Fuori le serie! 🛋️ #129: Quando ordini una serie su Wish e ti arriva quella sbagliata
Fuori le serie!
- di Nicola Cupperi -
#129 - Quando ordini una serie su Wish e ti arriva quella sbagliata
Ciao ,
questa è Fuori le serie!, la newsletter di Film Tv che ti segnala tutte le serie che partono, tornano o ricominciano in streaming ogni settimana.
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Settimana di strane ordinazioni al mercato delle serie, tra simil-Dark (Universi paralleli), simil-Downton Abbey (The Gilded Age) e altre amenità varie ed eventuali.
PRIMA DI TUTTO
DISNEY+
Universi paralleli (Francia, 2022)
dal 23/03/2022
Non so se sia stato un problema di lingua o di traduzione, ma c'è un dirigente Disney che a quanto pare ha ordinato una versione francese, per ragazzi e semplificata della serie tedesca Dark, quella magata incasinatissima di viaggi nel tempo che se non prendi appunti mentre stai guardando col cacchio che poi ti ricordi cosa succede – madonna che trip Dark, tipo Primer ma scritto da una versione di Lynch a cui hanno rimosso chirurgicamente il senso dell'umorismo. Come accadde al contadino che per primo scoprì quant'era buono il formaggio con le pere – in realtà stava facendo spiacevoli commenti malintesi da una locandiera mezza sorda ma troppo orgogliosa per ammetterlo –, anche quest'altro ordine in apparenza bizzarro e malaccorto in realtà si è dimostrato un'idea non troppo malvagia. In Universi paralleli i protagonisti sono quattro ragazzini di terza media, migliori amici del cuore che vivono in uno sperduto villaggio sulle Alpi francesi dove la cosa più divertente da fare è spassarsela in un bunker nella foresta costruito sopra a un acceleratore di particelle. Il quale acceleratore di particelle sostituisce la proverbiale centrale nucleare solo perché i francesi ci hanno investito molto nell'energia atomica e non è il caso di spaventare la gente con una serie che ne parla male. I quattro ragazzini perfettamente suddivisi per archetipi – quello figo è Sam, quello pagliaccio con le paranoie è suo fratello minore Viktor, quello nerd è Bilal e quella femmina è Romane – si trovano nel suddetto bunker guarda caso proprio nell'istante in cui viene attivato l'acceleratore di particelle. Succede che l'universo si divide in due: in una realtà è rimasto solo Sam, con la misteriosa addenda della versione adulta (e smemorata) di Bilal; mentre nell'altra sono rimasti solo Viktor e Romane, che quattro (miserabili) anni dopo il misterioso evento decidono di sfruttare l'ennesimo esperimento dell'acceleratore per ripeterlo, l'evento, e resettare il paradosso spaziotemporale. Non è male Universi paralleli: anche se c'è l'ombra perfettina di Disney che aleggia su personaggi e situazioni, il pessimismo cosmico degli autori europei riesce ad affievolirla lasciando filtrare un filo di sana cattiveria.
NOW
The Gilded Age (Usa, 2022)
dal 21/03/2022
Qualcuno di particolarmente annoiato ha avuto la brillante idea di ordinare una versione americana di Downton Abbey, e adesso ce la pigliamo in quel posto e ci ciucciamo tutti insieme questa The Gilded Age. La quale, a onor del vero, non fa nulla per nascondere il suo didascalismo oleografico da serie che vuole raccontare il passato per spiegare e istruire il presente. Si mostra per quel che è sin dal titolo, che è esattamente l'unica cosa che vi basta conoscere per sapere se rimarrete sollazzati o meno da questa impervia esperienza seriale. Per dire: l'episodio pilota dura 80 minuti, OTTANTA Carlo Marx vi maledica, e (generalmente parlando) il minuzioso racconto delle piccole grandi idiosincrasie e beghe nell'alta società a cavallo fra 800 e 900 sarà pure un feticcio diffuso, ma oggettivamente è tanto esaltante quanto una pulizia dei denti. L'età dell'oro (The Gilded Age: A Tale of Today) è il romanzo di Mark Twain (pubblicato nel 1873) da cui quel pezzo di storia statunitense che va dal 1870 al 1900 ha preso il nome. Un periodo caratterizzato da un boom dell'economia, dall'aumento dei salari, dal conseguente intensificarsi dell'immigrazione europea, ma anche dall'inasprimento della povertà, della tendenza al monopolio, della corruzione e della disuguaglianza fra i primi e gli ultimi. Twain, che una risata amara non se l'è mai negata, ha deciso di ribattezzarla Gilded Age – letteralmente “età dorata”, ma nel senso di “placcata in oro” – per prendere sonoramente per il culo quelli che, alla fine della Guerra di secessione (1865), andavano in giro sbandierando promesse di un'imminente Golden Age (un'età fatta tutta d'oro, mica solo spruzzata di). The Gilded Age, la serie, racconta (a partire dal 1882) le ragguardevoli faccende di vicinato di due famiglie dirimpettaie: i vecchi ricchi Van Rhijns/Brooks, ben insediati ai vertici dell'alta società newyorchese per meriti che non vanno al di là dell'essere nati con il corredo genetico giusto; e i nuovi ricchi, i Russell, la cui ambiziosa matriarca non vede l'ora di conquistare, con le buone o con le cattive, i favori di un'élite che la schifa a priori neanche fosse italiana, irlandese o afroamericana. Unitevi a noi in questo elettrizzante viaggio costellato di vecchie barbogie passivo-aggressive che si lanciano frecciatine malevole mascherate da convenevoli.
