Fuori le serie! 🛋️ #146 - Don't Mummify Me Argentina
Quando hanno smesso di piangerla, hanno cominciato a mummificarla: è la vera storia assurda di Santa Evita (Perón), fra le serie più attese di una settimana pur sempre estiva, ma comunque ragguardevole.
NETFLIX
Another Self (Turchia, 2022)
dal 28/07/2022
Ma cos'è che succede di preciso in Turchia? Dove all'improvviso è tutto un fare serie tv che parlano di 40enni di successo sull'orlo di una crisi di nervi, volenti o nolenti costretti ad affrontare un difficile percorso costellato da disperazione, catarsi, follia e rinascita? L'ultima volta, per dire, era capitato ad aprile, quand'era uscito anche da noi La famiglia Uysal. Se fossi uno psicologo norvegese e mi pagassero in fiordi (quattrini), direi che quello descritto più sopra è ciò che succede alla gente creativa di quell'età quando scopre di vivere in un posto dove c'è la dittatura, senza essere abbastanza povero o dissidente per andare incontro a problemi meno filosofici ed esistenziali. Adesso è spuntato anche questo Another Self, racconto incentrato su tre migliori amiche dai tempi dell'università che sono maturate in maniere diverse: Ada e Sevgi hanno seguito le proprie ambizioni, diventando rispettivamente una stimata chirurga e un'avvocata di successo; Leyla invece ha optato per lo sposalizio con un Mazinga, concentrandosi sulla produzione e l'allevamento di un erede. Succede, però, che a Sevgi venga diagnosticato un cancro. La donna chiama immantinente a sé le sue best friends forever, ma invece di ascoltare il corretto consiglio dell'amica chirurga di fama, Sevgi decide di non rovinare la reputazione degli avvocati (prendendo una decisione di buon senso) e sceglie di raggiungere la località di Ayvalk per poter essere curata da un guru di nome Zaman; e oltretutto ricatta emotivamente le amiche per accompagnarla in questa follia new age. Chiaramente, però, le tre donne sfrutteranno la stramba esperienza per scoprire qualcosa in più su loro stesse e sul senso della loro vita. Abbasso Erdogan.
Keep Breathing (Usa, 2022)
dal 28/07/2022
Un'altra giovane avvocata rampante, un'altra serie che si accoda a un leitmotiv di cui ultimamente si sta abusando – lascia stare Lost che è anziana, ma Yellowjackets ha quasi la stessa premessa ed è uscita tipo l'altroieri. Keep Breathing è la storia di Liv, precoce principessa del foro che a neanche trent'anni può permettersi un aereo privato con cui sorvolare il Canada per trasportare un tot di contante (le cui origini e i cui scopi sono tutti da verificare). Capita che il monoelica su cui la donna sta viaggiando caschi dentro a un lago canadese, che sta in mezzo a una foresta canadese, che sta molto distante dai primi accrocchi di civiltà canadese. Quanto distante? Molto distante. Nel mentre in cui noi testimoniamo la lotta per la sopravvivenza di questo personaggio di cui conosciamo a malapena il nome e il mestiere – ché nel frattempo Liv è rimasta l'unica superstite del volo atterrato di faccia in acqua – la serie, creata da Martin Gero e Brendan Gall (Blindspot), decide di cominciare a vagare sulla linea temporale della protagonista. Il survival thriller nel bosco si alterna a flashback del passato di Liv, sia di quand'era bambina, sia della sua recente esperienza avvocatesca a New York City. Dice che in questo modo, entro la fine dei sei episodi che compongono la miniserie, dovremmo capire come mai la donna è finita su di un Cessna a sorvolare laghi canadesi trasportando una montagnola di contanti.
