

Discover more from Fuori le serie!
Fuori le serie! 🛋️ #147 - Mr. Sandman, bring me a vampire
Dando un'occhiata veloce potrebbe sembrare una settimana di vacche magre, invece guardando meglio si scopre che esce sia l'adattamento impossibile da uno dei più grandi fumetti di sempre (The Sandman), sia la versione serie tv di un grande film (Irma Vep) di un grande regista (Olivier Assayas). Hai detto poco.
NETFLIX
Kakegurui Twin (Giappone, 2022)
dal 04/08/2022
L'ennesimo capitolo della lunga storia d'amore intitolata: Succede solo in Giappone. Per chi avesse in mano il tomo e lo stesse sfogliando, ricordo che abbiamo appena ripassato la parte sui Distributori automatici di mutandine usate, mentre la settimana prossima inizieremo il modulo Calore umano in cui affronteremo l'ossessione per le mascotte pucciose che sostituiscono l'affetto materno e per le agenzie che noleggiano amici a ore. Il capitolo di oggi è su Kakegurui Twin, che in realtà è lo spin-off barra prequel di un altro anime a sua volta tratto da un manga che in Italia è stato pubblicato come Kakegurui. Kakegurui è ambientato nel liceo Hyakkaou, un'esclusiva accademia privata in cui vengono spediti i figli dei Mazinga giapponesi, la gente più ricca e influente del paese, per avere un'educazione eccellente e fare rete sociale in vista del momento in cui erediteranno il giocattolo. Come in tutte le altre scuole di finzione, anche qui gli adolescenti sono brufolosi e crudeli, in costante furibonda lotta per scalare la piramide gerarchica e rendere orgogliosi i resti di William Golding. Come in nessuna delle altre scuole di finzione, alla Hyakkaou il prestigio sociale lo detiene non chi ostenta di più, né chi è più figo o atletico o ha già la patente del 125; alla Hyakkaou comanda chi è più bravo nel gioco d'azzardo. In pratica una torma di adolescenti ricchissimi e super viziati passano le giornate – tra una lezione e l'altra, sia chiaro – a scommettersi quotidianamente il corrispettivo del mio mutuo in un casinò allestito nell'aula magna. Quando qualcuno degli studenti non è in grado di pagare i debiti eventualmente contratti, per regolamento diventa l'animale domestico del collega creditore. Maccosa? Magnifico. La protagonista di Kakegurui era la neo-arrivata Yumeko, una giovane scommettitrice con l'occhio della tigre, letteralmente: quando le parte il fomento dell'azzardo, gli occhi le diventano tutti rossi e matti. Nella serie originale, ovvero la storia dell'ascesa di Yumeko ai vertici della gerarchia studentesca, c'era un'antagonista poi evolutasi in deuteragonista di nome Mary Saotome. Una che non scommette in maniera scellerata come Yumeko, non avendo la stessa quantità di soldi alle spalle, e che ovviamente viene spodestata perché il mondo è un posto trucido. Però, quantomeno, lo stoicismo di Mary è stato ricompensato con questa serie prequel, in cui si raccontano le sue vicende scolastiche d'azzardo prima del campale arrivo di Yumeko.
The Sandman (Usa, 2022)
dal 05/08/2022
Dopo anni di parole e promesse, passati a cincischiare e fischiettare facendo gli gnorri perché tanto tutti sanno che è impossibile adattare in live action una faccenda di quella portata lì, il buon Neil Gaiman – con la collaborazione alla sceneggiatura da parte di David S. Goyer (la trilogia di Blade e quella del Cavaliere Oscuro) e Allan Heinberg (Wonder Woman e la serie di Hawkeye) – è riuscito finalmente a trasporre su un qualche schermo il suo seminale e omonimo graphic novel, il fumetto che a cavallo fra anni '80 e '90 ha portato la Nona arte nell'iperuranio della dignità accademica. The Sandman è stato fra i pochissimi graphic novel (insieme a Maus, Watchmen e Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro) a entrare nell'ambita classifica dei best seller del New York Times; ed è stato anche quel libro di disegnini che il premio Pulitzer Norman Mailer, incendiario come sempre, ha definito «Una striscia a fumetti (sic) per intellettuali» riuscendo a essere supportivo e condiscendente nella stessa frase. Sandman il fumetto era riuscito a dimostrare definitivamente che quell'arte grafico/narrativa lì aveva le stesse potenzialità artistiche degli altri mezzi con cui vengono raccontate le storie. The Sandman la serie tv passa, con qualche decennio di ritardo, a incassare e a ricordare che i dieci volumi del graphic novel sono ancora a disposizione per chiunque volesse ordinarli alla propria fumetteria di fiducia. Gaiman si è inventato un universo in cui c'è posto per gli Eterni, le sette incarnazioni di tutti i sentimenti e le passioni degli esseri senzienti. Sono Destino, Morte, Distruzione, Desiderio, Disperazione, Delirio e Sogno, e ognuno di loro è il sovrano assoluto di un reame su cui ha il controllo totale. Il protagonista, il Sandman conosciuto in molteplici modi a seconda della cultura che lo battezza (Morfeo, il Principe delle storie, il Re dei sogni, Oneiros il plasmatore, Kai'ckul, Lord L'Zoril e persino Murphy) è Sogno, colui che si nutre di tutte le manifestazioni oniriche e ha il controllo su di esse. Il fumetto iniziava con un fraintendimento: nel 1916 una setta di stregoni capeggiata dal negromante Burgess scova un antico libro di incantesimi che insegna come evocare e imprigionare gli Eterni. Decisi a mettere al gabbio Morte per poter godere di vita eterna, Burgess e i suoi scagnozzi magici danno inizio al rituale; al quale, però, risponde per errore il Sandman, che viene imprigionato, condannando l'umanità a 70 anni senza sogni. Fortunatamente, Morfeo riesce a liberarsi. Ma è già il 1988, e il nostro ha un regno in rovina da aggiustare e una buona manciata di umani andati fuori di testa per la mancata regolamentazione dell'esperienza onirica.