Halo (Usa, 2022)
dal 24/03/2022
Chi è che ha ordinato una versione molesta, cafona e reazionaria di The Mandalorian? Si faccia avanti e si prenda le sue responsabilità, poffare. Ah. È stato Spielberg? Davvero? E quindi, secondo gli ultimi cascami della politica degli autori, siamo costretti a dare a questa serie un potenziale valore ulteriore che invece non ha? Non così in fretta. Innanzitutto e per la cronaca, la politica degli autori così schietta e spregiudicata anche no: è il 2022, siamo cresciuti, possiamo fare meglio di così. Secondo poi, è pur vero che Steven Spielberg c'ha messo il nome (quello della Amblin Television); ma il suo ruolo effettivo di produttore esecutivo e papabile consulente si è perso durante chissà quale fra gli innumerevoli rinvii subiti dal progetto, che doveva essere realizzato già nel 2013, poi nel 2015, forse anche nel 2018, sicuramente da qualche parte nel 2019 (quando la serie è stata in larga parte girata) e di certo all'inizio del 2021, con le ultime riprese portate a termine a Budapest. Un gran casino, specialmente preoccupante per una serie costata più di 200 milioni di dollari e che oltretutto adatta per la televisione l'omonima saga videoludica, fra le più amate, vendute, cosplayzzate (facciamo di sì) e influenti degli ultimi vent'anni. Siamo in un universo fantascientifico (da qualche parte nel 2500) particolarmente burrascoso. L'umanità ha conquistato lo spazio, e tenta di mantenerne il controllo manu militari. Dritta sicura, si mormora che una temibile alleanza aliena – i Covenant, coalizione di diverse razze extraterrestri unite da vincoli religiosi – stia razziando brutalmente i mal protetti pianeti sulla fascia esterna dell'Impero Spaziale Coloniale. L'ordine costituito, rappresentato dallo United Nation Space Command, concentra tutte le sue risorse nello sviluppo del progetto militare per la creazione e l'addestramento di una schiatta di super soldati catafratti, gli SPARTAN, in grado di fronteggiare i fortissimi alieni; in questo modo, il governo si attira la sfiducia e la ribellione di una scalcagnata manciata di insurrezionalisti. Ma quand'anche gli alieni cattivi con una fede e una faccia diverse dalle nostre dovessero attaccare una comunità di dissidenti male in arnese, nessun timore: il migliore degli SPARTAN, John-117 (per gli amici Master Chief), sbarcherà a membro durissimo sul pianeta in pericolo per fare strage di fondamentalisti. Se suona famigliare è perché la famiglia Bush ha fatto più danni del previsto.
APPLE TV+
Pachinko (Canada/Corea del Sud, 2022)
dal 25/03/2022
I satrapi di Apple Tv+, invece, hanno ordinato un'epica saga famigliare in costume in cui la Storia si confonde con le storie; l'hanno ordinata coreana e, visto che c'erano, tratta dall'omonimo romanzo di Min Jin Lee che nel 2017 ha furoreggiato nella classifica dei bestseller del New York Times. «Ma il pachinko è un gioco d'azzardo giapponese, mica coreano» dirà il furbastro in fondo alla sala, lo stesso che da giovane portava le studentesse del DAMS a vedere 2001: Odissea nello spazio e sperava di conquistarle sussurrando «È un film scientificamente molto più corretto rispetto a Guerre stellari: qui le esplosioni nello spazio, come è giusto che sia, non fanno rumore perché non c'è ossigeno. Limoniamo o vuoi guardare anche la parte in cui non si capisce niente?». È vero che il pachinko è una cosa prettamente giapponese, caro furbastro, ma 1) la traiettoria dei personaggi di Lee inizia nella Corea del Sud di fine 800, a pochi anni dall'invasione giapponese della penisola (avvenuta nel 1910), e procede con il trauma dell'immigrazione nel vicino e odiato arcipelago nipponico; e 2) la stessa autrice ha detto che il titolo le sembrava perfetto per sottolineare come il fato dei protagonisti sia tanto imprevedibile e incontrollabile quanto una partita di pachinko. Pachinko, la serie non il gioco d'azzardo, sembra sapere parecchio il fatto suo a partire dal casting, con la presenza della recente premio Oscar (per Minari) Youn Yuh-jung; poi, dietro la macchina da presa, c'è anche lo zampino di Kogonada, video-saggista il cui ultimo film di fiction (il fantascientifico After Yang) è stato presentato a Cannes. E comunque, in generale, sarebbe divertente se il progetto ottenesse del gran successo in tutto il mondo, costringendo la stampa generalista italiana a recensirlo e a giocarsi la poca credibilità rimasta con una sfida molto più appassionante del pachinko, il gioco d'azzardo non la serie, ovvero: chi cederà per primo e userà il titolo “L'amica geniale coreana”?. Ai posteri il poster di Pachinko.
