Fuori le serie! 🛋️ #154 - Andor(ra la Vella)
Settimana campale per gli amici appassionati di Star Wars: esce Wanna, la docuserie sulla madre adottiva di Palpatine. Non è vero. Ma esce Andor, e con lei fa capolino anche la meravigliosa I May Destroy You (in ritardo di soli due anni).
Buona la prima (stagione)
NETFLIX
Wanna (Italia, 2022)
dal 21/09/2022
«Perché i coglioni vanno inculati, cazzo!». Sul serio. Basterebbe appoggiare qua questa citazione, uscita direttamente dalla bocca di sua soavità Wanna Marchi, per dare la migliore idea possibile su questa docuserie, che si preannuncia il nuovo evento mediatico al capitolo “Netflix racconta ai giovani d'oggi non l'Italia che fu ma l'Italia che è stata, anche se in realtà a guardare sono i vecchi nostalgici” sulla scia di SanPa: luci e tenebre di San Patrignano. Però Wanna – la serie, non la signora ottantenne che si è arricchita prima insultando le casalinghe sovrappeso, e poi facendo abbondante circonvenzione di incapaci – è costruita con tale grazia, cura e continenza che sarebbe un peccato limitarla a un'unica, per quanto incredibile, citazione. Innanzitutto sono quattro puntate, un numero contenuto che dovrebbe essere inscritto nelle sacre tavole della legge televisiva: una per raccontare gli inizi dal nulla e quasi fortuiti, una per mostrare il primo apice e il primo crollo (i prodotti dimagranti, la tv commerciale anni '70/'80, la bancarotta), una per essere nuovamente testimoni dell'assurda rinascita che il pubblico italiano ha concesso a questa fenice nera, e una per rivivere l'indagine fatta scaturire da Striscia la notizia – Operazione Tapiro Salato, sic e sigh – che ha portato all'arresto dei ciarlatani e al dispiegarsi di un circense processo mediatico preteso dalle stesse accusate – Wanna e la figlia Stefania Nobile, il mago do Nascimento era già bello che scappato in Brasile. Manco a dirlo, Wanna – sempre la serie, non la cariatide erinni furiosa con gli occhi spiritati che è tuttora convinta di non aver fatto nulla di male ma anche che, c'è da dire, si porta i suoi 80 anni (con soggiorno in carcere) come una campionessa – si concentra sulla vicenda Marchi, ma finisce con il descrivere un paese umile e superstizioso, ancora una volta fattosi mettere (volentieri) sotto scacco da una persona emiliana che urla più forte di tutti gli altri.
Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer (Usa, 2022)
dal 21/09/2022
È l'ennesima serie sfornata da Ryan Murphy (Glee, American Horror Story, Ratched, Hollywood, The Politician, Halston) per i tipi di Netflix, in forza del contratto di esclusiva da 300 milioni di dollari firmato fra le due parti e valido fino al 2023. È la versione leggermente più narrativa – ma di questa vicenda si sa talmente tanto (persino le frasi, parola per parola, pronunciate dai protagonisti in certi momenti) che è praticamente un documentario messo in ordine da sceneggiatori professionisti e recitato da gente brava – di un podcast true crime sulla storia di uno dei serial killer più famigerati nella storia degli Stati Uniti, il necrofilo e cannibale Jeffrey Dahmer. Dahmer è stato uno la cui fantasia ossessionante era quella di avere tutto per sé un ragazzo bellissimo completamente, totalmente, psicologicamente e fisicamente remissivo nei suoi confronti – e magari cosciente – a disposizione per le sue fantasie sessuali. In mancanza di questi requisiti impossibili da ottenere con le sue capacità sociali – e all'interno di una vasta area, quella del midwest americano degli anni '80, che faceva di tutto per non riconoscere l'esistenza di una comunità omosessuale sempre meno disposta a nascondersi – Jeffrey si accontentava di fare le stesse cose con ragazzi bellissimi completamente, totalmente, psicologicamente e fisicamente remissivi, ma non coscienti. E neanche vivi, la maggior parte delle volte. La serie parte dal '91 – dall'ultimo tentato omicidio che invece finisce con l'arresto del serial killer – quando Dahmer, qui interpretato piuttosto filologicamente da Evan Peters, già vive da solo e non più con la nonna o il padre. Poi le puntate successive prendono spunto dalla lunga e dettagliata confessione dell'assassino per ripercorrerne la vita, coinvolgendo la figura gentile ma assente (e se presente, ignara) del babbo, interpretato da un Richard Jenkins come sempre gigante. Oh. Dahmer è tosto. Faceva cose quasi indicibili. Ed era consapevole della gravità dei suoi istinti – quando viene arrestato, le sue esatte parole sono «Per quello che ho fatto, dovrei morire» – e del fatto che per lui fosse impossibile controllarli. Dahmer è uno dei frutti più dolorosi di una società costruita male. E Murphy non va per il sottile, raccontando tutto quello che c'è da raccontare (a volte mungendo un po' troppo le tempistiche) senza allontanare lo sguardo, e tendenzialmente senza scadere nella pornografia della violenza o del fascino della psicosi.