NOW
Irma Vep (Usa/Francia, 2022)
dal 03/08/2022
Questa la conoscevate e la aspettavate. Un po' perché siete fedeli lettori di Film Tv, e i fedeli lettori di Film Tv la filmografia di Olivier Assayas se la ciucciano a colazione nemmeno fosse un uovo alla coque servito con la cannuccia; e un po' perché la miniserie era stata presentata, con pompa piuttosto magna, allo scorso Festival di Cannes, lasciando gli appassionati con quell'acquolina in bocca che se non stai attendo diventa bavetta e finisce che vai in giro e lasci la scia come un San Bernardo. Irma Vep era stato, nel 1996, il film con cui Assayas – figlio d'arte (dello sceneggiatore Jacques Rémy) ed ex critico dei Cahiers du cinéma – si era fatto definitivamente conoscere come autore nel giro buono del cinema fatto con pochi soldi e tanto cervello. Il suo era un omaggio al cinema che fu e a quello che c'è e non vediamo, il tutto messo in relazione al cinema che facciamo (fanno) nel momento stesso in cui lo facciamo (fanno). La storia era quella di una produzione francese al lavoro sul remake di un classico seriale (come si faceva a quei tempi) del cinema muto transalpino: I vampiri, film a episodi diretto da Louis Feuillade nel 1915 interpretato dall'icona surrealista – nonché la più celebre vamp del cinema francese degli albori e fra le prime registe della Storia del cinema – Musidora. In Irma Vep – entrambi gli Irma Vep, sia il film sia la serie (che Assayas chiama comunque film. Sigh) – un regista nevrotico ma molto competente sceglie un'attrice esotica per realizzare un remake del film di Feuillade. Nel 1996 era Maggie Cheung (star del cinema hongkonghese e musa di Wong Kar-wai) nei panni di una versione romanzata di se stessa, oggi è Alicia Vikander. I vampiri, il film originale, raccontava la storia della femme fatale Irma Vep (anagramma di “vampire”), ladra e spia di professione, membro di una banda di mariuoli imprendibili contro cui si scaglia il giornalista Philippe Guérande. Tutto molto bello, ma facciamo che adesso arriviamo a una conclusione. Quella breve è che questa miniserie qui è davvero molto valida: anche se Assayas parte con il piede sbagliato – togliendo dignità al concetto di serialità, trattandola alla stregua di un film lungo – la ricchezza dei personaggi e delle situazioni che, rispetto al film, il regista riprende, modifica, aggiorna e approfondisce vale da sola il simbolico prezzo del biglietto. Ecco, l'unica faccenda dubbiosa è che se siete cresciuti consapevoli del fatto che Maggie Cheung sia, senza possibilità di protesta, l'essere vivente più aggraziato ed elegante sulla faccia di questa Terra puzzolente, allora ci metterete un po' ad abituarvi al diverso approccio di Vikander – più (volutamente) immaturo e volubile, rigido e a disagio. Se invece non c'è neanche il paragone di mezzo, Irma Vep è scritto con la cadenza perfetta di un metronomo e va giù come un bel sorso d'acqua francese.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
La casa di carta: Corea (Netflix) 🥫
Un misero barattolo di pelati, inaciditi e andati a mario da almeno un paio di mesi, per La casa di carta: Corea. La quale parte con il piede più che giusto, creando una mitologia diversa da quella dell'originale. La premessa, come forse saprete, è che nella distopia della serie le due Coree sono arrivate finalmente a un accordo diplomatico, accettando di aprire i confini geografici ed economici. Invece di portare il benessere diffuso promesso, il nuovo status quo finisce con l'arricchire ancora di più i ricchi e impoverire ancora di più i poveri. Tre anni dopo il grande passo, nel 2025, le Coree inaugurano – laddove un tempo c'erano gli impenetrabili checkpoint armati al confine – un'Area Economica Congiunta che ospita la zecca dove viene stampato la nuova moneta unica. La motivazione per la rapina c'è, è molto meno vaga rispetto al populismo d'accatto sull'onda lunga degli Indignados cavalcata dalla Casa di carta originale, e rende le motivazioni dei personaggi un po' meno macchiettistiche. Il resto, però, è esattamente un bigino dell'originale spagnolo. Il vantaggio è che scorre tutto leggermente più veloce. Lo svantaggio è che il gatto attaccato alle gonadi è esattamente lo stesso; con, fortunatamente, qualche sprazzo di originalità dettato dall'onnipresente tensione fra coreani del nord e del sud e dalla salvifica assenza delle scene in cui i rapinatori cantano Bella ciao.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Il pilota VPN: The Resort
Ci si prepari all’asta
Prequel in arrivo
Keanu non è cattivo
We love Rashida
Basta Grey
Un nuovo cinema Paradiso
Cosa fanno al Comicon