Fuori le serie! 🛋️ #141 - Mr Bean, l'entomologo
Torna Rowan Atkinson (Man vs Bee), torna Hugh Laurie (Perché non l'hanno chiesto a Evans?) e la prima settimana d'estate la passiamo tutti insieme a rivivere i fasti della tv inglese anni '90.
I neonati
NETFLIX
Queen Loretta (Polonia, 2022)
dal 23/06/2022
Leggendo di sfuggita l'articolo su gay.it che riporta l'uscita di questa serie, per un attimo mi sono lasciato ingannare. O forse ho scelto coscientemente di farmi ingannare perché avevo intravisto qualcosa che aspettavo da tutta la vita senza saperlo: una miniserie polacca sulla vita di Loretta Goggi. Con la versione mazurka di Maledetta primavera che suona in sottofondo per sei ore consecutive e l'avvicinamento al climax narrativo – il Festival di Sanremo dell'86, il primo a essere presentato da una donna – che è un episodio di un'ora e mezza in cui Goggi fuma nella sua stanza d'albergo guardando fuori dal vetro della finestra rigato di pioggia, che poi sarebbero le lacrime mai versate dalla protagonista. Capolavoro. Invece Queen Loretta è la storia – altrettanto incredibile, contando che esce fuori da un paese i cui diritti civili (specialmente quelli delle donne) ultimamente hanno fatto qualche passo indietro – di un'anziana drag queen che torna in patria dopo 50 anni. Sylwester è stato un sarto con moglie e figlia, che cinque decadi addietro ha deciso di lasciare armi e bagagli polacchi per trasferirsi a Parigi e poter essere finalmente, totalmente se stesso. Nei panni della drag Loretta si è potuto esprimere ed esibire, conquistando la scena notturna parigina. Ma alcuni nodi gordiani sono rimasti intatti con gli anni, e quando meno se l'aspetta Sylwester viene raggiunto da una lettera scritta dalla figlia semi-sconosciuta, alla quale serve un rene compatibile per sperare di sopravvivere a una brutta malattia. Sylwester è molto riluttante, ma anche decentemente umano. Raccoglie nuovamente armi e bagagli e compie a ritroso, verso lo sperduto villaggio minerario da cui era fuggito, quel viaggio che si era ripromesso di non fare mai più. Chiaramente succederanno cose che riempiranno il cuore di gioia e di bei sentimenti, perché non voglio dover pensare a una serie polacca che butta in tragedia una storia con delle premesse così, già un po' pregne di sfiga, malattia e ostracismo.
La casa di carta: Corea (Corea del Sud, 2022)
dal 24/06/2022
L'hanno fatto veramente lo spinoff geolocalizzato della Casa di carta? Sì. Hanno sul serio aspettato neanche un anno per lanciarlo sul mercato sottostante? Domanda retorica. Lo hanno davvero intitolato La casa di carta: Corea? Esatto. E, per scriverlo, sicuri che hanno chiamato una manciata di semi-esordienti, nettamente pseudonimi dietro cui si nasconde una squadra di algoritmi agguerriti? Probabile. Che dire gente. L'unica soluzione, in questi casi, è cercare di accettare il mistero.
Anche perché, vivaddio, le premesse di questa operazione imbarazzante hanno almeno un paio di spunti interessanti. Per prima cosa: al contrario dell'originale spagnolo creato da quel guercio fabbrica-pesos di Álex Pina, questa versione coreana è ambientata in un presente alternativo, in cui Corea del Sud e Corea del Nord si sono riunificate e, di comune accordo, si apprestano a stampare e a mettere in circolazione una nuova valuta unica nel tentativo di raddrizzare un'economia falcidiata da sperequazioni che hanno creato una distanza sempre più incolmabile fra ricchi ricchissimi e poveri poverissimi. La zecca che dovrà portare a termine l'arduo e storico compito è stata costruita proprio sul vecchio confine tra le Coree, quella Joint Security Area che nella nostra realtà è tuttora una polveriera off-limits. Da questo contesto scaturirà esattamente quello che succedeva nella Casa di carta: un tizio benvestito che si fa chiamare Professore raccoglie e addestra una banda di poco di buono, li fomenta al populismo più becero innaffiando i suoi discorsi motivazionali con paroloni ben piazzati, e li manda all'assalto della zecca per realizzare la rapina più enorme e convoluta nella storia delle rapine. L'altro spunto interessante di La casa di carta: Corea è che il cast, quantomeno, è una collezione di belle fazze dal comprovato talento. Il Professore è Yoo Ji-tae, il cattivo di Old Boy. Suo fratello (Berlino) è Park Hae-soo, che in Squid Game faceva il ricco spocchioso con i debiti, amico d'infanzia del protagonista e boss finale. Tokyo è Jeon Jong-seo, una che ha debuttato come attrice agli ordini di Lee Chang-dong nello splendido Burning. Mica ciufoli. Il ruolo della capa della squadra di negoziazione delle guardie, invece, è andato a Kim Yun-jin: forse vi ricorderete di lei nei panni di Sun, fra le protagoniste di Lost. Infine il direttore della zecca, nonché capo degli ostaggi, lo interpreta Park Myung-hoon, che in Parasite faceva il marito della vecchia domestica nascosto in cantina.
