Fuori le serie!

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Fuori le serie! 🛋️ #153 - Il ritorno delle ancelle

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Fuori le serie! 🛋️ #153 - Il ritorno delle ancelle

Film Tv
Sep 16, 2022
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Fuori le serie! 🛋️ #153 - Il ritorno delle ancelle

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Settimana in fisiologico calo dopo le emozioni fantasy di fine estate, ma c'è comunque spazio per una valida serie di adolescenti australiani che fanno cose (Heartbreak High), per il tassativo noir scandinavo (Scomparsa a Lørenskog) e per la quinta stagione di The Handmaid's Tale.


Guarda chi c’è


NETFLIX

Cyberpunk: Edgerunners (Giappone, 2022)
dal 13/09/2022

Cyberpunk 2077 è un videogioco che ancora prima di uscire, siamo in zona 2018-2019, si faceva annunciare come l'avvento del nuovo messia videoludico grazie a trailer spettacolari e interventi profetici di Keanu Reeves – che nel gioco interpreta un personaggio e all'epoca era all'apice della sua fama come il più benvoluto dall'internet – alle convention impaccate di appassionati urlanti. Poi è stato fatto uscire in fretta e furia, pieno di difetti invalidanti e insomma sprecando tanto del buono che prometteva. Chissenefrega, direte voi. Io vi rispondo che quella dei videogiochi, al momento, è un'industria che vale più di tutte le altre colleghe dell'intrattenimento (cinema, tv, musica, teatro, influencer, prestidigitazione e gioco delle tre carte) messe insieme; e che anche per questo, nonostante tutti i disastri in cui è incappato e gli improperi che si è meritato, alla fine Cyberpunk 2077 è un titolo di cui si è parlato talmente tanto che qualcuno ha ritenuto vantaggioso produrre una (bella) serie animata spinoff, ambientata nello stesso universo futuristico. Che poi non è un'invenzione degli sviluppatori del videogioco, dico l'universo futuristico in cui corporazioni e capitalismo sfrenato comandano su una società classista in cui tutti fanno uso di impianti cibernetici; quello se l'è inventato l'adorabile Mike Pondsmith, che alla fine degli anni '80 e sulla scia di William Gibson, ha creato il gioco di ruolo da tavola Cyberpunk. Il folclore di questo mondo distopico e spietato arriva da lì, e gli autori di Edgerunners (i giapponesi Masahiko Otsuka e Yoshiki Usa) hanno dovuto “solo” adagiarci sopra la loro storia, quella dell'adolescente David, tanto brillante quanto indigente, che una volta rimasto orfano – la madre è vittima incolpevole di una sparatoria per strada – e abbandonato da istituzioni totalmente assenti, decide di impiantarsi innesti cibernetici militari per cominciare a far conoscere il proprio nome nei rassicuranti ambienti del mercato nero.


