Fuori le serie! 🛋️ #149 - L'avvocatessa single difende il suo cliente
Settimana bizzarra, tra soap opera messicane che durano più di tutte le stagioni di Stranger Things messe insieme, furti brasiliani con scasso e pernacchia, miniserie dallo scarso valore scientifico e l'ennesimo tassello seriale dell'Universo Marvel.
NETFLIX
Chi scherza col fuoco (Messico, 2022)
dal 17/08/2022
Qui la faccenda si fa davvero egregia, sappiatelo. Netflix ha dato il via libera a una serie originale messicana che, per mancanza di alternative nel reame degli aggettivi italiani, può essere definita solamente come una follia TOTALE, da guardare tutta solo se c'è coinvolta una scommessa dai tre zeri in su. Innanzitutto, Chi scherza col fuoco ha un ragguardevole titolo italiano che, se non ricordo male, è lo stesso del video datato 1986 che il tizio del corso antincendio mette su a una certa perché provateci voi a parlare per otto ore della differenza tra rischio e pericolo. Ma soprattutto, Chi scherza col fuoco è una soap opera con i pompieri la cui prima stagione si compone di 39 (TRENTANOVE) episodi da 45 minuti l'uno. Lo so anch'io che una stagione di Terra Nostra ne aveva 75 di episodi, ma fa comunque impressione vederli tutti insieme. Nel 2022. Su Netflix. Alla faccia della Prestige Tv. Chi scherza sul fuoco, dunque, è un soap opera ambientata in una caserma dei pompieri in cui sono tutti dei manzi e delle manze da competizione; e fin qui niente di strano. Ma è anche una soap opera in cui il protagonista Poncho – non suona un po' strano dover chiamare un modello di intimo con il nome di un carlino? – diventa pompiere e si unisce alla caserma dei manzi al solo scopo di indagare sulla misteriosa morte del fratello. Immagino che tutti si ruzzoleranno a letto con tutti, e che ci saranno fior fior di tradimenti e di momenti ZAN ZAAAN. Però non posso assicurarvelo, perché nessuno ha voluto scommettere con me la mille euro che sarei riuscito a guardarmi tutta la serie in una settimana.
Niente di sospetto (Brasile, 2022)
dal 17/08/2022
Qui c'è dell'interesse invece. Perché dovete sapere che il Brasile, insieme alla Nigeria, è uno di quei paesi con un enorme consumo di audiovisivo, lasciato per la maggior parte nelle mani della pirateria. Per dire, nel 2007 il regista José Padilha raccontava di aver trovato i dvd di un suo film, Tropa de Elite, già in vendita ai banchetti dei bucanieri del cinema prima ancora che uscisse in sala; cieco di rabbia, Padilha aveva smosso acque su acque ed era riuscito ad andare a lamentarsi direttamente dal Ministro della cultura. Sulla cui scrivania ha notato una copia pirata di Tropa de Elite. Insomma: ai brasiliani non gliene frega una ciolla secca di virtuosismi e moralismi quando c'è da fare, produrre e distribuire dell'audiovisivo. E infatti hanno rifilato a Netflix una serie che è esattamente Knives Out – ma praticamente pari pari – solo che è buttata in farsa e c'è un po' di travestitismo in più e decisamente meno maglioni a collo alto. Ma poi, peraltro, una farsa di quelle smaccatissime e sguaiate, in cui per cinque minuti si va dietro allo sketch del detective stupido che non riesce a piegare il dito medio, dal momento che se l'è maccato dentro a una porta, ed è divertente perché manda a quel paese tutti anche se in realtà non vuole ma forse in certi casi sotto sotto vuole, capito? Detto questo, Niente di sospetto sarà anche una cafonata; ma pare una cafonata fatta da gente che sa, più o meno, il fatto suo. La storia è quella di un ricco fanfarone e truffatore, che negli anni ha rovinato la vita a tre donne. In un ultimo atto di narcisismo, l'uomo le convoca a casa sua insieme alle famiglie allargate per un annuncio riguardante il patrimonio, per seminare ulteriore zizzania, e infine per farsi trovare con un pugnale piantato nella schiena e lasciare che la rumorosa banda di ex parenti se le suoni di santa ragione per l'eredità, cercando nel frattempo di dirimere il mistero della di lui morte.
