Fuori le serie! 🛋️ #187 - Quante gocce di rugiada intorno al plafone
Settimana in cui la serie più attesa è appannaggio esclusivo dell'élite di Apple TV+ (High Desert), ma anche il popolo di Netflix riesce a cavarsela grazie al provvidenziale intervento della spagnola In silenzio e dell'anime Yakitori.
Escono
NETFLIX
XO, Kitty (Usa, 2023)
dal 18/05/2023
Non è tenero – laddove per “tenero” si intende “un fallimento per l'intero genere umano” – che nel 2023 esistano ancora delle serie tv in cui un personaggio si perde in una metropoli sconosciuta perché non riesce a orientarsi con la sua mappa fatta di carta e inchiostro nonostante possieda uno smartphone funzionante con il quale ha appena finito di mandare svariate mail in cui racconta ogni singolo pensiero che le passa per la testa? È pur vero che XO, Kitty la si vede solo in determinate circostanze – A) avete dei figli/nipoti adolescenti o pre-adolescenti che vi prendono in ostaggio il televisore e siete costretti B) state compiendo una ricerca di mercato e/o accademica riguardante i gusti televisivi delle persone nate fra il 2006 e il 2010 o C) chiamate la polizia e autodenunziatevi, cortesemente – ma anche al netto delle limitazioni strutturali è una roba di una stupidità che va quasi al di là del bene e del male, sicuramente oltre la sfera del tuono. È la storia di Kitty, la terza sorella Covey – quella di mezzo, Lara Jean, è la protagonista della trilogia di film (Tutte le volte che ho scritto ti amo, P. S. Ti amo ancora e Tua per sempre) di cui questa serie è spinoff – che ottiene di fare il terzo anno di liceo a Seoul alla ricerca delle sue radici (la madre era coreana) e per esplorare il suo rapporto d'amore (non più) a distanza con Dae. È una di quelle serie così sbarazzine, ma così sbarazzine, che in confronto la filmografia omnia delle gemelle Olsen evoca Ibsen.
Yakitori (Giappone, 2023)
dal 18/05/2023
L'avete mai fatto voi di prendere la vostra persona amica che non guarda i cartoni perché “sono roba da bambini, io sono un adulto che paga le tasse e tutto il resto” (spoiler: quando usano il pagamento delle tasse come arma retorica, vuol dire che in realtà non le pagano) e metterla davanti a La tomba delle lucciole o Akira? Hihihi. È molto divertente. E istruttivo per tutti, anche se in maniere completamente diverse. Yakitori è una serie animata di fantascienza che poteva fare la cosa semplice ed essere un'avventura spaziale sdentata tipo i Guardiani della galassia e invece mette le zanne da Starship Troopers e il tunz tunz di sottofondo. Topi giganti senzienti partigiani catafratti del pianeta Barka danno l'assedio a una base militare periferica mentre in colonna sonora infuria della techno grezza come un badile da letame. Vengono accolti e massacrati da un plotone Yakitori, carne umana da macello ben addestrata e a basso costo, al servizio del fascistissimo status quo militaresco costantemente in guerra con i ribelli di tutta la galassia. L'umanità, infatti, è una delle tante specie a essere stata gentilmente messa al suo posto da questa Federazione Commerciale del Sistema Pan-Stellare, che ha conquistato una buona fetta della galassia utilizzando la vecchia mossa Washington D.C.: avere più soldi e più pistole degli altri. Il giovane Akira Ihotsu è uno dei tanti umani disperati e incazzati che si arruolano fra i mercenari Yakitori perché tanto non c'è di meglio da fare, almeno ci si sfoga un po' e se siamo fortunati qualcuno ci ammazza in fretta ponendo fine alle nostre miserie. Poi decide che è il caso di ribellarsi a un destino già scritto, però ci sono già svariati topi giganti senzienti partigiani catafratti del pianeta Barka pronti a fargli la festa. Vi dico solo che questa storia qui l'ha scritta un giapponese di nome CARLO ZEN. Non è il caso di essere antipatici con qualcuno che ha un nome così bello.
In silenzio (Spagna, 2023)
dal 19/05/2023
Questa è la storia – rigorosamente raccontata da Federico Buffa – dello showrunner spagnolo Aitor Gabilondo, che va in fissa con il classico del rock argentino del 1973 Aguas claras de Olimpos (Cristálida) dei Pescado Rabioso; si impacca in particolare sul pezzo in cui Luis Alberto Spinetta canta tutto intenso e dolente “Todo gigante muere cansado de que lo observen desde afuera”, ogni gigante muore stanco di essere osservato dall'esterno.
Woah, dice Aitor Gabilondo. Adesso ci faccio una serie che parla di un ragazzo, Sergio Ciscar, che esce di prigione sei anni dopo aver ucciso (in circostanze ignote e per motivi misteriosi) i genitori quando era ancora minorenne e che da allora non spiccica parola. La legge dice che ha scontato la sua pena, ma l'ordine costituito si preoccupa perché non è mai riuscito davvero a valutare la pericolosità del ragazzo. Dunque sguinzaglia la psichiatra Ana Dussel e la sua squadra Truman Show per spiare Sergio 24 ore su 24 e stimare le sue vibes da potenziale serial killer. Quindi Sergio è un gigante che morirà stanco di essere osservato dalla psichiatra Ana? Non lo so mica. Ma immagina che serie ancora più bella sarebbe venuta fuori se Aitor Gabilondo avesse scoperto Impressioni di settembre. Come minimo ci avrebbe recitato Gifuni con un sacco di barba addosso.