Heartbreak High (Australia, 2022)
dal 14/09/2022

Questo è un reboot che farà piacere ad almeno una manciata di persone in 70 paesi diversi sparsi in tutto il mondo, ma che non tangerà troppo il pubblico italiano. Perché da noi, l'omonima serie teen australiana – andata in onda fra il 1994 e il 1999 – non è mai arrivata; per motivi non meglio specificati, visto il successo che ha riscosso un po' ovunque. Che poi la storia di Heartbreak High ha un incedere in realtà ancora più bizzarro, visto che tecnicamente anche la serie originale è una sorta di remake televisivo di Amore ribelle (questo sì distribuito da noi), un film del '93 in cui una giovane professoressa si innamorava di uno suo studente; a sua volta adattamento cinematografico di un dramma teatrale andato in scena nel 1987. Che casino questi australiani, quando ci si mettono. Ma sapete cosa vi dico? Che va bene così. Va bene che la serie originale Heartbreak High non sia mai stata trasmessa in Italia, visto che fondamentalmente non c'entra niente con questo reboot; e a dirla tutta c'entrava poco anche con il film da cui era tratta (nella serie non c'erano inciuci fra professori e alunni), e a questo punto non capisco quale sia il filo rosso che tiene unito questo universo narrativo. Dev'essere il liceo in cui tutto si svolge, la scalcagnata Hartley High; la peggiore scuola del distretto, a detta della stessa preside. Un istituto frequentato da gente di ogni estrazione e provenienza, vitale e pieno di teste calde e brillanti. Le protagoniste di questo reboot sono le migliori amiche del cuore di sempre Amerie e Harper, che hanno passato le superiori a compilare un murale nascosto su cui segnavano (con dovizia di particolari) tutte le tresche incrociate di tutti i loro compagni di scuola. All'inizio dell'ultimo anno, l'opera d'arte viene scoperta creando del grosso scompiglio: i ragazzi si inalberano per essere stati esposti, gli adulti si indignano e si preoccupano e gli equilibri sono destinati a cambiare radicalmente. La colpa ricade interamente su Amerie, che viene punita dalla preside e ostracizzata da colleghi e amici; compresa Harper, che per motivi ignoti si è presentata a scuola con i capelli rasati e incazzata come una biscia con l'ex amica. Ecco, fate conto di avere davanti Euphoria – lo stesso sguardo trasparente e senza censure su una nuova generazione di adolescenti – ma con un paio di tacche di disagio in meno.


Scomparsa a Lørenskog (Norvegia, 2022)
dal 14/09/2022

E anche questo mese, la tassa del noir scandinavo la paghiamo tutta intera. Puntuale come un eruzione dell'Eyjafjallajokull. È il 31 ottobre del 2018, quando ancora non era successo niente e la gente poteva tranquillamente preoccuparsi dei sequestri di persona invece che vivere terrorizzata da guerre e pandemie. C'è il signor Tom Hage, uno degli uomini più ricchi di Norvegia, che chiama le forze dell'ordine compito ma agitato: gli hanno rapito la moglie Anne-Elisabeth. È tornato a casa e si è ritrovato un biglietto con su scritto Dacci un sacco di corone norvegesi sotto forma di criptovalute e non chiamare gli sbirri o i mass media. Fortuna che la polizia di quelle parti ha nel suo arsenale gente come Jorunn Lakke, tizia genericamente scandinava che insieme al collega Micael si è specializzata in rapimenti e sequestri per rispondere il più velocemente possibile a emergenze del genere. Passano settimane – tanto ci vuole a pagare questi rapitori tecnologici con i Bitcoin che hanno richiesto – e i due detective non riescono a trovare un indizio che sia uno; tanto che a un certo punto, Jorunn e Micael cominciano a sospettare che non sia un semplice caso di sequestro, ma che ci sotto ci siano cose abbastanza losche da farti pensare, Signora mia!, che forse la Norvegia ha la stessa quantità di marcio della Danimarca. Solo un po' più spalmata, ché la Norvegia è molto più lunga. Insomma. Noir scandinavo. Sapete come funziona, è sempre la stessa identica cosa e se vi piace andate sul sicuro ogni volta. Gli optional di Scomparsa a Lørenskog sono che si tratta di una miniserie in sei puntate, due sere di binge watching e via con la prossima; e che, a quanto pare, è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto e sicuramente abbastanza disdicevole da trarne una serie invece che un podcast.