Fanático (Spagna, 2022)
dal 29/07/2022
Ma come sono tutti matti questi spagnoli. Nello specifico i tre creatori di questa Fanático, Dani del Águila, Federico Maniá Sibona e Yago de Torres. I quali hanno deciso di fare una serie incentrata sull'apparentemente luccicante – ma l('a)morale è che sotto sotto, come in qualsiasi altro ambito, c'è la cacca puzzolente – magico mondo della musica TRAP. È la prima volta che mi imbatto in una serie su gente trappusa che fa musica trappusa? Sì. Avrei preferito che la mia prima volta fosse con un biopic su Young Signorino prodotto da Rai Movie? Assolutamente sì. Ma bisogna accontentarsi. Per chi, come me, è troppo anziano dentro per avere davvero un'idea di cosa sia la trap, wikipedia dice cose sicuramente interessanti ma pur sempre meno intuitive di questo
contributo dalla regia. In questa serie c'è un celeberrimo cantante trappuso di nome Salva Quimera che prende la malsana decisione, ahilui, di suicidarsi nel bel mezzo del concerto d'esordio del suo primo tour mondiale. I fans sono disperati, perdiana, non sanno dove sbattere la testa. E fra di loro il più sconvolto è il giovane Lázaro, che beccami gallina se non assomiglia in maniera inquietante al fu Salva Quimera. Forte di questa somiglianza un po' agghiacciante, il padawan Lázaro si lascia possedere da una fantasia malata: siccome sono uguale a lui, e siccome conoscevo tutto di lui visto che tratto la mia esistenza come se fosse una faccenda inutile, facciamo che adesso mi trasformo in lui e vediamo cosa ne dice il mondo. Il mondo, all'inizio, è abbastanza schifato. Ma la casa discografica di Quimera ci mette più o meno cinque minuti a ricordarsi le badilate di soldi che il trapper faceva incassare. Quindi contatta Lázaro e gli propone di diventare il fantasma ufficiale di Salva Quimera, sostituendolo in tutto e per tutto. Praticamente la storia di Paul McCartney, ma senza la musica orecchiabile.
Uncoupled (Usa, 2022)
dal 29/07/2022
Non vorrei essere quello che si incastra sull'argomento di Neil Patrick Harris gay paladino hollywoodiano dei diritti omosessuali che per 10 anni di How I Met Your Mother interpreta uno spaccafagiane altamente misogino e adesso l'universo si è raddrizzato perché gli han dato una serie uguale ma in cui può finalmente limonare per finta solo uomini. È un pendio erto e scivoloso, lo eviterei. Però secondo me la linea meta-narrativa nella storia produttiva di questa serie è precisamente quella, e finché non vedrò gli incartamenti ufficiali resterò convinto che il Power Point di presentazione per Netflix preparato da Darren Star (Beverly Hills, Melrose Place, Sex and the City, Emily in Paris) e Jeffrey Richman (Modern Family) si intitolasse esattamente “Neil Patrick Harris fa Barney di How I Met Your Mother, però gay. E non è una sitcom”. La storia è quella di Michael Lawson, agente immobiliare newyorkese di successo, nonché 45enne in forma smagliante. Va tutto molto molto bene per Michael Lawson, almeno finché il suo compagno non decide di interrompere da un giorno all'altro una relazione che durava da 17 anni. Diciassette vi dico! È un sacco di tempo. Ci sono ventenni che vanno fuori di testa all'idea di tornare single dopo un paio d'anni da accompagnati, temendo la prospettiva di non essere più in grado di uscire con persone nuove e cercare di conquistare una nuova fiamma. Figurati dopo 17 stramaledetti anni e alla soglia dei 50. Un incubo. Michael Lawson, però, tenta di prenderla come un campione; e tra una difficoltà e l'altra riprende in mano la sua vita, i suoi amici, i suoi long play di Little Tony lasciati a impolverarsi in un angolo e via discorrendo.