Echoes (Australia, 2022)
dal 19/08/2022
Lo sapevo! Ne ero certo, sono sempre stato sicuro del fatto che quei loschi di gemelli omozigoti – tutti, nessuno escluso – facessero queste cose malandrine. E adesso che a raccontarmelo è una miniserie thriller australiana, allora so per certo che è una verità scientifica. Piccola parentesi. Se davvero esistono persone abbastanza analfabete da leggere su La Verità di uno studio sulle alterazioni nel sangue provocate dal vaccino Covid – studio firmato tipo da un agopunturista, un osteopata e un dentista che l'hanno pubblicato sulla gazzetta della parrocchia di Bugliano – e credere che abbia un valore scientifico definitivo, chi siamo noi per non fidarci delle verità accademiche rivelate dalle serie tv? Per questo motivo e per il potere del sillogismo fallace, dichiaro aperta la stagione dei gemelli omozigoti malvagi non solo negli horror o nei thriller, ma anche nella vita vera. In Echoes, la brava Michelle Monaghan interpreta le sorelle Gina e Leni. Le quali, da tempo, si scambiano vita e identità precisamente ogni anno, giusto per avere il capriccio di poter vivere il doppio delle esperienze. Un'estemporanea alternativa al Cynar contro il logorio della vita moderna. Ah, e dal trailer sembra anche che ogni tanto le sorelle limonino duro tra loro. Così, per non farsi mancare nulla. Succede che, a un certo punto, una delle due scompaia in circostanze misteriose, lasciando l'altra bella profonda nella palta, a cercare di dirimere il lento svelamento di ogni piccolo segreto che le gemelle hanno seminato nei loro anni di folli scambi. Ci sono un sacco di misteri in Echoes, un sacco di rivelazioni su passati traumatici e soprattutto il marito della gemella scomparsa che prima o poi si chiederà: ma perché non me ne avete parlato prima? Potevamo organizzare un Only Fans e sistemarci a vita nel giro di sei mesi. Mannaggia a voi.
Kleo (Germania, 2022)
dal 19/08/2022
Uuuh. Se facciamo così, però, continuiamo a dare ragione a quei fastidiosi degli americani. I quali nel 2017, per merito di David Leitch (l'ex stuntman che ha svoltato dietro la macchina da presa grazie a John Wick) e di Charlize Theron, con Atomica bionda hanno riesumato l'archetipo della damigella che non è in pericolo, bensì è IL pericolo, e l'hanno adagiato sui binari dell'action moderno, creando un fertile filone di film (e un po' anche di serie tv: Killing Eve) che sanno il fatto loro. Dunque gli americani l'hanno fatto nel 2017, noi europei non anglofoni l'abbiamo visto, abbiamo pensato che fosse una figata grossa e cinque anni più tardi ci ripresentiamo con una cosa che è uguale identica, ma agli occhi del pubblico già obsoleta. Fortuna che Hanna è del 2011 è che Joe Wright è inglese, così almeno salviamo un po' di faccia come continente. Detto questo, severo ma giusto, io personalmente la guarderei Kleo. Un po' perché c'è di mezzo la Stasi, e se avete prestato attenzione alla seconda metà del Novecento ben sapete che non si rifiuta mai un invito della Stasi – e non venitemi a dire che non esiste più, tanto non ci credo; e un po' perché c'è una protagonista che si chiama come il titolo della serie, Kleo, e l'idea che sia tutto un omaggio ad Agnès Varda (in versione tedesca e con le spie) un po' mi emoziona. La trama fa più o meno così: nel 1987, la turbospia Kleo porta a compimento l'ennesima ammazzatina commissionata dalla Stasi, solo che stavolta, a sorpresa, viene tradita dai servizi segreti (e pure dal nonno), viene arrestata e tenuta in carcere per due anni fino alla caduta del muro. Una volta uscita di prigione, Kloe c'ha giustamente il cristo girato ed è carica come una mina all'idea di stanare i personaggi che l'hanno turlupinata. Solo che il complotto contro di lei appare fin da subito più complesso di quanto ci si potesse immaginare. C'è di mezzo anche un MacGuffin a forma di valigia rossa che porta Kleo a trottolare in giro per il mondo seguita da vicino dallo sbirro berlinese Sven, che sta alle calcagna dell'ex spia sin dal suo rilascio convinto ci siano belle speranza di carriera a risolvere il mistero che ammanta la letale giovane donna.