Santo (Spagna/Brasile, 2022)
dal 16/09/2022

Santo è il narcotrafficante più ricercato di tutto il Brasile. Che non è proprio il migliore dei complimenti, ma è sicuramente un titolo complicato da ottenere; cioè, non è mica tua mamma che ti dice “Sei il ragazzo più bello del quartiere” e abiti in campagna con la casa più vicina a due chilometri di distanza. Santo è il narcotrafficante più ricercato di tutto il Brasile: è un brutale assassino, ma non solo. È anche un guru manipolatore, i cui seguaci sono disposti a seguirlo fedelmente fino alla morte, ed è talmente potente da essere in grado di tenere nascosta la sua vera identità persino all'Interpol. L'unica cosa certa, è che Santo vive a Madrid ed è il momento di stringere il cerchio sulle sue attività predatorie. Un poliziotto brasiliano che ha avuto un incontro ravvicinato con il criminale e un ambizioso collega spagnolo cominciano a collaborare per tentare di arrivare a Santo e fermarlo una volta per tutte. E basta. Nel senso che di questa serie si sa davvero davvero poco. Il trailer promette un sacco di gente ingobbita e molto intensa, una buona dose di violenza e un intreccio transatlantico piuttosto serrato.


Audaci (Sudafrica, 2022)
dal 16/09/2022

Altra serie di cui si conosce giusto la punta della punta di 'sta fava cotta, ovvero una quantità insoddisfacentemente piccola di faccende succose. È un titolo sudafricano – mercato il cui lucchetto è stato scassinato da Netflix un paio d'anni fa e adesso è già saturo di roba – che va a titillare tutto un mondo (inedito per noialtri) di storie soprannaturali provenienti dall'Africa subsahariana. Ha funzionato con il Sudest asiatico, il cui folclore ha nutrito di storie argomenti e atmosfere un cinema horror locale diventato di culto anche in occidente, e da poco si è trasferito in ambito arabo (ad esempio con la serie giordana Jinn). Perché non in Sudafrica? Audaci (in originale The Brave Ones) dice che esistono tre mondi: il mondo dei viventi, quello dei non nati e quello dei morti. Questi mondi combinati assieme creano l'Albero della vita. Ed è l'Albero a eleggere un Coraggiosə – già, anche gli alberi usano la schwa – ovvero un uomo o una donna predestinatə a fare grandi cose nell'ambito del salvataggio di gente bisognosa. In tutto questo contesto, una giovane ragazza – che non si sente per niente speciale – scopre di essere la reincarnazione di una dea onnipotente e ne approfitta per cercare di vendicare l'assassinio della sorella e per tentare di difendere la propria famiglia dall'annientamento.

PRIME VIDEO

Un affare privato (Spagna, 2022)
dal 16/09

Questa serie non la possiamo liquidare con troppa leggerezza perché c'è di mezzo Jean Reno. Ed essendo Jean Reno un simpatico burberone a cui volere sempre un sacco di bene, non possiamo cassare a priori una serie a cui partecipa – ci voglio scommettere almeno la dieci euro – con l'entusiasmo di Gerard Depardieu quando si sveglia in una casa senza alcol ed è costretto a fare colazione con il succo d'arancia senza champagne. Questa serie l'avremmo voluta liquidare con la giusta dose (abbondante) di leggerezza perché è la nuova fatica del trio (Teresa Fernández-Valdés, Ramón Campos e Gema R. Neira) già responsabile di Le ragazze del centralino. Una serie in costume che non ha nulla di male, è realizzata con tutti i crismi, è scritta con una gran dose di competenza, ma ti ruba 50 ore di vita senza contribuire minimamente alla tua crescita umana. Ecco, cercavo di dire che Le ragazze del centralino è una di quelle serie (e ce ne sono abbastanza) del tutto ininfluenti. Che Un affare privato sia invece una serie più concentrata e meno dispersiva? La storia è quella di Marina Quiroga, esponente di spicco dell'alta società nella Galizia degli anni '40. La donna, volitiva e capace, decide di testa propria di dare la caccia a un assassinio seriale che da mesi sta terrorizzando la zona senza che le forze dell'ordine riescano a capirci qualcosa. A darle una mano, in questo Batman gender swap galiziano in costume, è il suo fedele maggiordomo Hector (Jean Reno che presumibilmente recita sornione e in pantofole), figura discreta e sensibile (così dice il comunicato stampa) le cui coraggiose intuizioni si rivelano fondamentali all'indagine. Marina dovrà affrontare, nell'ordine: un serial killer che adesso ce l'ha con lei, i pregiudizi della società galiziana degli anni '40, i bastoni fra le ruote di un commissario della polizia piuttosto sgradevole, e i disperati tentativi della madre di maritarla immantinente.