DISNEY+
Santa Evita (Argentina, 2022)
dal 26/07/2022
Dall'omonimo romanzo – che, per inciso, è il libro più tradotto nella storia della letteratura argentina – pubblicato nel 1995 da Tomás Eloy Martínez, arriva questa miniserie prodotta da Salma Hayek e diretta (anche) da Rodrigo García, figlio del premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez. La storia raccontata nel libro di Eloy Martínez è quella delle incredibile follie – tra finzione e realtà, ma quelle cose che sono vere sembrano quasi più finte di quelle cose che sono state inventate – a cui è stato sottoposto il corpo di Evita Perón in seguito alla sua tragica e prematura morte (a soli 33 anni), causata da un tumore all'utero operato con troppo ritardo. Da una parte, il libro ripercorre a ritroso la pazzesca vicenda di un'attrice di provincia di scarso successo che, abbandonate le velleità artistiche, comincia a combattere sul fronte politico al fianco del marito colonnello, Juan Domingo, stregando la nazione con i suoi messaggi di amore e uguaglianza (sua fu la lotta per la parità dei diritti fra uomini e donne dell'Argentina, solo per fare un esempio); dall'altra, Eloy Martínez dipinge l'avventuroso destino post mortem del corpo di Eva, che subito viene consegnato dallo sposo nelle sapienti mani di un imbalsamatore per donare immortalità alle sue spoglie mummificandole, permettendo così al popolo di visitarla e poter continuare a farsi ispirare da lei. Con il passare del tempo, però, intervengono anche gli oppositori politici di Juan Domingo Perón, che cercano di appropriarsi della reliquia, costringendo i peronisti a creare delle copie della salma (?!) per sviare i malintenzionati, nascondendo e trasferendo di continuo il vero corpo, costretto a non avere pace nemmeno dopo la morte. La storia – assurda e quasi indicibile, nonostante il “lieto” fine – non finisce certamente qui: la mummia di Evita ha letteralmente girato il mondo, finendo anche brevemente seppellita (sotto falso nome) nel cimitero maggiore di Milano, e ha trovato finalmente una parvenza di serenità solamente alla fine degli anni '70 (?!). Seriamente, qualcuno ha voglia di rispiegarmi con calma, e magari con un disegnino, come mai non ci siamo ancora estinti?
PRIMEVIDEO
Paper Girls (Usa, 2022)
dal 29/07/2022
Questa serie, invece, è l'adattamento di un fumetto scritto da quel gran satrapo di Brian K. Vaughan, uno che oltre a fare onde nella nona arte (Y: The Last Man, anch'esso tradotto in serie) ha anche scritto per la tv, collaborando alle sceneggiature di alcune stagioni di Lost. La storia di Paper Girls è, almeno all'inizio, ambientata alla fine del 1988 ed è quella dell'adolescente Erin Tieng, fresca di trasloco in quel di Stony Stream. Erin si adatta al suo nuovo ambiente ottenendo lavoro come ragazza che consegna i giornali – una faccenda così violentemente anni '80 statunitensi
che in confronto Stranger Things non ha neanche i capelli cotonati – e facendo amicizia con le colleghe coetanee. Erin e la sua nuova ghenga – Mac, KJ e Tiffany – diventano rapidamente le Paper Girls del titolo, e devono affrontare fin da subito il primo fastidio come collettivo: c'è un gruppo di ragazzi, infatti, che prende di mira le Paper Girls facendo quelle robe da adolescenti molesti che vogliono attirare l'attenzione. Tipo rubare alla nerd Tiffany il suo amato walkie-talkie, facendosi inseguire fino alla casa in costruzione che usano come nascondiglio, e permettendo alle ragazze di scoprire che in realtà sono un gruppo di viaggiatori nel tempo impegnati, nel distante futuro da cui provengono, in una guerra campale (con tanto di nome: La battaglia delle Infuria Ere) contro una fazione opposta, nota con l'adorabile titolo di Anziani. I regaz della macchina del tempo coinvolgono le Paper Girls nelle loro avventure spaziotemporali e nella loro battaglia contro i matusa che vorrebbero usare il viaggio nel tempo con responsabilità. Pffft. Reggimi la birra mentre vado a trovare i genitori di Hitler e gli insegnanti di musica di Gigi D'Alessio.
APPLE TV+
Surface (Usa, 2022)
dal 29/07/2022
Dice, la stampa americana, che Surface è «abbastanza buona da spingere uno spettatore empatico a sperare che fosse ancora meglio». È un'ottima parafrasi per dire che una serie fa schifo senza dire che una serie fa schifo. Credo la riciclerò. Surface è una produzione Apple Tv+, e conferma quella grana patinata ed esteticamente lussuosa che ormai è il marchio di fabbrica di queste serie qui. Il cuore della vicenda è Sophie (interpretata da Gugu Mbatha-Raw: Doctor Who, La ragazza del dipinto, Black Mirror, Loki), una donna sopravvissuta a un tentato suicidio – apparentemente, non si sa, lo scopriremo solo guardando – da cui avrebbe ricavato questo danno al cervello che non le permette di ricordare né il suo passato, né chi è lei come persona. C'è del complottismo, dalla parte dello spettatore, perché viviamo lo stesso mistero nebuloso in cui sta navigando Sophie. Ci sono il marito James e la migliore amica Caroline che la riaccolgono in casa cercando di mantenere un ambiente il più pacifico e rilassato possibile. Ma in realtà James è super stressato da non si sa cosa, e sta pure cercando di raccattare in fretta e furia una grossa quantità di danaro; e c'è Caroline che insiste un po' troppo nell'addestrare l'amica a tornare “la vecchia se stessa”, qualunque cosa voglia dire. Ma perché poi sono così loschi? E perché a un certo punto spunta un enigmatico sconosciuto che ci tiene ad avvertire Sophie dicendole qualcosa di inutilmente misterioso tipo «Non è tutto come sembraaa»? E soprattutto – come si chiede giustamente la protagonista – perché, se la mia vita precedente era così perfetta come continuano a ripetermi, ho tentato il suicidio? Grosse domande a cui, se tutto va bene, verranno date alcune risposte.
