Fuori le serie! 🛋️ #223 - I vestiti nuovi della comica
Non scherziamo, non ci sono ferie che tengano: questa è la settimana in cui arriva finalmente in Italia Hacks, forse la miglior serie ancora inedita da noi. Abbiamo dovuto aspettare quasi tre anni, ma ne varrà la pena. Escono anche altre cose, ma a quelle potrete pensarci poi.
Escono
APPLE TV+
The New Look (Usa, 2024) - dal 14/02/2024
Dice che un tal dì, in occasione di un evento che ripercorreva la fulgida carriera di Christian Dior, un ammiratore astante avrebbe affermato che la collezione New Look dello stilista francese, inaugurata nel 1947, “ha aiutato l’umanità a ritrovare la bellezza dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale”. È una frase molto bella, che funziona da dio se devi raccontare una storia sugli stilisti di quell'epoca – oltre a Dior (Ben Mendelsohn) ovviamente anche Coco Chanel (Juliette Binoche), Cristóbal Balenciaga (Nuno Lopes ma non il calciatore ex Apollōn Limassol) e Lucien Lelong (John Malkovich) – ma di un paternalismo così violento che inviterei l'astante di cui sopra a provare a ripeterla in mezzo a un corteo di Cobas del latte per vedere se riesce a tornare a casa con le ghette e la tuba integre. Però la citazione rimane una manna dal cielo per imbastire un racconto ben pettinato su quegli anni lì, a cavallo tra le tragedie della guerra e le macerie su cui ricostruire. Durante il conflitto, Dior, Chanel & compagnia stilista protagonista della moda nella Parigi occupata si trovavano in una situazione altamente scivolosa: le loro creazioni di lusso erano molto ambite dai ricchi tedeschi invasori e l'autoconservazione di questi imprenditori dello stile poteva benissimo essere scambiata per collaborazionismo. Nato come progetto antologico con più stagioni autoconclusive, The New Look si presenta come un melodrammone chic che racconta di gente elegante e privilegiata alle prese con problemi non propriamente popolari. Che è esattamente il motivo principale per cui la gente che sta nel mazzo come noi li ammira e li mette sul piedistallo. La volete sapere una cosa sorprendente? Alla regia di un paio di episodi di questa miniserie troviamo quella gran iconoclasta di Julia Ducournau (Raw - Una cruda verità, Titane), qui alle prese con faccende molto meno scabrose rispetto ai suoi standard.
NETFLIX
The Vince Staples Show (Usa, 2024) - dal 15/02/2024
Che bella sensazione, porcaloca, quando qualcuno di davvero bravo getta un seme nel deserto che riesce miracolosamente ad attecchire e a diventare oasi. Lo so che lo oasi non funzionano così, ma lasciatemi sognare. La persona davvero brava in questione è Donald Glover, e il seme è quello di Atlanta; che può essere descritta in moltissimi modi, ma il più efficace potrebbe essere: la serie tv più libera che vi capiterà mai di vedere. Vista per la prima volta, Atlanta fa l'effetto che facevano i film di Hong Kong all'inizio degli anni 90. Sembra un corpo estraneo, che non appartiene al linguaggio televisivo a cui siamo abituati e dunque è talmente imprevedibile da essere irresistibile. The Vince Staples Show gemma da quello stesso seme e tenta di raggiungere quella stessa libertà di linguaggio, forte di una quasi totale autonomia produttiva. È una bizzarra meta-commedia in cui il rapper californiano Vince Staples interpreta una versione stranita di se stesso, mentre naviga in un vortice di situazioni eccentriche incentrate sul rapporto conflittuale fra il protagonista e la fama. Vince è un musicista al limite della celebrità quella vera, sul punto di riuscire a mollare definitivamente la sua vecchia vita per intraprenderne una nuova e sbrilluccicante; ma c'è sempre qualcosa o qualcuno che lo àncora al passato. Dalla Georgia di Atlanta si passa alla California di Long Beach, ma rimane quella sensazione di potersi aspettare di tutto, soprattutto l'inaspettato. Ed è proprio bello guardare le serie tv che riescono a prenderti alla sprovvista.