SECONDO POI
NETFLIX
Bridgerton (USA, 2020)
seconda stagione dal 25/03/2022
La scheda della prima stagione di Bridgerton si concludeva con un profetico «Ogni romanzo una stagione. Ogni stagione un erede o un'erede Bridgerton che trova il vero amore. Ovviamente un successo clamoroso». Ed esattamente un anno e mezzo più tardi rieccoci qui con i piccoli problemi di cuore della nobiltà inglese di inizio 800. Nella prima stagione qualcuno si è sposato, altri si sono innamorati, parecchi hanno danzato, in molti hanno fornicato, e c'è stata persino una svolta pazzeschissima: la pettegola Lady Whistledown, voce narrante delle vicende sinora raccontate, è stata scoperta, seppur non ancora smascherata. Riusciranno i nostri eroi a continuare a distrarci dalla mesta realtà di tutti i giorni con le loro inutili frivolezze da privilegiati? Domanda retorica. Shonda Rhimes non ha mai preso prigionieri, e non comincerà certo ora.
- questa rubrica settimanale esce il venerdì per consigliarti come distruggerti di binge watching intensivo durante il fine settimana -
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Upload (Prime Video)
Un avocado e mezzo alla seconda stagione di Upload. Che rimane pur sempre uno degli “esperimenti” (si fa per dire) più gustosi degli ultimi anni di serialità – dove lo trovi un altro prodotto che sfrutta alcuni dei meccanismi della sitcom, ma poi sotto sotto porta avanti un'affascinante narrazione orizzontale? –, ma è anche vero che inciampa (sempre di più) nella sua stessa natura, creando vuoti di sceneggiatura e incongruenze che ormai sono sempre più difficili da ignorare. È comunque una valida esperienza seriale, sciocca senza essere stupida e abbastanza avvincente per quanto riguarda i misteri del suo plot fantascientifico. Consigliata con gusto. Che magari il creatore, Greg Daniels, ci fatica talmente tanto su da finire con lo stufarsi e mollare tutto per tornare a scrivere qualche nuova stagione di The Office.
Non c'è nulla che ti convince, tra le serie di questa settimana? Prova una S01! Una prima stagione da recuperare nel weekend. Questa settimana...
Beat Bugs
[Netflix]
Le canzoni dei Beatles come spunto per una storia a disegni animati per bambini in età prescolare. Ma in versioni cover affidate ad artisti di diversissima provenienza, da Pink a Eddie Vedder, da James Corden a Robbie Williams (fino a un inatteso Rod Stewart, nella stagione 2). L’uovo di Colombo, se l’intento è far conoscere le musiche dei Fab Four alle ultime generazioni, collegandole nel contempo a facili storie d’amicizia e prime esplorazioni in un mondo di insetti bambini. Di produzione australiana, Beat Bugs ricorda molto, per personaggi e grafica, cartoon come Bug’s Life o Bee Movie, con i protagonisti che fanno parte di un minimondo di insetti antropomorfi (lumaca Walter a parte). Un divertissement ben realizzato e piacevole, in grado di non incorrere nelle ire dei puristi che mai metterebbero mano all’opus beatlesiano. Ideatore e motore del progetto, il regista Josh Wakely in “soli” tre anni è riuscito a realizzare la serie - 52 cartoon da 12 minuti suddivisi in due stagioni, la prima su Netflix dal 3 agosto 2016, la seconda dal 18 novembre 2016 - avendo acquisito i diritti da Sony/ATV Music Publishing di una cinquantina di capolavori, tra cui Come Together, Penny Lane, Yellow Submarine, Lucy in the Sky with Diamonds, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, Blackbird, Eleanor Rigby, Across the Universe, Magical Mystery Tour, e con All You Need Is Love a fare da sigla.
ADRIANA MARMIROLI
[pubblicata su Film Tv n° 34/2016]
EXTRA
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty. Abbiamo pensato di riascoltarlo dall'inizio insieme ai lettori di questa newsletter, proponendone un episodio ogni settimana.
Pilota 5X10. Impossibile dire "in occasione dell'uscita della serie di Ryan Murphy, vi proponiamo etc. etc." perché praticamente c'è sempre in uscita qualcosa di Ryan Murphy. E se non è una serie creata da lui, è una serie che ha prodotto, pensato, voluto (ad esempio in questo mese è uscita I diari di Andy Warhol, docuserie sull'artista pop). Quindi possiamo dire che è sempre un buon momento per una puntata monografica su di lui. CLICCA E ASCOLTA QUI.
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Dove girare
È una caccia
Dall'autrice di Catastrophe
Poi ci ha ripensato
Brava ragazza
Dopo la cancellazione di Mr. Corman
Una lunga storia
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