Alma (Spagna, 2022)
dal 19/08/2022
Sergio G. Sánchez è lo sceneggiatore preferito di Juan Antonio Bayona. Grazie al ceppo, farete giustamente notare voi. Ma era per dire che, prima di vedersi affidato questo originale da Netflix, Sergio G. Sánchez aveva già sceneggiato cose valide, come l'horror The Orphanage e il disastroso (scegli tu come disambiguare l'aggettivo) The Impossible; aveva anche già diretto un film che si era scritto per conto suo, il buon Sergio G. Sánchez, intitolato Marrowbone e per niente memorabile. Ma che rimaneva sempre in quel reame di narrazione tra l'orrore, il thriller e l'adrenalinico. Per il suo esordio come showrunner di serie tv, il tizio dal nome ganzo che sembra quasi finto Sergio G. Sánchez ha scelto di non inventarsi nulla e di restare fedele ai generi che gli hanno dato successo. Alma, infatti, è la storia della liceale Alma, unica sopravvissuta a un incidente d'autobus che causa la morte dei suoi compagni di classe. Quando si risveglia in ospedale, Alma è vittima di una forte amnesia: non solo non ricorda niente dell'incidente, ma anche il resto del suo passato (famiglia e altri eventuali affetti compresi) è finito cancellato dallo schianto che ha quasi reclamato anche la sua vita. Si sarà anche svegliata con un sacco di memoria in meno, la povera Alma, ma c'è un'altra cosa che adesso ha in abbondanza e che prima non aveva: la paranoia. La ragazza ha la sensazione che tutti attorno a lei le stiano mentendo, cercando di plasmarla in una persona diversa da quella che era prima dell'incidente. Convintasi che ci sia qualcosa di losco in atto, Alma decide di indagare per conto suo in modo da ricostruire gli eventi precedenti al disastro.
DISNEY+
She-Hulk: Attorney at Law (Usa, 2022)
dal 17/08/2022
Pronti, partenza, via che c'è da timbrare il cartellino per un altro turno nell'Universo Cinematografico Marvel. Che, non fraintendetemi, rimane la cosa più facile e spensierata da guardare dell'intero panorama cinematografico e televisivo. Quindi non c'è odio. Solo tanta sindrome di Stoccolma e spirito d'osservazione. Dunque questa settimana inizia il regno di Jennifer Walters, avvocatessa single
trentaequalcosaenne la cui carriera sta cominciando a ingranare come ha sempre desiderato. E niente, poi ha la sfiga di avere come cugino Bruce Banner, che dopo aver passato gli ultimi 15 anni tra crisi d'identità, salvataggi del mondo da alieni e gite nello spazio decide sia il momento giusto per passare un po' di tempo con la famiglia. I due hanno un incidente mentre sono in macchina insieme, Jennifer viene contaminata con il sangue ai raggi gamma di Hulk e, complice un corredo genetico fertile ancor più di quello del cugino, si trasforma anch'ella in una gigantessa verde semi-invincibile e super forte. Solo che, a differenza di Banner, Jennifer è una donna in carriera, a Los Angeles, in un mondo fatto di uomini che le ricordano sempre come il patriarcato sia vivo e lotti insieme a noi e, di conseguenza, è più allenata a gestire la rabbia di un bonzo con i follicoli sensibili e una ricrescita fastidiosa. Nasce She-Hulk, che nel giro di mezza puntata è già in grado di controllare alla perfezione i propri superpoteri ed è pronta per tornare in aula e riprendere la propria carriera per le corna. Ovvero è pronta per fare Ally McBeal che alla bisogna si trasforma in un donnone verde che potrebbe svitarti la testa con un ruttino. La serie l'ha creata Jessica Gao, che è anche quella bravissima persona che ha già scritto sceneggiature per Silicon Valley e Rick and Morty – nello specifico, uno dei migliori episodi di sempre: Cetriolo Rick. Le premesse sono ottime per un'altra di quelle serie davanti alle quali tu e il tuo cervello ve ne state spiaggiati sui rispettivi divani a ciondolare per 40 minuti di scene più o meno buffe.