NOW

L'ispettore Dalgliesh (Gb, 2022)
dal 16/09/2022

Dalla serie di romanzi (ben quattordici) pubblicati (anche sul mercato italiano) dalla scrittrice inglese P. D. James in un arco di tempo che pare infinito – fra il 1962 e il 2008, fanno 46 anni, e c'è gente (eccomi) che non riesce neanche a badare a una pianta grassa per più di due mesi di fila – arriva non la prima (e forse nemmeno l'ultima) trasposizione televisiva della avventure, ambientate negli Londra anni '70, che hanno per protagonista l'eponimo ispettore di Scotland Yard Adam Dalgliesh. Un uomo vedovo – l'amore della sua vita è morta di parto una dozzina di anni prima del romanzo d'esordio della saga – solitario, misterioso, distaccato e descritto dalle donne con cui entra in contatto come alto, moro, bello e tutte le altre cose che rendevano il Signor Darcy così irresistibile in Orgoglio e pregiudizio. Dalgliesh è sempre pensieroso, scrive poesie (più volte raccolte in volumi e pubblicate) e approccia il suo lavoro come detective cercando di entrare nella psiche dei malfattori, studiandone i meccanismi psicologici ed emotivi grazie a un'innata empatia. Date una chance al buon Dalgliesh, che magari vi sta simpatico. Non so la serie, ma i libri di James sono dei polizieschi deliziosi, perfettamente degni della grande tradizione gialla inglese.


The Pursuit of Love (Gb, 2021)
dal 18/09/2022

Questa invece si faceva attendere da un po' (è uscita nel maggio del 2021 su BBC) e finalmente è venuta a farci visita. Che il ritardo sia dovuto allo strano formato? Non capita tutti i giorni, infatti, di avere a che fare con una miniserie simile, come struttura, a uno sceneggiato vecchia scuola (in questo caso tra puntatone da un'ora abbondante l'una). Peccato aver dovuto aspettare tutto questo tempo perché The Pursuit of Love A) è l'esordio alla regia (e fondamentalmente anche alla sceneggiatura) di Emily Mortimer, ottima attrice che avete apprezzato in Match Point, Lars e una ragazza tutta sua, The Newsroom, Shutter Island e Hugo Cabret; B) è l'adattamento – già affrontato in passato (1980 e 2001) da altre due miniserie intitolate Love in a Cold Climate – di un romanzo del 1945 (Rincorrendo l'amore) scritto da Nancy Mitford, celebre per la sua penna acuminata e le sue storie ambientate nell'alta società inglese e francese nel periodo che sta fra le due Guerre mondiali; e C) è una miniserie ricca di continenza, ben fatta e recitata da brava gente (Lily James, Emily Beecham, Andrew Scott, Dominic West e la stessa Mortimer) che non era lì solo perché il cestino della pausa pranzo era particolarmente buono e abbondante. La storia è quella di due cugine di buona famiglia che si godono il periodo migliore della loro vita, quello fra adolescenza ed età adulta, approfittandosi della pausa tra un conflitto mondiale e l'altro. Fanny è sostanzialmente orfana, quindi costretta a vivere nella magione dello zio Matthew, veterano di guerra affabile ma anche terribilmente xenofobo e sessista. Fanny, invece, è una ragazza sveglia, sensibile e innamorata di Virginia Woolf e del suo pensiero. La vera faccenda, però, ruota attorno al rapporto che la giovane donna ha con la cugina Linda, che è sia la sua migliore amica del mondo sia una persona completamente agli antipodi rispetto a lei: emotiva, esagerata, irrazionale, passionale e innamorata di un idea di amore che forse nel mondo reale non esiste. Navighiamo insieme a loro in una vita sentimentale complicata (resa tale anche dall'arretrato ambiente circostante) e piena di aspettative che forse andranno ridimensionate.