Man vs Bee (Gb, 2022)
dal 24/06/2022
La puntata più assurda e bella di una delle serie più incredibili di tutta la storia della narrazione seriale, Breaking Bad, è quella in cui Walter White – all'apice della paranoia e del complottismo che, giustamente, fanno parte dei benefit riferiti alla posizione di mastro cuciniere di metanfetamine – passa l'intero episodio a tentare di scacciare una mosca che si è infiltrata nel suo nuovo, iper-tecnologico laboratorio sotterraneo.
È un pezzo di televisione in cui il contesto, il lento e progressivo deteriorarsi dell'equilibrio mentale di Walter, è fondamentale; ché sennò rimane solo il senso letterale, e chi è che avrebbe voglia di vedere un uomo adulto che, per un'ora (meno le pubblicità), dà la caccia a un insetto? Io, ha risposto Rowan Atkinson. Come prego? Io, fosse possibile, mi vedrei addirittura un'intera serie in cui un uomo adulto insegue un insetto, ha ribadito Rowan Atkinson dopo essere stato auscultato da un infermiere che ne ha confermato la salute mentale e fisica. Anzi, dice Rowan Atkinson, quasi quasi vado da Netflix insieme al mio amico sceneggiatore William Davies (Johnny English, Dragon Trainer) e la serie intera sull'uomo adulto che insegue un insetto la faccio io, così poi me la posso vedere un sacco di volte. E l'ha fatta, il caro Rowan Atkinson. Ha fatto una serie in cui interpreta Trevor, un signore in difficoltà lavorative che trova impiego come house sitter nella magione che ospita della gente molto ricca, talmente ricca da avere bisogno di servitù anche quando non è in casa per lunghi periodi. Quello che sulla carta doveva essere un lavoro da sogno e facile come bere un bicchier d'acqua, si trasforma in un incubo nel momento in cui Trevor individua un'ape molesta e cerca di cacciarla fuori, sfasciando un po' di tutto e mettendosi in seri guai.
PRIMEVIDEO
Chloe - Le maschere della verità (Gb, 2022)
dal 24/06/2022
A Becky Green è capitata la sfortuna di pescare la mano sbagliata nella vita. Al giro di boa dei vent'anni è incastrata in un'esistenza che percepisce come difficoltosa e routinaria. Vive con una madre alle prese con i primi sintomi di demenza, ha un lavoro a tempo determinato che non ha alcuno sbocco, ed è pesantemente squattrinata. Soprattutto, però, Becky è fortemente insoddisfatta e irrisolta. La sua risposta emotiva alle difficoltà è quella di rifugiarsi nel magico mondo dei social media. Dove, con un po' di fantasia (e un paio di lezioni di photoshop), ci si può creare una vita perfetta e invidiabile; oppure, soluzione ancora più facile, si può rimanere ossessionati da un profilo in particolare, vivendo il glamour e la bella vita per interposta persona. Becky, per esempio, sogna di essere Chloe, una ragazza che conosceva appena ai tempi della scuola e che oggi sfoggia sui social una vita ideale. Lei e il marito, lo schifosamente ricco Elliot, sfoggiano la loro gigantesca casa arredata con gusto minimalista, perfetta per ospitare innumerevoli eventi a cui partecipano gli influencer più pazzeschissimi del mondo. Una bella mattina, però, Becky scopre che Chloe è morta. Accidenti. E adesso come farà la nostra a nutrire i suoi sogni di Ferragni? Invece di mettersela via, Becky decide che è il caso di sfruttare le proprie conoscenze sulla vita di Chloe per cambiare identità e diventare la gallerista Sasha, pronta a infiltrarsi nell'intimo circolo di amicizie della deceduta. Lo fa un po' per svelare il mistero che si cela dietro l'improvvisa morte della conoscente; e un po' per alienarsi dalla sua vita grigia.