APPLE TV+
Bad Sisters (Gb/Usa/Irlanda, 2022)
dal 19/08/2022
L'etichetta è: commedia nera thriller targata Apple Tv+. E c'è già un sentore di vacua pretenziosità ben fotografata. Per altri versi, però, potrebbe candidarsi a essere la versione irlandese e meno seriosa di Big Little Lies. Bad Sisters si apre con il funerale dell'orrendo John-Paul Williams, che in vita era conosciuto con il soprannome di JP solo perché “Stronzo” era troppo complicato da usare in chiesa o al ristorante. JP è stato un uomo d'affari un po' losco, ma soprattutto un marito odioso. Ne sa molto più di qualcosa la vedova Grace, la quale si presenta alla cerimonia accompagnata dalle quattro sorelle: la maggiore e più responsabile fra tutte Eva, l'infermiera e mamma Ursula, la testa calda Bibi e la capricciosa ultimogenita Becka. Il gineceo viene intercettato dai fratelli Claffin, Thomas e Matthew, incaricati dalla compagnia assicurativa che deve staccare l'assegno per la morte di JP di accertare la naturalezza della morte di quest'ultimo. La serie fa spola fra gli ultimi sei mesi di vita del miserabile e il presente post-funerale, e se avete ben fatto caso al titolo per niente subdolo, avrete intuito che le sorelle avevano effettivamente in testa di porre fine, in un modo o nell'altro, alle sofferenze di Grace. Ci saranno riuscite? Ovvio che ci sono riuscite, quel fetente di JP è morto. La domanda era: sono davvero riuscite a organizzarsi per ucciderlo prima che ci pensasse uno dei tanti altri che lo voleva morto? Chissà.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Ragazze vincenti - La serie (Prime Video) 🥑🥑
Due avocado a Ragazze vincenti - La serie. Che è un ottimo prodotto e fa la cosa giusta (e furba), prendendo l'omonimo film del '92 di Penny Marshall come mero spunto per storia, toni e atmosfere, ma rivoluzionando (e ampliando) il parco delle protagoniste e delle situazioni che si trovano ad affrontare. La storia è sempre quella, ambientata negli anni '40, della nascita di una lega femminile di baseball per ovviare all'assenza dei giocatori maschi impegnati al fronte. L'intento in superficie è sempre quello di rispettare i canoni della commedia sportiva, mentre l'intento sotterraneo rimane quello politico di dare voce alle istanze di rappresentanza femminile – seppur in maniera un po' anacronistica: non c'ero negli anni '40, per carità, ma pare complicato immaginare di sentire certa gente fare certi discorsi utilizzando proprio quel linguaggio. Ma tant'è. La serie funziona mica male anche se i dialoghi ogni tanto derapano.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Il pilota VPN: This Fool
Se ne volevate ancora
Belle zone
Detective con queste facce qui
Soap opera boccaccesca
Siamo tutti Guillermo
Attento a quel che dici