Hacks (Usa, 2021) - prima e seconda stagione dal 15/02/2024
Ostrega che emozione. A essere sinceri, Hacks è uno degli esempi più clamorosi che a un certo punto ci hanno fatto dire: non sarebbe il caso di tenere traccia di tutte quelle serie tv belle, belline o, come in questo caso, bellissimissime che purtroppo da noi arrivano dopo o arrivano male o non arrivano proprio per tutta una serie di motivi validi e invalidi? Questo per essere positivi e cercare di non pensare al fatto che, per noi italiani, il primo mondo televisivo (quello anglosassone e quello dei paesi in cui non c'è bisogno di doppiare per forza tutto) è ancora tristemente lontano. Ma ci stiamo arrivando, con calma e per piacere. Hacks è una commedia (incredibilmente divertente) drammatica (terribilmente umana) che in mezzo a una bella storia di finzione nasconde anche un grande omaggio alla carriera di Joan Rivers, fra le più gigantesche persone comiche statunitensi di sempre a prescindere dal tipo di gonadi che si porta appresso. Hacks ha la caratteristica precipua di piacere a tutti e tutte quelli e quelle che la vedono, al di là del livello di familiarità con il microcosmo della comicità stand-up. Ha vinto Emmy, ha vinto Golden Globes ed è forse il ruolo più azzeccato che potessero regalare a Jean Smart, fenomenale interprete brillante che qua mette la quinta e sorpassa la concorrenza facendo pure le pernacchie. Smart veste i panni di Deborah Vance, leggendaria diva della stand-up che per decenni ha riempito i lussuosi cabaret di Las Vegas e che è arrivata a un punto anagrafico della propria carriera in cui si accorge della necessità di reinventarsi per non perdere il posto in cartellone al Palmetto Casino. Poi c'è Ava, che è una giovane e talentuosa sceneggiatrice di commedie finita sulla lista nera degli intoccabili a causa di un tweet infelice e della reputazione da egocentrica arrogantella che si porta appresso. Come ultima chance per tenere, se non tutto il piede, quantomeno il pondulo e il minolo nell'industria dello spettacolo, il suo agente la spedisce a Las Vegas a lavorare come nuova autrice di Deborah. All'inizio sono fuochi d'artificio: due personalità pungenti, sicure di sé e convinte di possedere le tavole della legge comica, che si scornano senza apparente possibilità di trovare terreno comune. Ma il pragmatismo e l'umanità pian piano cominciano a vincere: Deborah trova il coraggio di svecchiare il suo repertorio e Ava inizia a smussare le asperità più impervie del suo carattere. E basta. Il resto ve lo vedete da soli e da sole e poi magari ci mandate un cesto di frutta come ringraziamento.
Escono anche
Ready, Set, Love (Thailandia, 2024) - dal 15/02/2024 su Netflix: a causa di un'inspiegabile pandemia, da qualche anno in Thailandia nascono molte più femminucce che maschietti. Man mano che gli uomini diventano più rari, vengono acclamati come "tesori nazionali" e le donne si trovano a dover lottare per il loro affetto – e per il loro seme, ma questo la serie non lo dice – nell'ambito di un concorso sponsorizzato dal governo e ribattezzato Ready, Set, Love. Quando Day viene inaspettatamente accettata per partecipare alla competizione, conosce Sun, il ragazzo più popolare in palio, ed è amore a prima vista per entrambi. Solo che la loro relazione è messa in pericolo da un complotto strisciante. Che premessa gente. Non vorrei spararla grossa, ma forse a qualche sceneggiatore thailandese è misteriosamente arrivata sulla scrivania una VHS di Beato fra le donne e ha pensato fosse una buona idea trasformare uno dei più trucidi programmi del piccolo schermo italiano in serie tv.
House of Ninjas (Giappone, 2024) - dal 15/02/2024 su Netflix: massì, facciamo tornare di moda i ninja che alla fine un po' ci mancano gli anni 80 e i film d'azione esotici prodotti da trafficanti d'armi mediorientali. E poi i ninja sono come i pirati e i dinosauri, piacciono un po' a tutti. Qui si tratta di vedere se, nel Giappone contemporaneo, la leggendaria famiglia ninja dei Tawara avrà voglia di tornare a scagliare bombe di fumo prima di sparire nel nulla dopo aver deciso, sei anni prima, di ritirarsi dal business dell'essere invisibili a causa di una missione andata a mario. Succede che un'intera nave da crociera è stata avvelenata da misteriosi attentatori e il clan dei Tawara, nonna compresa, viene contattato dai vertici del Bureau of Ninja Management (volo) per tornare ai loro doveri shinobi. Accetteranno sicuro, altrimenti non ci sarebbe una serie, e poi succederanno cose. Per pochi palati selezionati, che però se la godranno come dei vigliacchi.