Soltanto per amore (Brasile, 2022)
dal 21/09/2022
La pro loco dello stato del Goiás – regione interna del Brasile che normalmente nessuno si calcola perché è tutta una lunga distesa di campi di canna da zucchero, mais, soia, sorgo, pomodori, fagioli, girasoli, aglio – è lieta di presentare la serie stucchevole della settimana. Fin dal titolo, Soltanto per amore pare l'unico degno candidato possibile alla coccarda di dubbio valore. Poi uno legge la trama, guarda il primo episodio e improvvisamente Soltanto per amore entra in lizza fra le nominate alla serie stucchevole del mese, se non dell'anno. Deusa è una giovane forestiera che ha trovato nel Goiás uno scopo e un sogno (e forse amore? Chissà) grazie a Tadeu, insieme al quale cerca fortuna come musicista. I due hanno fondato una band con un nome – Só Se For Por Amor, “Solo se è per amore” – che per descriverlo dovete aiutarmi a trovare un altro aggettivo che non sia stucchevole. Succede che i Solo se è per amore diventino improvvisamente virali grazie alle loro canzoni, venendo notati dal potente (e scusate l'ardire nell'aggiungere: spietato) uomo d'affari César Marcolo; il quale decide di mettere zizzania fra il gruppo offrendo a Deusa di ricoprirla di soldi per intraprendere una carriera da solista. Facendo inalberare non solo gli altri membri della band, ma anche la moglie e socia Ana Lígia. C'è proprio puzza di DRAMAAA.
Thai Cave Rescue - Salvati dalla grotta (Thailandia, 2022)
dal 22/09/2022
Nei soli quattro anni che sono passati dall'incidente della grotta thailandese di Tham Luang, quando una squadra di calcio (12 ragazzini più il loro allenatore) è rimasta bloccata all'interno di una grotta guadagnandosi lo sconcerto e la preoccupazione di tutto il mondo come solo i minatori cileni prima di loro, l'occidente è già riuscito a produrre due documentari e due film di finzione (fra cui il recente Tredici vite di Ron Howard) per raccontare la storia con il giusto piglio retorico e con la dovuta attenzione nei confronti dell'eroismo dei salvatori bianchi che sono sopraggiunti a coadiuvare i poveri barbari del Sudest asiatico. Andiamocene a quel paese, noi e la nostra condiscendenza post-colonialista. Se devo intristirmi e mettermi angoscia a guardare un film, una serie o un documentario che racconta una cosa del genere, quanto meno voglio il punto di vista di chi la storia l'ha vissuta davvero, non di chi è intervenuto a gamba tesa per dimostrare (per l'ennesima volta) di essere meglio degli altri. Questa di Netflix è l'unica produzione – non a caso thailandese, beccatevi il bellissimo titolo originale: ถ้ำหลวง: ภารกิจแห่งความหวัง (giuro che è vero e che non sono andato a googlare “parolacce thai”) – che ha ottenuto ufficialmente i diritti di sfruttamento della storia dai diretti interessati. Quindi Thai Cave Rescue - Salvati dalla grotta rimane certamente un interessante racconto dei 18 giorni di sopravvivenza all'interno della caverna allagata (come peraltro erano stati anche gli altri film dedicati alla vicenda); ma è, in particolar modo, la storia umana delle persone direttamente coinvolte. Sia quelle a capo dell'operazione di salvataggio, come il governatore dello stato di Chiang Rai Narongsak Osatanakorn; sia, e soprattutto, il resoconto emotivo e ben informato dei 13 veri protagonisti – l'allenatore Ek e i ragazzi, Mark, Biw, Tee, Titan, Adul, Phong, Night, Mix, Note, Nick, Tle e Dom – e delle storie che li hanno formati fino al fatidico momento dell'incidente.