APPLE TV+
High Desert (Usa, 2023)
dal 17/05/2023
Peggy e Denny sono una coppia super lusso. Anche perché sono interpretati da Patricia Arquette e Matt Dillon, ma soprattutto perché Denny spaccia tutto quello che Peggy non si cala. La cuccagna finisce nel 2013, durante un pranzo del Ringraziamento con invitati a sorpresa i federali dell'antidroga. Denny vola in carcere, mentre Peggy si trasferisce a casa della madre in mezzo al deserto della California, a Yucca Valley, sbarcando il lunario come animatrice in un parco divertimenti a tema western e cercando di stare alla larga dalle stupefacenti sostanze con cui ha fatto deragliare la sua vita. Quando mammà muore, però, il fragile equilibrio si spatafascia. Il fratello e la sorella fighetti arrivano in città per intimarle di vendere la casa e smettere di fare la parassita. Lei allora si prende male e decide di trovarsi un lavoro serio, di quelli come si deve, e fondamentalmente obbliga un investigatore privato mezzo fallito a prenderla come aiutante. È una serie tutta matta, un po' gialla e molto commedia, prodotta da Ben Stiller e diretta da Jay Roach (quello degli Austin Powers e di Ti presento i miei) in cui Patricia Arquette si diverte ad andare sopra le righe. Immagino sia abbastanza per darle un'occhiata. Alla serie, non a Patricia Arquette. Non siate viscidə ancellə del patriarcato.
Escono anche:
Doctor Cha (Corea del Sud, 2023) - dal 17/05/2023 su Netflix: è un telefilm con la sigla turbo sprint tipo I Cesaroni però montata con gli effetti di Windows Movie Maker. Se sopravvivete alle dissolvenze a stella, provate a seguire la storia di una sciura in lieve crisi esistenziale di mezza età (doppietta) che riprende a praticare la medicina dopo 20 anni di maschilismo interiorizzato.
Aftertaste (Australia, 2021) - dal 18/05/2023 su Serially: è la storia di un celebre e irascibile e sessista chef australiano – ho controllato: anche in Australia hanno gli chef – che fa un casino pubblico ed è costretto a tornare al paese con la coda fra le gambe. Imparerà a essere più umile e gentile per resuscitare la sua carriera? O rimarrà un galeotto figlio di buona donna come ogni buon australiano discendente dai britannici che si rispetti?
Juan Carlos. La caduta di un re (Germania, 2023) - dal 21/05/2023 su NOW: è una docuserie in quattro parti che esiste perché ad alcuni tedeschi è venuto in mente di raccontare la storia di Juan Carlos I di Spagna, dal matrimonio con la terza cugina fin quando non ha dovuto abdicare per questioni di frode fiscale. Per dire, se gli autori fossero stati francesi ce la saremmo correttamente cavata con due didascalie e la foto di una ghigliottina.
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PARAMOUNT+
From (Usa, 2022) - seconda stagione dal 19/05/2023
È la serie horror fantascientifica un po' Twilight Zone e un po' Lost creata da uno che non c'entra nulla con Lost (John Griffin), ma scritta da gente che ha sceneggiato Lost (Javier Grillo-Marxuach), prodotta da gente che ha prodotto Lost (Jack Bender e Jeff Pinkner) e interpretata da quello che in Lost faceva Michael Dawson (Harold Perrineau nei panni dello sceriffo sindaco), in cui Catalina Sandino Moreno finisce in una strana città in cui succedono cose enigmatiche. Ma non enigmatiche buffe tipo escape room o il quesito della Susi. Enigmatiche orrorifiche, tipo che la gente muore male anche quando meno te lo aspetti. Quindi, al netto delle previsioni, From non è Lost. Non esattamente almeno. C'è una cittadina isolata e misteriosa al posto di un'isola remota e misteriosa.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Nettare degli dei (Apple TV+) 🥑🥑🥑
Tre avocadi baciati dal sole della Côte d'Azur per Nettare degli dei, quella serie che non avete visto perché è tratta da un manga. Brighella che non siete altro. Pensate invece a quanto possano essere autistici – nel senso di ossessionati da un tema e da un punto di vista molto specifici – e per questo epici (a prescindere dal soggetto) i racconti dei fumetti giapponesi. Ora aggiungeteci i soldi di Apple TV+. Il risultato è una serie lussuosa, in cui la disfida a colpi di complicatissimi enigmi enologo-culinari è tanto sentita quanto bizzarra – e anche un po' spassosa. Per farvi capire: un livello di simile fomento dell'assurdo potrebbe essere raggiunto, per esempio, da Boris Spasskij e Bobby Fischer che giocano a scacchi appesi sopra al campo in cui Federer e Nadal si contendono la finale di Wimbledon.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN: Colin from Accounts
La serie della settimana: Star Wars: Visions
Dopo il trailer
Reboot di spinoff
Breve panoramica