imbatte in Flynne e Burton, dando vita a uno strano terzetto che dovrà affrontare cose che, signora mia, non gliele raccomando mica sa.
DISNEY+
Les Amateurs (Francia, 2022) - dal 19/10/2022
Questa è la versione francese di The Wrong Mans, serie britannica andata in onda fra il 2013 e il 2014, inedita in Italia, ma abbastanza celebre per aver rappresentato l'ultimo momento di umiltà nella carriera di James Corden; il quale, l'anno dopo aver chiuso questo progetto, è volato in America a raccattare fama globale con il talk notturno The Late Late Show With James Corden, trovando anche il tempo di partecipare a quella follia (non in senso buono) di Cats, nonché il modo per farsi riconoscere come uno dei tizi famosi più sgradevoli di sempre. La storia è sempre quella di due boccaloni sempliciotti e un po' sfigati, stavolta ribattezzati Vincent e Alban. Il primo, trentenne, è appena stato lasciato dalla compagna senza troppe cerimonie. Il secondo, quarantenne, vive con la mamma e in generale non percepisce granché di positivo o stimolante dal suo orizzonte degli eventi. Entrambi sono dipendenti comunali senza arte, né parte, né ambizioni, né sogni. La faccenda si ribalta quando, in maniera del tutto fortuita, i due scoprono i dettagli di un pericoloso complotto criminale su larga scala (anche politica e finanziaria) che potrebbe mettere sottosopra (o a soqquadro, a seconda del punto di vista) l'intera cittadina. In sei puntate da 30 minuti l'una, gli incompatibili Vincent e Alban dovranno imparare a fare squadra se vorranno sopravvivere, e magari nel frattempo salvare la città e assurgere allo status di eroi.
LIONSGATE
BMF: Blowing Money Fast (Usa, 2022)
dal 23/10/2022
L'artista precedentemente noto come 50 Cent continua a impilare una sopra l'altra serie su serie – è una dura lotta, fra lui e Ryan Murphy, a chi sforna più titoli all'anno – letteralmente come se non ci fosse un domani. A parte che StarzPlay, che ora è diventata Lionsgate, ormai ha un palinsesto che per tre quarti è formato da serie prodotte da 50 Cent (a partire da Power e da tutti i suoi innumerevoli spinoff). Ma si può addirittura dire che ormai il signor Cent ha messo insieme un vero e proprio universo seriale tipo quello della Marvel; solo che qui sono tutti spacciatori e rapper. A parte Power e i suoi spinoff, Cent aveva prodotto anche BMF (acronimo di Black Mafia Family): resoconto di finzione (la cui seconda stagione dovrebbe uscire a breve) sulla ragguardevole esperienza criminosa dei fratelli Demetrius e Terry Flenory, meglio conosciuti rispettivamente come Big Meech e Southwest T, che alla fine degli anni '80 hanno conquistato, a colpi di arroganza, l'intero mercato dello smercio di cocaina a Detroit. Sentendosela talmente calda da arrivare a fondare un'etichetta discografica hip hop per riciclare il denaro proveniente dallo spaccio, ribattezzandola Black Mafia Family. Non contento di aver prodotto più di una stagione di quella roba lì, Herr Cent ha raddoppiato mettendo in cantiere anche quest'altra roba qui; che è la stessa identica, solo in forma di documentario. Se avete già visto la versione di finzione, ho il sospetto che Blowing Money Fast possiate risparmiarvelo. E viceversa.
Fanno le superiori, ma sono solo in seconda
NETFLIX
Barbari (Germania, 2020) - seconda stagione dal 21/10/2022
L'anno era il 9 dopo Cristo e il generale romano Publio Quintilio Varo si sveglia una mattina decidendo che è proprio il caso di conquistare una volta per tutte quella bella fetta dell'attuale Germania che sta oltre il Reno e che da tempo sfugge a un saldo controllo dell'Impero. Impacchetta le sue tre legioni e parte alla volta della Bassa Sassonia, potendo contare sull'aiuto di Arminio, condottiero a capo di un'alleanza di tribù germaniche. Arminio era un cherusco latinizzato, che da poco aveva ricevuto la cittadinanza romana e per anni aveva servito come ufficiale di legione. Arminio, quando l'esercito imperiale arriva nei pressi della foresta di Teutoburgo, non fa nemmeno finta di non essere quello che ha passato tutte le informazioni strategiche ai suoi conterranei germanici: semplicemente si gode l'imboscata e il totale, senza precedenti annichilimento delle truppe romane. È un'ecatombe che rappresenta una delle sconfitte peggiori mai subite dai romani, nonché il motivo principale per cui le terre al di là del Reno non saranno mai più minacciate dall'Impero (sculacciato dai barbari nella guerra lunga sette anni che farà seguito alla battaglia di Teutoburgo). Tutta questa storia pazzesca viene raccontata da Barbari, serie a produzione tedesca che dimostra come gli amici teutonici abbiano ancora delle soddisfazioni da prendersi sui vicini latini; e se non si sono ancora scordati di una battaglia vecchia di duemila anni, figurati quando si dimenticheranno dei mondiali 2006.