APPLE TV+
Loot - Una fortuna (Usa, 2022)
dal 24/06/2022
Siamo tutti d'accordo che, collettivamente, non siamo un granché con gli zeri. Insomma, non è mica normale aver lasciato che un tot di persone accumulassero ricchezze nell'ordine dei miliardi, mentre c'è gente in giro per il mondo che non ha nemmeno ben chiaro il concetto di acqua potabile. E non è nemmeno normale che questi miliardari paghino meno tasse di me. Oh, ma lo sapete quant'è un miliardo? È un numero che dietro ha nove zeri. Nove! Sentilo il genio laggiù, in fondo alla stanza, che sussurra male al suo vicino di sedia: un miliardo ha solo tre zeri in più di un milione, tsk, cosa vuoi che sia. Vero. Ma allora ti appoggio quest'altra unità relativa di magnitudo: un milione di secondi corrisponde più o meno a 12 giorni; un miliardo di secondi sono 32 anni. Che sono all'incirca undicimilaseicentottanta giorni e spicci, ovvero 32 anni e 353 giorni in più rispetto al milione di secondi. Ed è questo l'esatto motivo per cui guarderò Loot, una sitcom creata da Matt Hubbard (30 Rock) e Alan Yang (Parks & Recreation), la cui premessa è che Maya Rudolph interpreta Molly, sposa di un magnate della tecnologia. Ella, proprio nel giorno del suo 45esimo compleanno (il regalo che si è fatta? Uno yacht con quattro piscine), scopre con gran disdoro che il marito è aduso alla conoscenza biblica della propria assistente. Scatta immantinente il divorzio, con il mogul della Silicon Valley che sarà pure sveglio come imprenditore, ma purtroppo per lui si è dimenticato di far firmare a Molly un accordo pre-matrimoniale e adesso si trova con 87 miliardi di dollari in meno. Molly, che fa parte della nostra specie e ha quegli stessi problemi di cui sopra con gli zeri, fatica a comprendere che quantità aberrante di soldi siano 87 miliardi di dollari. Le ci vuole proprio qualcuno che le dia un senso e una direzione. Fortuna che c'è Sofia, donna volitiva e senza troppi fronzoli impiegata nella fondazione benefica che porta il nome di Molly; la quale, Sofia, prende da parte la neo-ricchissima titolare e la raddrizza senza tanti complimenti, cercando di redimerla da una vita viziata e viziosa.
NOW
Perché non l'hanno chiesto a Evans? (Gb, 2022)
dal 25/06/2022
Questa miniserie in tre puntate è l'adattamento dell'omonimo giallo di Agatha Christie pubblicato per la prima volta nel 1934, uno dei (relativamente) pochi nella sconfinata bibliografia della scrittrice inglese che non abbiano per protagonista un membro del pentavirato dei detective ricorrenti nell'opera di Christie (Poirot, Miss Marple, Parker Pyne, Tommy e Tuppence). Perché non l'hanno chiesto a Evans? è uno di quei rari casi di libri di scrittore ultra-famoso© che sono arrivati quasi vergini a questa trasposizione, essendo stato utilizzato solo un paio di volte come ispirazione per prodotti televisivi ininfluenti. In un caso, nel 2011, per un film tv inglese in cui veniva addirittura inserito a forza il personaggio di Miss Marple; in un altro, nel 2013, come parte di un'antologia francese (Les Petits Meurtres d'Agatha Christie) che era un pot-pourri dedicato alle storie della migliore giallista di sempre. Per fare finalmente giustizia a questo romanzo – che se proprio vuoi glielo vai a dire tu che è minore, perché io non me la sento di farlo sentire così inadeguato. Poverino – ci è voluto l'intervento di Hugh Laurie, l'ex Dr. House di questi tempi alle prese con ritmi di lavoro sereni e invidiabili. Oltre a ritagliarsi un ruolo secondario (quello del Dr. Nicholson), Laurie ha provveduto a scrivere e dirigere gli episodi della miniserie, lasciando il grosso della sfaticata davanti alla macchina da presa ai giovani protagonisti Will Poulter e Lucy Boynton; e garantendosi grosse bevute di sherry post-riprese coinvolgendo nel progetto gli amichetti di lunga data Jim Broadbent ed Emma Thompson. Perché non l'hanno chiesto a Evans? è il titolo del libro e della miniserie, ma sono anche le ultime parole profferite da un uomo in fin di vita. Le sussurra a Bobby Jones, veterano della marina tenero e pacioccone che si guadagna da vivere facendo il caddy nel campo da golf locale, il quale assiste il moribondo appena precipitato da una scogliera. Manco a dirlo, Bobby si ritrova invischiato in una vicenda misteriosa e anche abbastanza letale. Dopo essere quasi stato avvelenato, l'uomo decide di investigare sull'omicidio per i fatti suoi, contando solo sull'aiuto dell'amica di infanzia Frankie.
