Fuori le serie! 🛋️ #161- Perché se la mucca fa “mu” il merlo non fa “me”?
Sylvester Stallone debutta in una serie tv (Tulsa King), la trionfatrice degli scorsi Emmy (The White Lotus) torna con la sua seconda stagione, The Crown si avvicina alla fine: c'è tutto il necessario per una grande settimana di serie.
Esordire è un po' come morire
APPLE TV+
Circuit Breakers (Usa, 2022)
dal 11/11/2202
È una serie antologica di sci-fi per ragazzi, una di quelle frasi che non si sentivano dal 1987. Sono sette storie che raccontano di altrettanti adolescenti in erba i quali, in un futuro non troppo remoto, decidono di affrontare le classiche difficoltà di un'età difficile sfruttando nuove tecnologie fantascientifiche per modificare la loro realtà. Sette storie che – credo, a vedere il trailer – si immetteranno nel solco della più classica fantascienza pedagogica, andando a trattare le conseguenze delle scelte prese dai protagonisti e poi carezzando la nostra prole sintonizzata con una morale del tipo: attenti bambini, fare i capricci può essere pericoloso. Non si sa altro di questa carezza di serie, se non che ci viene ammannita da Melody Fox, showrunner esordiente ma penna televisiva dalla lunga carriera – specialmente nell'ambito delle serie per ragazzi, avendo scritto puntate di R. L. Stine's the Haunting Hour, Flash Gordon, Teen Titans, Skins, Draghi e draghetti, Stuart Little (la serie) e I Rugrats.
PRIMEVIDEO
Mammals (Usa/Gb, 2022)
dal 11/11/2022
Accidenti che sfortuna, povero James Corden. Proprio adesso che deve distribuire una serie con cui rilanciare una carriera da attore – che può vantare anche un ruolo in Cats, il film più correttamente sbertucciato degli ultimi dieci anni – messa in pausa per concentrarsi sulla “semplice” celebrità come presentatore televisivo; proprio ora che è finalmente tornato il suo momento per dimostrare a chiunque che è un artista a tutto tondo, proprio adesso che era lì lì per, e niente: si scopre che James Corden è un po' uno stronzo senza appello che se la crede da Londra a New York e che tratta male tutti quelli che non sono al suo livello. Ora non dico che sia giusto fare quello che fa il bobolo della rete, che appena mette le mani su una storia del genere impazzisce ed esagera – un esempio: dando preventivamente un voto pessimo alla serie su IMDb – ma mi sembra onesto ammettere che, oggi più di ieri, di Mammals non me ne può fregare più del dovuto, che sarebbe il minimo sindacale. La serie, peraltro, l'avrebbe creata James Richardson (Britannia) e l'avrebbe scritta Jez Butterworth, drammaturgo di lungo corso a cui hanno anche scagliato addosso un paio di Tony. La serie parla di James Corden che interpreta uno chef stellato, il quale rimane basito dopo aver scoperto che l'amata moglie, per di più incinta, gli sta nascondendo qualcosa di losco. Per approfondire la faccenda, James Corden si affida all'amico Jeff; il quale, fatalità, è anche il fratello della moglie di James Corden e oltretutto è sposato con la sorella di James Corden. Come al solito gira tutto intorno a James Corden.
The English (Usa/Gb, 2022)
dal 11/11/2022
Serviva apposta una nuova miniserie per ricordarci una faccenda molto vera e molto seria: il Far West era un posto particolarmente pericoloso. Praticamente una collezione di cartoline di una bellezza mozzafiato sulla natura circostante, intervallate però da spargimenti di sangue anche abbastanza insensati, se lo chiedete a me. Soprattutto se vai sul realistico e ci aggiungi pure le malattie, certi mercenari spostati che si nutrono di testicoli umani e una mal consigliata sete di vendetta. La storia parla di Emily Blunt nei panni di Cornelia Locke, aristocratica inglese che alla fine del 1800 sbarca a clitoride turgido nel Nuovo mondo, in zona Kansas, portandosi appresso tutto l'armamentario che ti immagini si porterebbe appresso un'aristocratica inglese tardo vittoriana: abiti da sera con il gonnone tutto gonfio, una quantità esagerata di bagagli, molto denaro contante perché a trattare con questi barbari americani non si sa mai, e un'esagerata sete di vendetta nei confronti delle brutte persone che le hanno ammazzato il figlio. La cosa antipatica è che c'è qualcuno, Ciaran Hinds in modalità super sprezzante, che la sta aspettando e si sta preparando per accoglierla.