Le ragazze dell'ultimo banco (Spagna, 2022)
dal 23/09/2022
C'è un gruppo di super amiche spagnole, in prossimità dei trent'anni, che si vuole ancora talmente bene da tenerci un sacco a sfuggire allo stereotipo basato sul vero miracolo di Gesù, che all'alba dei trentatré anni aveva ancora dodici amici stretti con cui andava spesso a cena. Una roba ancora più impensabile dell'acqua che si trasforma in vino. Queste cinque migliori amiche si vogliono bene sin dai tempi della scuola e sono collettivamente sopravvissute alle forche caudine dei vent'anni e dell'età adulta. Ribadiamo: un miracolo ancora più grande di Shia LaBeouf scritturato per interpretare Padre Pio in un film diretto da Abel Ferrara. Parte del segreto di queste cinque amiche – oltre a quello di essere delle belle persone e di essere le protagoniste di una serie tv – è che ogni anno, cascasse il mondo, si prendono una settimana di vacanza per stare insieme, bighellonare come ai vecchi tempi e fare delle simpatiche zingarate perfette per rinsaldare i rapporti. La settimana di vacanza di quest'anno, però, ha bisogno di una serie in sei puntate per essere raccontata e dunque dev'essere successo qualcosa. È successo che a una delle cinque amiche è stato diagnosticato un cancro di quelli brutti e cattivi, che lasciano poca speranza. La sorellanza però non si sfalda per così poco, e tutte decidono di partire comunque prima dell'inizio del ciclo di chemioterapia, dandosi anche una rapata ai capelli per solidarietà. Manco a dirlo, le dinamiche del gruppo avranno il loro bel daffare per reggere a un urto del genere, ma le giovani donne avranno modo di imparare qualcosa di prezioso sul senso della vita e su loro stesse. O qualcosa del genere insomma, non penso proprio che finiscano con il combattere un'orda di zombie o un'invasione aliena.
NOW
I May Destroy You (Gb, 2020)
dal 20/09/2022
Capito perché c'è un sacco di bisogno di una rubrica che funzioni da promemoria per tappare alcuni buchi (magari non voluti, solamente contingenti) nella distribuzione italiana? I May Destroy You è stata, praticamente all'unanimità, una delle migliori serie tv del 2020 e arriva in Italia, con la calma dei giusti, solamente ora. Per la sua creatrice (e valida protagonista) Michaela Coel non si trattava di un debutto, avendo già curato le due stagioni di Chewing Gum – che una volta erano su Netflix anche per noi, ma adesso sono tornate in chissà quale archivio per colpa di hai voglia a sapere quali diritti scaduti. Eppure la freschezza, la forza primigenia e impattante della scrittura fanno pensare, chissà perché, allo sguardo vergine di un'esordiente brillante; che scopre un linguaggio, quello televisivo, e lo manipola a piacimento senza alcun timore reverenziale o paura di fare la cosa sbagliata. I May Destroy You è la storia dell'antipatica icona Millennial Arabella, una ventiequalcosaenne diventata celeberrima grazie al romanzo d'esordio, ispirato al successo del suo profilo Twitter. Arabella è la Carrie Bradshaw che ci meritiamo negli anni 2020: è talentuosa, egocentrica, balorda, libera, in totale armonia con se stessa e il proprio corpo, stronza il giusto, appassionata di droghe e di feste. E all'inizio della serie è anche in difficoltà, dal momento che dovrebbe consegnare entro un giorno la prima stesura del suo secondo libro, ma i lavori sono ancora in alto mare. Basta una notte di duro lavoro, si dice Arabella prima di farsi sedurre dalle sirene di un amico che la invita a fare festa per non stare da solo mentre tradisce la moglie. La nostra scrittrice nicchia un minimo prima di accettare, e la serata si rivela talmente ragguardevole che la mattina dopo la ragazza non ricorda più praticamente niente. A parte il flash di un uomo bianco che la sovrasta in un ambiente chiuso, e una piccola ferita sulla fronte. Aye: Arabella è stata drogata e stuprata, e adesso è confusa e indecisa sul da farsi. Ma soprattutto non riesce a elaborare del tutto quello che le è successo, e nel frattempo la vita procede a ritmi vertiginosi.