La zombie
NETFLIX
The Umbrella Academy (Usa, 2019)
terza stagione dal 22/06/2022
Qua è stato tutto tratto dall'omonima serie a fumetti realizzata da Gerard Way e Gabriel Bá, una faccenda sopra le righe, fuori dagli schemi e abbastanza dark da diventare un cult sotterraneo fra gli amanti del genere. La storia parla di quella che dovrebbe essere una famiglia di supereroi, gli Hargreeves. In realtà si tratta di sette orfani, nati nello stesso giorno e pieni di superpoteri, che sono stati raccattati dal ricco e spiacevole Reginald e allevati controvoglia – e con scarso affetto, tanto che babbo babbino i bimbi non li ha nemmeno battezzati con dei nomi, bensì li ha numerati – per diventare i salvatori del mondo. Funziona tutto male: uno dei sette superadottati muore in missione e gli altri non la prendono troppo bene. Nel mezzo, spaiato, il fratellastro Elliot Page, il cui personaggio farà coming out in questa terza stagione come transgender annunciando a tutti di essere Viktor, e che per molto tempo è stato l'unico, in teoria, a non avere poteri ma in realtà poi si è scoperto che è quello che ne ha più di tutti e sono molto incontrollabili e allora il babbo antipatico ha scelto di drogarlo e reprimerlo fin da piccolo. Poi succede che Elliot Page scopre tutto e va correttamente fuori di testa. Viaggi nel tempo poco precisi, svariate apocalissi da scongiurare, una Commissione che vigila sul continuum spazio-temporale che dà loro la caccia: di carne al fuoco ce n'è neanche fosse la grigliata di Ferragosto.
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
God’s Favorite Idiot (Netflix) 🥫
Una scatola di pelati a God's Favorite Idiot, di quelle che la data di scadenza dice che sono andati a mario la settimana prima, ma li apri lo stesso perché sprecare il cibo proprio non si fa. God's Favorite Idiot è quello che succede quando un Ben Falcone decide che è il caso di smettere di essere etichettato solo come il marito di Melissa McCarthy, e allora si inventa una commedia apocalittica sul luogo di lavoro (di cui è anche protagonista insieme alla moglie) che è abbastanza insulsa da promuoverlo all'etichetta di marito scemo di Melissa McCarthy. No, questo è ingiusto. Ben Falcone non è scemo, e ci prova un sacco a portare la propria sensibilità da patatone – che accostata all'esuberanza di McCarthy dovrebbe fornire un buon attrito comico – in questa serie che, purtroppo, non fa molto ridere. E prima che qualcuno faccia anche quella domanda sbagliata: no, non fa nemmeno particolarmente riflettere. È la storia di un pirla qualunque che viene scelto da Iddio in carne ossa e spirito santo per cercare di scongiurare l'apocalisse. Seguono situazioni vagamente buffe, popolate da personaggi ben poco memorabili. Un po' uno spreco, se lo chiedete a me.
Extra
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty.
Pilotino 21 è quello che ci vuole se hai proprio voglia di ragionare sulla quarta stagione di Stranger Things anche se ne è uscita solo metà. Clicca qua per ascoltare l'episodio.
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Il pilota VPN: The Old Man
Mi raccomando, solo la verità (provate a non ridere)
Incompiuto d’autore