PARAMOUNT+
Tulsa King (Usa, 2022) - dal 13/11/2022
Questa serie qui invece la aspetto da tutta una vita. No, non da tutta una vita dai. Ma da almeno quindici anni sì. E non perché sia stata annunciata tutti quegli anni fa e poi realizzata solo ora. E neanche perché si tratta della prima serie tv per Sylvester Stallone, che a 76 anni scavallati ha ancora il tempo e la voglia per esordire in qualcosa di nuovo. A dirla tutta, non sono nemmeno più di tanto fomentato dal fatto che l'ideatore di questa serie sia Taylor Sheridan, un pur bravo cowboy che nella vita ha già scritto cose belle come Sicario, Soldado, Hell or High Water (per cui si è guadagnato una nomination agli Oscar) e Yellowstone. Per quanto mi riguarda, e per quanto dovrebbe riguardare ogni persona di sani principi televisivi, la faccenda irresistibile di Tulsa King è che è una serie sui mafiosi scritta (anche) da Terence Winter, ovvero quello che ha aiutato David Chase a scrivere tutte le stagioni dei Soprano (tranne la prima), e che poi si è (quasi) ripetuto come showrunner di Boardwalk Empire. Mi sento di dire che Tulsa King è in buone mani. La storia, poi, ha per protagonista Stallone nei panni di uno che si chiama Dwight Manfredi – DWIGHT MANFREDI, un criminale che si chiama come un maggiordomo valdese –, fortunatamente conosciuto dagli amici anche come The General, mafioso dalla specchiata carriera che esce di prigione dopo aver scontato 25 anni ed essere stato perfettamente fedele a Cosa nostra. Una volta fuori dal gabbio, Dwight vorrebbe tornare a fare il boss come una volta e come si merita. I nuovi turbo capoccia della mala americana, però, hanno altre idee: per tenersi buona e fuori dalle scatole questa vecchia cariatide la spediscono a Tulsa, in Oklahoma, un posto un po' in mezzo al nulla in cui non esiste la mafia ma solo gente sghiandata tipo Tiger King. Il buon Manfredi avrà il suo bel daffare per riprendersi lo status di capomafia.
Insistere è un po' come rinascere
NOW
The White Lotus (Usa, 2021) - seconda stagione dal 07/11/2022
Premesso che non capirò mai perché Mike White, creatore sceneggiatore e regista di questa antologia ad arco stagionale sponsorizzata HBO, abbia deciso di chiamare la sua serie proprio The White Lotus, c'è anche da dire che è una stramberia poco importante, dal momento che il suddetto Mike White ha un importante credito alle spalle: aver scritto School of Rock, oltre a essersi sacrificato nell'ingrato (e infine eroico) ruolo di Ned Schneebly, l'amico sfigato noioso borghese del rocchettaro fuori tempo massimo Jack Black. Per questa serie che a ogni stagione cambia location e set di personaggi, pur continuando a narrare i sette giorni precedenti a un delitto assurdo nella cornice di un resort di lusso (il White Lotus), Mike White (già showrunner di Enlightened) ha già vinto, un po' a sorpresa, una decina di Emmy. Vista la quantità di serie lussuose che tendono ancora a puntare al formato del film lunghissimo, il fatto che sia stato premiato un titolo che invece fa affidamento sulle potenzialità della struttura seriale è un'ottima cosa. The White Lotus è un po' Agatha Christie, un po' soap opera fra ricchi privilegiati con problemi da primissimo mondo + qualche povero che capita per caso piazzato lì per ironia, un po' Čechov dei privilegiati con un grande studio sui personaggi, sull'intreccio e sui dialoghi.