PRIMEVIDEO
Prisma (Italia, 2022)
dal 21/09/2022
Latina (e un po' Sabaudia, ma poco), 2022. Marco è il gemello omozigote diverso (questo sì che sarebbe stato un gran nome per una boy band) di Andrea, diciottenne queer che sta segretamente risparmiando per permettersi la transizione spacciando erba ai trappusi del posto; fra cui spicca Daniele, compagno di nuoto di Marco, il quale (quest'ultimo) sembra sempre arrabbiato, ha qualche problema a socializzare, odia tutti e in generale pare sullo spettro dell'autismo. Non odia Carola, ragazza disabile che però zufola alla vista di Daniele – anche usando Marco sui social per cercare di farlo ingelosire – il quale però si sente da mesi su Instagram con una misteriosa ragazza di Torino che lo capisce alla perfezione come nessuno mai. La ragazza di Torino è Andrea, che fino a qualche mese prima stava con Micol di Sabaudia, prima di sgamarla a letto con Nina – che è vegetariana, molto sul pezzo e tanto più brillante di quelli che le stanno attorno, soprattutto a casa. Fiocco sulla bustina d'erba quella che inali e poi il giorno dopo sei morto di eroina: Andrea è stato beccato a scuola a spacciare, ha perso l'anno e adesso si ritrova in classe con una combattiva Nina. Massimo Decimo Meridio interverrebbe con uno stentoreo «Non vi siete divertiti? NON VI SIETE DIVERTITI??», ma è un'atmosfera che funzionerebbe meglio in inglese e per una volta siamo italiani e siamo molto contenti e orgogliosi di poter essere quelli che si godono le bellezze di una serie che fa parlare un gruppo di persone nella maniera giusta, credibile. Attuale e con applicazione topica. Non sto dicendo che il lavoro di Ludovico Bessegato – proprio EGLI, quello di SKAM Italia – abbia valore documentale o socioetnografico, e che ogni singola persona nata dopo il 2000 sia esattamente come quelle mostrate nelle sue serie. Sto dicendo che EGLI dà la sensazione di aver colto lo spirito narrativo e romanzesco di una generazione, e che il linguaggio della serialità gli stia dando i mezzi ideali per raccontarlo. Guardate Prisma e poi andate a fare una carezza ai Millennial che abitano le vostre vite, dicendo loro che quella è la carezza di Ludovico Bessegato. Poi, nel dubbio, assestate comunque una bella schicchera dietro l'orecchio, che è sempre un buon modo per insegnare quanto la vita sia complicata e dolorosa.
DISNEY+
Andor (Usa, 2022)
dal 21/09/2022
Via le spade laser e le spade taser, via la forza e lo sforzo; dentro i poverinos della Galassia, quelli troppo piccoli per avere un ruolo principale nel Grande Schema Delle Cose che governa il mondo fantascientifico e iper-complesso di Star Wars. Che poi era anche la filosofia che sosteneva Rogue One (non a caso il miglior film della saga da un buon tot di tempo a questa parte), lo spinoff della serie ufficiale concentrato su uno scalcagnato gruppo di scappati di casa che si metteva insieme più o meno per caso e adesso, visto che ci siamo, andiamo a rubare i piani della Morte Nera per consegnarli ai ribelli e poi festeggiamo facendo fuochi artificiali con un intero pianeta! Yuhuuu! Vabbè. Non so mica quanti dei patatoni di Rogue One torneranno in questa serie – che si struttura diversamente da The Mandalorian e The Book of Boba Fett: dodici puntate, con già confermata una seconda stagione che dovrebbe creare un unico ciclo con questa prima –, ma quel che è sicuro (fin dal titolo) è che il protagonista è Cassian Andor, il furfante dal cuore d'oro interpretato (sia nel film sia in questa serie) da quel simpaticone vero di Diego Luna. La storia raccontata avviene cinque anni prima degli eventi di Rogue One, quando Cassian non era ancora un rivoluzionario ma solo uno dei tanti disperati ai margini dell'Impero che si barcamenano come meglio possono. Nello specifico, il barcamenarsi di Cassian prevede l'ossessiva ricerca della sorella perduta, Kerri; indagine che fin dal primo episodio lo porta a uccidere, un po' per sbaglio un po' no, due guardie giurate che onestamente gli stavano un po' rompendo le balle gratuitamente. Ora Andor deve continuare a cercare la sorella portando avanti i suoi soliti affari loschi di contrabbando, ma con in più avendo alle calcagna il giovane, ambizioso e pignolo vice-ispettore imperiale Syril Karn.