APPLE TV+
Acapulco (Usa, 2021) - seconda stagione dal 21/10/2022
(avevamo parlato della prima qui)
NOW
Romulus (Italia, 2020) - seconda stagione dal 21/10/2022
Ce lo ricordiamo tutti Il primo re. Non è una domanda. Perché quel film lì scritto, diretto e prodotto (con l'aiuto di un sacco di amici) da Matteo Rovere nel 2019 è stato la cosa che più somiglia a un prodotto spettacolare e intelligente, fatto senza scimmiottare gli americani, realizzata in Italia da parecchio tempo a questa parte. Sostanzialmente tutto quello che i Criticoni® chiedevano da anni al cinema popolare di qualità nostrano: un antidoto all'italianismo postulato dal filosofo Stanis La Rochelle. Quello che non osavamo sperare è che Il primo re fosse al tempo stesso antidoto cinematografico E televisivo – anche se, oggettivamente, il livello delle nostre serie è più al passo con i tempi (a livello produttivo) rispetto a quello del grande schermo. È che a Matteo Rovere, dopo aver scoperto quanto è fertile il terreno della storia e della mitologia su cui poggia la nascita di Roma, si sono spalancate le cateratte narrative, scoprendo un mondo inesplorato di potenziali racconti da mettere in scena. In Il primo re si restava nella vicinanze temporali della fondazione vera e propria della città eterna, con la storia (recitata in protolatino sottotitolato, com'è il caso anche per la serie) di come Romolo e Remo si sono azzuffati per chi dovesse chiedere per primo l'autografo a Califano. Romulus, invece, sfrutta il formato ad ampio respiro (10 puntate da un'ora) per prenderla più alla larga e partire da lontano. Il secolo è lo stesso della fondazione di Roma, l'ottavo avanti Cristo, ma le circostanze precedono l'avvento dei due fratelli del mito. Siamo nelle terre a sud del Tevere, dove sotto il dominio del re di Alba convivono 30 diverse popolazioni; ma la fragile pace è minacciata da un periodo di carestie e siccità. Protagonisti della serie sono i giovani: Yemos, il principe di Alba, Wiros (uno schiavo orfano) e la vestale Ilia.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Tutto chiede salvezza (Netflix) 🥑🥑
Due avocado pieni di onestà a Tutto chiede salvezza, che è proprio la seconda cosa migliore che potesse fare Mamma Rai per accodarsi a questa nuova moda degli elevated teen drama (SKAM, Euphoria, Sex Education e via discorrendo). La prima cosa migliore che avrebbe potuto fare, chiaro, sarebbe stata smettere di essere Rai, farsi radere al suolo e ricominciare da zero senza intromissioni politiche. Ma quello non si può fare; quindi ci accontentiamo che abbiano scelto del materiale di partenza valevole (l'omonimo romanzo del finto giovane Daniele Mencarelli) e che abbiano dato la serie in mano all'adulto più adeguato al compito (il bravone Francesco Bruni). Il risultato finale renderebbe orgogliosi gli sceneggiatori di Boris: si intravedono, sullo sfondo, i revisori della sceneggiatura approvati dal Vaticano che fanno segno “Quello non lo possiamo dire”, ma allo stesso tempo si trova spazio per un pizzico di locura e di idee semi-moderne di linguaggio televisivo. Va bene così.
Extra
Le notizie dal mondo delle serie tornano la settimana prossima. Vi segnaliamo però l’appuntamento con Il pilota VPN: Let the Right One In