The Dynasty: New England Patriots (Usa, 2024) - dal 16/02/2024 su Apple TV+: è una docuserie sportiva, afferente al cosiddetto sottogenere all-access. Ovvero ci sono le telecamere che hanno il via libera per infilarsi ovunque, persino nella cesta dei sospensori sporchi, per raccontare la parabola vincente della franchigia di football americano dei New England Patriots. Che, per fare un paragone con il calcio nostrano, nel giro di una decina d'anni è passata dall'essere la versione ovale della Cremonese di Andrea Tentoni – pura sopravvivenza e felicità a momenti – a diventare la Juventus di Moggi, ovvero la squadra che vince sempre e lo fa in maniera antipatica e certe volte anche losca. Probabilmente esiste un diagramma di Eulero-Venn che fa incrociare le diciassette persone italiane appassionate di football americano e di serie tv: questa è per voi cuccioli, godetevela tutta.
Tornano
NETFLIX
Buongiorno, Verônica (Brasile, 2020) - terza stagione dal 14/02/2024
Oh, che bello. Finalmente una serie con un titolo educato, che saluta la sua protagonista e le augura anche il buongiorno! Dunque buongiorno a Verônica, intrepida mamma di due che nella vita fa la segretaria nella più trucida stazione di polizia di San Paolo. E sapete cosa risponde Verônica al saluto? Buongiorno un beneamato par di ciufoli, risponde Verônica, che si ritrova a collaborare (anche per ragioni personali) a una torbida indagine sullo sfruttamento femminile tramite un sito di incontri e ad assistere al suicidio di una delle vittime. Furibonda il giusto, la protagonista decide che, d'ora in poi, la sua missione sarà quella di soccorrere le donne che sono sotto il giogo (fisico e psicologico) dell'abuso domestico e sono troppo terrorizzate, o in pericolo, per mettersi al sicuro con le proprie forze. Ecco, poi succede che una delle vittime di abusi in questione sia Janete, moglie di uno psicotico colonnello della polizia militare. Buongiorno Verônica, e auguri a metterti contro tutto l'esercito di San Paolo per garantire l'incolumità di Janete. Anche qui Netflix va a pescare un romanzo di genere e mette la trasposizione seriale in mano agli stessi autori del libro, stavolta i brasiliani Raphael Montes e Ilana Casoy.
RAIPLAY
Màkari (Italia, 2021) - terza stagione dal 18/02/2024
Il giornalista Saverio Lamanna – ovvero quel gran fusto inside di Claudio Gioè – torna nella natia Macari, frazione di San Vito Lo Capo in provincia di Trapani, dopo essersi sputtanato una gran bel lavoro a Roma come portavoce di un eminente politico a causa di un banale errore che poteva risparmiarsi. Sbertucciato dal mondo che prima lo portava in palmo di mano e a terra da tutti i punti di vista – emotivamente, professionalmente, probabilmente con la pressione bassa e quasi sicuramente pure ipotiroideo – riesce in qualche modo a sfruttare l'occasione per riscoprire la sua più grande passione, la scrittura, rimasta nascosta per anni mentre era impegnato a fatturare come un drago facendo il pappagallo di gente inutile. Spinto dalla curiosità che lo ha sempre contraddistinto, Lamanna decide di improvvisarsi investigatore privato e di indagare sui vari casi del circondario senza che nessuno gliel'avesse chiesto, formando un improbabile trio assieme all'eccentrico e scanzonato amico Peppe Piccionello e alla determinata e sensuale studentessa di architettura Suleima, con la quale tenderà a conoscersi biblicamente ma senza dimenticare i sentimenti quelli belli e cristianocattolici.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Mr. & Mrs. Smith (Prime Video) 🥑🥑🥑🥑
Io glieli darei quattro avocados a Mr & Mrs Smith. Un po' perché la serie non c'entra praticamente nulla con il film da cui prende il titolo e a cui ruba giusto giusto l'idea di partenza di due spie costrette, come copertura, a fingersi coppia felicemente innamorata che pian piano scopre di volersi davvero del bene – oltretutto nel film sono impiegati da agenzie rivali e passano la maggior parte del tempo a cercare di ammazzarsi tra loro, mentre qui sono colleghi che devono lavorare insieme; e un po' perché la stolida solidità da paracarro di Hollywood di Doug Liman – e dello sceneggiatore guercio Simon Kinberg, autore (tra le altre cose) della saga degli X-Men – è quanto di più lontano dalla sensibilità artistica di Donald Glover (qui co-protagonista con Maya Erskine, co-creatore con Francesca Sloane e regista), che incamera l'input generico e lo trasforma in una commedia d'azione che parla dei rapporti di coppia con una tenerezza e una brillantezza che dovrebbero fare invidia a qualsiasi autore televisivo.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN della settimana: Three Little Birds
La serie della settimana: Mr. & Mrs. Smith
Go Wanda
Altri suits
Un altro Moriarty