STARZPLAY
Queer as Folk (Usa, 2022)
dal 31/07/2022
Il giro del mondo che ha fatto questo titolo qui negli ultimi vent'anni, quell'eiaculatore precoce di Jules Verne, con i suoi pulciosi 80 giorni, se lo scorda. La prima Queer as Folk è spuntata nel Regno Unito, su Channel 4, nel 1999; un'epoca in cui c'era estremo bisogno di una serie fatta da persone gay, raccontando archetipi di persone gay che non avevano mai trovato uno spazio (che non fosse macchiettistico) come protagonisti nella tv generalista. E infatti il primo Queer as Folk, pur non essendo un drama particolarmente innovativo, è rimasto scolpito nelle sacre tavole della storia televisiva contemporanea. E peraltro ha contribuito a lanciare un paio di carriere (Aidan Gillen e Charlie Hunnam) che in seguito si sono rivelate ragguardevoli. Poi sono arrivati gli americani, che dove vedono un buco nell'equazione domanda-offerta ci si tuffano di testa anche a rischio di schiantarsi: da scaltri imprenditori quali sono, hanno colto il successo stratosferico della serie creata da Russell T Davies e l'hanno immantinente riproposta sui loro schermi in una pedissequa (e leggermente più pudica) versione di quella inglese. Queer as Folk infatti, come “franchise” e come idea seriale, nasce con la volontà di non nascondere nulla, mostrando senza pudore il sesso, l'utilizzo ricreativo di droghe, la vita notturna e, soprattutto, i mille miliardi di bagoli e intralci che una persona gay deve tollerare per sperare di avere una vita serena. Ora che sono passati due decadi e il mondo è un posto diverso (non migliore. Diverso) gli americani tornano a usare quel titolo qui – che viene da un'espressione dialettale dell'Inghilterra settentrionale: “there's nowt so queer as folk" ovvero “non c'è niente di più strano della gente” – per proseguire il discorso, introducendo un giovane protagonista non-binario, un liceale che aspira a diventare una drag queen. Spuntano anche Kim Cattrall e Juliette Lewis nei panni di due eccentriche madri.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Das Boot (NOW) 🥑🥑🥑
Tre avocado super succosi alla terza stagione di Das Boot, che continua a essere una valida serie di genere, solida come il blocco d'acciaio da cui venivano ricavati gli scafi dei sommergibili. Per tutti quelli appassionati di genere guerresco, o con il feticcio per la Seconda Guerra Mondiale – nello specifico per la Battaglia dell'Atlantico – questa produzione tedesca rimane una delle cose più soddisfacenti in circolazione. È pur vero, come hanno fatto notare alcuni critici in patria, che i realizzatori della serie sono stati piuttosto timidi per quanto riguarda tutte le esternazioni di fomento nazista; e la faccenda pare comprensibile (è sempre meglio non punzecchiare un cadavere), ma anche anacronistica e astorica. Però, per quanto riguarda la parte puramente drammatica e narrativa, Das Boot rimane un oggettino da collezione niente male. Occhio che, a contare i romanzi da cui è tratta la serie, questa dovrebbe quasi sicuramente essere l'ultima stagione. E ora che è finita non ci saranno più simpatiche newsletter a ricordavi di recuperarla.
Extra
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Il pilota VPN: This Is Going to Hurt
Pure il podcast
Lavorare con gli animali?
Attenti a questi due
In Kate we trust
Non piangere, Neil
L’antica Roma di Emmerich