Toh, chi si rivede


TIMVISION

The Handmaid's Tale (Usa, 2017) - quinta stagione dal 14/09/2022

Torna – ma non è ancora arrivata al finale: è stata confermata una sesta stagione – la trasposizione seriale dell'incubo distopico descritto da Margaret Atwood nel suo romanzo del 1985, Il racconto dell'ancella. Tutto molto bene e tutto molto valido, contando che la miglior attrice di serie tv di sempre (Elisabeth Moss: The West Wing, Mad Men, Top of the Lake) è ben presente, sempre più combattiva e continua a prendersi metà del minutaggio totale della serie per scene in cui guarda intensamente dritto in camera e ci fa capire con la sola imposizione dello sguardo che lei è tanto, tanto brava a recitare. L'unico problema rimane sempre quello, ed è lo stesso da almeno due stagioni: il libro di Atwood si interrompe con il cliffhanger mostrato alla fine della prima stagione, quando il personaggio di Moss – l'Ancella Difred, costretta (dal regime teocratico al potere negli ex Usa) a essere violentata dal Comandante cui appartiene per dargli figli in un mondo in cui la maggior parte delle persone è sterile – viene prelevata dai servizi segreti di Gilead. Il romanzo prosegue con una postilla, che però non dà certezze sul destino della donna, né rassicura sul fatto che gli Stati Uniti, dopo la parentesi vetero testamentaria, siano tornati sui loro passi. La serie, invece, prosegue imperterrita anche dopo aver esaurito il materiale romanzesco; e procede, ahinoi, fra alti e bassi senza mai davvero raggiungere di nuovo i picchi – molto cinematografici, nella postura e nel passo di una messa in scena piuttosto dilatata – della prima stagione. La curiosità di sapere come si concluderanno le avventure della rivoluzionaria June/Difred/Dijoseph, comunque, rimane bella alta.


Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).


Cobra Kai (Netflix) 🥫

Una scatoletta di pelati appena andati a mario alla quinta stagione di Cobra Kai. Che il suo continua a farlo, e sempre con la stessa grossa dose di competenza messa in campo nelle precedenti stagioni. Ma il serbatoio ormai è a secco, e le medesime idee continuano a essere ciclicamente riciclate. Alla terza stagione ancora ci stava. Alla quarta anche, visto che comunque spazio per qualche sorpresa qua e là ce n'era. Ma alla quinta riproposizione, la magia (e l'intelligenza) delle sfumature di grigio applicate a un testo di culto anni '80 – ottima per andare a ripescare i nostalgici, ma al tempo stesso aggiungere qualcosa di nuovo – si sono ormai esaurite, lasciando giusto una scia di stanchezza e di maccosa quando anche la signora La Russo (moglie di Daniel-san) raccoglie i pugni e comincia a menare insieme a tutto il resto della compagnia, vecchia e nuova. Chiariamoci, non esistono sulla piazza televisiva tante canne del gas gradevoli come questa (e per quello le diamo una scatoletta acida e non di più); ma la corsa di Cobra Kai è proprio finita, ed è giusto rendersene conto.


Extra


Qualche notizia dal mondo delle serie.

  1. Il pilota VPN: The Suspect

  2. Il nostro riassuntone dell’ancella

  3. Vedremo cose, noi umani

  4. La prossima di Harlan Coben

  5. Senza titolo ma quasi finita

  6. Dall’infinito universo Star Wars

  7. Le altre facce di Lucifero

  8. Quando l’ancella finirà, proseguirà

  9. Era falso!

  10. Una pazza giornata di alcuni di loro

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