NETFLIX
The Crown (Gb/Usa, 2016) - quinta stagione dal 09/11
Elisabetta Alessandra Maria detta Seconda, regina d'Inghilterra e di svariati altri posti che sono tutti più divertenti della casa base, ha vissuto 96 ragguardevoli anni, di cui 70 a regnare sull'unica monarchia che, inspiegabilmente, suscita ancora dell'interesse. Fra gli innumerevoli traguardi nel suo palmares, però, non potrà esserci quello a cui, ci scommetto la cinque euri, teneva di più: sopravvivere a The Crown. Nella serie di Peter Morgan ci sono state le prime due stagioni in cui i fasti di gioventù della regina erano veicolati dalla pluri-premiata Claire Foy; dopodiché, per gli anni della maturità della terza e quarta stagione, il testimone è passato al premio Oscar Olivia Colman. Dopo essersela vista con una serie di spiacevolezze mica da ridere – la guerra delle Malvinas; l'attentato dell'IRA a Lord Mountbatten, che realizza il sogno ero(t)ico marziale di ogni nobiluomo della marina inglese che si rispetti e viene fatto saltare in aria mentre è a pesca di aragoste; il simpatico governo di Margaret Thatcher (interpretata da Gillian Anderson); il catering del matrimonio fra il principe Carlo e Lady Diana; e, infine, anche la famigerata irruzione a Buckingham Palace del disperato Michael Fagan – Colman si dichiara soddisfatta e, per questa quinta stagione, passa il testimone a un'altra sua santità della recitazione inglese, Imelda Staunton. Altri pazzeschi avvicendamenti nel cast: Jonathan Pryce è il principe Filippo, la clamorosa Lesley Manville è la principessa Margaret, Timothy Dalton è Townsend, Peter Townsend, Dominic West è Carlo ed Elizabeth Debicki è Diana.
APPLE TV+
Mythic Quest: Raven's Banquet (Usa, 2020) - terza stagione dal 11/11/2022
Rob McElhenney e Charlie Day sono due dei tre giovanotti che scrivono e interpretano quella sitcom che, proprio come E alla fine arriva mamma, avrebbe anche un titolo italiano (C'è sempre il sole a Philadelphia) ma nessuno se l'è mai calcolato neanche per sbaglio. Ma al contrario di How I Met Your Mother, Danny DeVito e It's Always Sunny in Philadelphia non hanno avuto, in Italia, lo stesso successo che in patria li ha portati a raggiungere le 14 stagioni di programmazione. Rendendola ufficialmente la migliore sitcom che non recupererai mai perché ci sono davvero troppi episodi e, anche se non sembra, una vita ce l'hai e guai a chi dice il contrario. Dopo 15 anni a raccontare di un gruppo di buzzurri narcisisti infantili che gestiscono (male) un pub irlandese, McElhenney e Day (con la partecipazione di Megan Ganz, sceneggiatrice di It's Always Sunny) sono stati accolti sotto l'egida Apple TV+, per la quale hanno creato una sitcom sul posto di lavoro per raccontare di un gruppo di buzzurri narcisisti infantili che gestiscono (male) uno studio che sviluppa videogiochi. C'è un sacco di bella gente in Mythic Quest. A partire da McElhenney, che si è ritagliato il ruolo dell'egoriferito Ian, direttore creativo dello studio e capo dei disagiati; e arrivando fino a F. Murray Abraham, scrittore di fantascienza fallito che scrive le sceneggiature per videogiochi su cui non ha mai posato occhio, figuriamoci averci giocato.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Blockbuster (Netflix) 🥫
Una scatoletta di pelati che ancora si sente che una volta erano pomodori per Blockbuster. Una sitcom che tenta a tutti i costi di venderti la nostalgia per gli anni '90 e si sforza tantissimo per essere adorabile ma A) questa faccenda di fare il peana nostalgico su quanto ci manchino le piazze e le piccole comunità di esercenti che si vogliono bene fra di loro e si aiutano e si sostengono e tutto era più bello prima è sicuramente lodevole, ma il fatto che la filippica venga prodotta e ospitata da Netflix un po' la squalifica; e 2) queste sitcom in cui si intravedono gli ingranaggi – questo personaggio è questo archetipo, quell'altro personaggio rappresenta quell'altro archetipo, le dinamiche fra archetipi saranno questa, questa e questa – prima ancora di imparare a conoscere come si deve i vari protagonisti, un po' ti asciugano gli stimoli a proseguire e ad appassionarti, anche se è tutto scritto e recitato nella maniera corretta.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie. (a cura di Giulia Ciappa)
Il pilota VPN: Panhandle
Sul finale di The Good Fight…
Un’altra Forever
Ancora buona notte
Musiche pericolose
Vampiri vincitori