RAIPLAY
Wild Republic (Germania, 2022)
dal 22/09/2022
Siamo in Germania, quel posto in cui gli esperimenti sociali andrebbero dosati con una certa quantità di cura. Eppure, un carcere minorile decide di provare una faccenda all'avanguardia: portare un gruppo di detenuti recidivi a fare otto settimane di campeggio (due mesi, perdiana, che crudeltà) in mezzo alle Alpi per cercare di re-immergerli in un ambito di socialità, seppur estremo. Ecco perché siamo bel belli in mezzo ai panorami incontaminati e impassibili ai piedi delle Alpi Bavaresi. Giusto il tempo che il gruppo si piazzi, e il tizio del carcere che dovrebbe badare a loro muore di morte violenta e misteriosa. I galeotti si guardano in faccia chiedendosi l'un l'altro: e adesso? Scappiamo e tentiamo di trovare, da soli e con poche attrezzature, la strada verso la civiltà e la libertà auto-condannandoci a una vita da latitanti? O facciamo i secchioni, contattiamo le autorità e ci facciamo rinchiudere di nuovo nella speranza che credano alla nostra versione dei fatti e non ci puniscano ulteriormente per qualcosa che non abbiamo commesso? Accipicchia. Anche se il gruppo è piuttosto eterogeneo e non particolarmente ben assortito, tutti i componenti hanno qualcosa in comune: non si fidano né delle guardie, né del sistema giudiziario. Non hanno alcuna speranza di venire trattati in maniera imparziale. L'unica possibilità è la fuga, cercando di rimanere insieme, di sopravvivere alla smontanata (una scampagnata in montagna, ndr), magari di scavallare in Austria e poi da lì vedere dove li porta l'ispirazione. Intanto, però, bisogna non soccombere al monte e, soprattutto, ai compagni di viaggio.
Nubi di ieri sul nostro domani odierno
NOW
Petra (Italia, 2020) - seconda stagione dal 21/09/2022
È quella serie giallo-rosa che non esiterei a definire “fiction” nel senso più italiano del termine, che non credo esista da nessun'altra parte. Sul modello Montalbano, per dire. Una collezione di film da 80 minuti che qualche produttore e/o distributore ha deciso di chiamare “puntate di una serie” solo perché vanno in televisione e hanno la stessa protagonista. La stessa protagonista è Petra Delicato (Paola Cortellesi brava come e più del solito), ispettrice nel settore operativo della squadra mobile di Genova, brillante sul lavoro e categorica per quanto riguarda la vita privata: dopo due matrimoni falliti e senza figli ha deciso di non farsi più trascinare in beghe affettive, anche per quanto riguarda amicizie, famigliari ed eventuali animaletti. In casa tiene giusto un ragno, che d'altronde «Non ti chiede niente, non fa nulla, non vuole niente: è il migliore amico dell’uomo». La serie, Sky l'ha prodotta adattando gli innumerevoli romanzi della spagnola Alicia Giménez Bartlett e avendo bene in mente l'idea di fare un giallo piuttosto canonico (nessuno ha detto brutto, anzi) nello svolgimento, ma ribaltato nelle premesse; ovvero con protagonista una donna lontana dagli stereotipi (e dagli archetipi di genere), le cui avventure potessero risuonare anche fra il poco romantico pubblico maschile. In questa seconda stagione Petra torna a lavorare con il suo vice Antonio (un Andrea Pennacchi bello come il sole che bagna le lontre del rodigino), con cui ha costruito un solido rapporto di affetto professionale nonostante i due siano agli antipodi. La serie di crimini su cui dovranno indagare sarà, manco a dirlo, estremamente variegata: un omicidio all’interno di un comprensorio esclusivo; una serie di morti fra i senzatetto della città; un duplice assassinio legato a un crimine del passato; il furto di una pistola, che porta Petra e Antonio a esplorare il ragguardevole universo della maranza deliquenziale giovanile.
NETFLIX
Snabba Cash (Svezia, 2021) - seconda stagione dal 22/09/2022
(della prima abbiamo parlato qui)
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Prisma (Prime Video) 🥑🥑🥑🥑🥑
Cinque avocado a Prisma. Ne avete letto sopra. Confermo. Ora di corsa a recuperarla, quasi quasi anche se non avete della prole ventenne dietro cui schermarvi con una scusa: non c'è nessuna vergogna nel sognare un po' di adolescenza per il tempo necessario a bingiare questa serie. Anzi. Magari aiuta noi vecchi a togliere un po' di cinismo.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie.