Fuori le serie! 🛋️ #127: Stasera a cena, zuppa in scatola per tutti
Fuori le serie!
- di Nicola Cupperi -
#127 - Stasera a cena, zuppa in scatola per tutti
Ciao ,
questa è Fuori le serie!, la newsletter di Film Tv che ti segnala tutte le serie che partono, tornano o ricominciano in streaming ogni settimana.
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I migliori anni della vita di Andy Warhol, i peggiori anni di un personaggio interpretato da Samuel L. Jackson (Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey), un'antologia pan-araba e tante altre soddisfazioni in questa settimana di serie.
I primi 15 minuti di celebrità
NETFLIX
I diari di Andy Warhol (Usa, 2022)
dal 09/03/2022
Come se i 15 minuti di celebrità che lui stesso aveva pronosticato per tutti quanti non fossero stati abbastanza o non avessero già fatto troppi danni: toh, eccotene altri 395 caro Andy Warhol. Strozzatici. No dai, si scherza. Era solo per scrivere la parola “strozzatici” e vedere quante persone ci si strozzano a dirla ad alta voce. Come quando dici “raggomitolamelo” e la gente si raggomitola cercando di pronunziarla. Però questa miniserie documentario, diretta da Andrew Rossi e prodotta da Ryan Murphy a partire dall'omonimo libro (The Andy Warhol Diaries) pubblicato da Pat Hackett nel 1989, è davvero un gran lavoro scartabellante, composto unendo le parole stesse dell'artista – il libro dell'amica/confidente/assistente Hackett è una trascrizione delle conversazioni telefoniche che i due hanno avuto quasi ogni mattina a partire da metà anni 70 – alla pletora di immagini e suoni d'epoca esistenti, con l'aggiunta di nuove interviste a protagonisti o amici dell'epoca, più qualche testa famosa particolarmente sul pezzo dal punto di vista artistico o particolarmente appassionata di pop art (Julian Schnabel e Rob Lowe). Una faccenda piuttosto mastodontica, sorta di documento definitivo (dal momento che i testi sono stati forniti dallo stesso Warhol) sul tardo periodo dell'artista, quello che va dal 1976 – già anni dopo aver raggiunto la fama e aver ricevuto, per i servigi resi all'arte contemporanea, tre pallottole in corpo da un'incattivita frequentatrice della Factory – fino al febbraio del 1987, esattamente cinque giorni prima della sua morte prematura, dovuta ai postumi di un'operazione alla cistifellea.
L'amore, la vita e tutto il resto (Arabia Saudita, 2022)
dal 10/03/2022
Questa è una miniserie antologica di cui si sanno due cose: è una celebrazione del multiculturalismo pan-arabo, con una produzione saudita che ha raccolto grandi cineasti decorati provenienti da Palestina, Egitto, Libano, Tunisia e Marocco; e il filo rosso che unisce gli otto cortometraggi di cui è composta la serie è un argomento incredibilmente sul pezzo e, soprattutto, legato indissolubilmente al milieu socio-culturale del Medio Oriente. Esatto. Avete indovinato. Il tema di L'amore, la vita e tutto il resto è San Valentino. Perché non c'è niente che gridi «Allah è grande» come la festa pagana dedicata a un vescovo umbro della metà del IV secolo, che peraltro oltre a essere protettore degli innamorati è anche l'angelo custode degli epilettici e io un paio di domande sull'amore me le farei. A parte queste polemiche giuste ma sterili, e a parte il titolo italiano che ricorda Douglas Adams (La vita, l'universo e tutto quanto) senza che ci sia alcuna possibilità al mondo che questa serie abbia qualcosa a che fare con Douglas Adams, effettivamente L'amore, la vita e tutto il resto raccoglie una manciata di nomi ottimi all'interno del panorama del cinema in lingua araba. La formazione è così composta: in porta i sauditi, Abdulmohsen Al-Dabaan e Mahmoud Sabbagh; in difesa la selezione del Maghreb, con il marocchino Hicham Lasri e la tunisina (candidata all'Oscar con L'uomo che vendette la sua pelle) Kaouther Ben Hania; a centrocampo un misto di bollicine rigorosamente analcoliche (il libanese Michel Kammoun e l'egiziana Sandra Bassal) ed esperienza, con la presenza del navigato patriarca del cinema egiziano Khairy Beshara (The Collar and the Bracelet, Bitter Day Sweet Day e Ice Cream in Gleem); e infine, in attacco, la punta di sfondamento palestinese Hany Abu-Assad, due volte candidato all'Oscar per il miglior film straniero con Paradise Now e Omar.
C'era una volta... ma ora non più (Spagna, 2022)
dall'11/03/2022
Già non ho ancora capito se fare una serie spagnola sia, in generale, una grande idea. In più ti viene in mente di fare una serie spagnola che è anche un musical. E viene in mente proprio a te, caro Manolo Caro, che già hai esagerato quando hai fatto mettere su Netflix un paio di soap-operone da battaglia travestite da qualcos'altro (La casa de las flores da commedia drammatica e Qualcuno deve morire da thriller) e adesso vuoi pure rincarare la dose con una serie che non solo è spagnola, non solo è un musical, ma è anche «La storia di due amanti separati tragicamente che devono ritrovarsi in un’altra vita per spezzare l’incantesimo che attanaglia la loro eccentrica città. L’arrivo di due turisti rischia di far sfumare l’unica possibilità che hanno di rompere il maleficio. C'era una volta... ma ora non più è una anti-fiaba, una reinvenzione del modo di pensare della società attuale, che vive di illusioni sulla felicità e su ciò che ci hanno detto dell’amore». E possiamo persino provare ad ammettere che, in minima parte, è tutto molto bello e molto caro, caro Caro. Ma poi tu stesso, nei materiali stampa, vieni anche a raccontarci che tu, con la tua serie musical spagnola re-invenzione della fiaba, vorresti anche «abbattere gli stereotipi su un amore da favola, utilizzando musica e dialoghi per restituire una storia d’amore molto più vicina alla realtà». Molto più vicina alla realtà. In un musical. Il posto in cui quando vai a gettare l'umido, dentro al secchio trovi un tizio in frac e cilindro che esce fuori per un numero di tip tap improvvisato. Vicino alla realtà. Ok Manolo. Speriamo in bene. E nel frattempo, a questo punto, attendiamo trepidanti anche il tuo debutto come documentarista.
DISNEY+
Snowdrop (Corea del Sud, 2022)
dal 09/03/2022
Il 1987 fu un anno terribile per la Corea del Sud. Non solo il paese dovette assistere, impotente come il resto del mondo, all'uscita dell'album – The Joshua Tree – che avrebbe cementato per sempre il successo degli U2, condannando l'umanità ad altri trent'anni di un tizio adulto che si fa chiamare Bono Vox e indossa quegli occhialetti lì con le lenti colorate; ma oltretutto il paese era ancora in mano a gente militare che in pubblico metteva la bella faccia democratica, ma nel frattempo digeriva dissidenti e rivali neanche fossero bon-bon di riso glutinoso in un tteokbokki. Per raccontare questo clima che signora mia glielo raccomando, niente di meglio di un K-Drama in 16 puntate da un'ora l'una in cui si alternano una quarantina di personaggi, e in cui la tassativa storia romantica d'ordinanza potrebbe come non potrebbe essere la chiave per la democrazia sudcoreana. Siamo all'università. C'è una burba tutta sognatrice che studia letteratura inglese. Si chiama Yeong-Ro, e un giorno si innamora follemente a prima vista di Soo-ho, dottorando in economia che la conquista con il suo fare affascinante ma misterioso. Grazie tante che Soo-ho è affascinante ma misterioso: il giovane è in realtà un spia nordcoreana, spedito a sud in incognito per rapire un professore. Sei mesi dopo l'incontro fra i due ragazzi, la missione sta per essere finalizzata. Succede, però, che gli agenti nordcoreani vengano pizzicati dall'Agenzia per la Pianificazione della Sicurezza Nazionale. Soo-ho viene colpito da un proiettile e si rifugia nel dormitorio di Yeong-ro, con la ragazza che lo vede tramite gli occhi dell'amore e sceglie di convincersi che il suo bello sia uno di quegli studenti che stanno protestando contro il regime al collasso venendo premiati con una carrettata di manganellate e altre amenità da celerini. Yeong-ro decide di nasconderlo e aiutarlo, infilandosi in una faccenda più grande di lei. E questa è solo la prima puntata.
Weekend in famiglia (Francia, 2022)
dal 09/03/2022
È una commedia francese che racconta di un tizio vittima della sua stessa malcapitata idea di avere tre figlie da tre donne diverse. Fred è un medico, ed è anche una di quelle persone buffe, giocherellone, piene di energia e spensierate che adori avere attorno dai 14 ai 27 anni, ma che smettono di avere fascino nel momento esatto in cui cominci ad apprezzare la verza stufata, e infine diventano irrimediabilmente non potabili quando iniziano a lasciarti messaggi romantici e sgrammaticati scritti con il rossetto su quell'atto notarile che hai appena pagato 1,750 euro. Fred ha avuto tre magiche figliole – la quindicenne Clara, la dodicenne Victoire e la novenne Romy – da tre donne diverse – Laurence, Marie-Ange e Helena – che lo hanno tutte lasciato per ottimi motivi, ma che gli vogliono ancora del bene e continuano a frequentarlo, seppur solo nei weekend. Tutta la famiglia allargata ci sta abbastanza dentro, in questa situazione un po' sui generis ma comunque serena. Finché non spunta Emmanuelle, ragazza quebecchese in trasferta a Parigi e dottoranda in psicologia infantile. Fred ed Emmanuelle si innamorano forte, con la giovane che viene scagliata a viva forza in una convivenza da fine settimana foriera di bizzarrie e momenti imbarazzanti.
APPLE TV+
Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey (Usa, 2022)
dal 10/03/2022
Tolomeo Grey è un nome bellissimo che conto di poter scrivere il maggior numero possibile di volte. Tolomeo Grey ha la splendida fazza di Samuel L. Jackson, invecchiato fino a 93 anni con la sola imposizione di una barba ragguardevole e di un po' di trucco, senza scomodare la computer grafica. Tolomeo Grey è il protagonista di questa miniserie, adattamento dell'omonimo romanzo pubblicato da Walter Mosley nel 2010. Tolomeo Grey, infine, è un signore che sta perdendo la sua battaglia con l'Alzheimer e sta per salutare i suoi ultimi scampoli di lucidità e memoria. Tolomeo – che non potrebbe esistere un nome più bello, almeno finché non ti accorgi che l'originale americano è Ptolemy – non ci sta. Non solo per orgoglio e per spirito di sopravvivenza, ma anche perché nel suo passato c'è un mistero da risolvere, forse addirittura un tesoro da dissotterrare, e non è proprio il caso di farsi sconfiggere dalla demenza senile e perdere per sempre tutte quelle informazioni preziose. Con l'aiuto dell'adolescente Dominique, un'orfana che inspiegabilmente si aggiudica la custodia di Tolomeo quando quest'ultimo si ritrova da solo, il vecchino scatenato viene a conoscenza di un trattamento sperimentale che permette di ripristinare per un'unica volta le memorie fatte svanire dalla fisiologica decadenza del cervello umano. Dopo la cura, Tolomeo si risveglia tutto pimpante e agguerrito, carico a molla e pronto per rimettere a posto i conti con il passato. Chissà cosa andrà storto.
NOW
L'Opéra (Francia, 2022)
dal 28/02/2022
È una serie francese sul balletto. Non so cosa dirvi, sono molto stanco. E capisco perfettamente quanto la potenza della narrazione potrebbe rendere interessante anche una lista della spesa letta in alfabeto farfallino, se chi scrive, dirige, monta, scenografa, illumina, veste, trucca, parrucca e recita sa il fatto suo e ha un'idea chiara di storytelling e messa in scena. Ma di vedere una serie francese sul balletto che è la duecentomilionesima storia su quanto il percorso di un artista della danza sia competitivo, esigente, crudele e costellato di sacrifizi, tradimenti e cattiverie: ecco, non penso di potercela fare. A maggior ragione dal momento che, sull'argomento, Robert Altman ha già detto tutto quello che c'era da dire in The Company, e l'ha fatto nel miglior modo possibile. Allora aggrappiamoci ai dettagli, che forse è meglio. Qui il particolare interessante è che la faccenda si svolge all'Opéra national de Paris, istituzione storica che esiste fin dalla seconda metà del 1600, fiore all'occhiello della cultura parigina e francese. Una delle protagoniste è Zoé, celeberrima étoile 35enne che, dopo una fulminante carriera da enfant prodige, sta soffocando la sua stella a colpi di feste sguaiate, amori tossici e drammi senza senso. L'inizio della serie è un buon momento per capire, tra una ricaduta e l'altra, che è il caso di scendere a patti con il resto della compagnia e raddrizzare un attimo la condotta. Nel frattempo debutta all'Opéra la diciannovenne Flora, ragazza di colore scagliata in un ambiente ostile, bianco (e tristo) come un albume scondito, la quale ha solamente pochi mesi di tempo per dimostrare il proprio valore e venire riconfermata nel gruppo. Il tutto mentre si insedia il 38enne Sébastien, sgargiante e ambizioso neo-direttore del balletto, determinato a riportare l'Opéra a livelli di gloria degni dell'Ancien Régime.
I secondi 15 minuti di celebrità
NETFLIX
Guida astrologica per cuori infranti (Italia, 2021)
seconda stagione dal 08/03/2022
Una di quelle narrazioni in cui i protagonisti si lamentano che la vita non è come le commedie romantiche con cui sono cresciuti, e poi improvvisamente diventa una commedia romantica solo leggermente diversa rispetto a quelle con cui sono cresciuti. C'è questa tizia sui trent'anni (Alice) che, poverina, è lo sfavore fatto persona – goffa insicura e irrisolta, caratteristiche magnificate da una certa dose di sfiga tipo lavorare insieme all'ex fidanzato e la sua attuale futura moglie incinta per una produzione televisiva locale che rischia di chiudere baracca e burattini – e a un certo punto, nel suo periodo meno migliore, incontra uno sconosciuto tutto alternativo (un Tiziano che si fa chiamare Tio, ma vai a zappare la terra vai) che la intorta sull'astrologia, trasformando la ricerca di Alice del compagno perfetto in una caccia al tesoro in base al segno che potrebbe essere una puntata dei Cavalieri dello zodiaco, solo un po' meno movimentata e con dialoghi meno pomposi. Tratto dall'omonimo libro pubblicato nel 2015 da Silvia Zucca, questa serie vanta la regia della splendidamente battezzata Bindu De Stoppani, italo-svizzera-statunitense nata in India e già di diritto idolo delle folle solo per la sua collezione di passaporti. Ah, e c'è anche la brava Michela Andreozzi a firmare la regia di alcuni episodi. Ogni puntata un segno, ogni segno una potenziale anima gemella. La serie comincia parlando male della Bilancia (la parrocchia astrale della protagonista) e del suo momento negativo in recessione, colpa o merito di Saturno che metteva i bastoni fra le ruote e adesso comincia a concentrarsi sullo Scorpione. Poi si spala un po' di sterco sugli uomini Ariete, valutati come dei Tarzan – con tutti i pregi e i difetti che l'essere un australopiteco comporta. Secondo i miei appunti, però, la Bilancia è l'anziano maestro di Sirio il Dragone, un mini-vecchino cinese tutto incartapecorito e centenario che è anche molto buono e dona le sue armi ai cavalieri che vogliono usarle a fin di bene. E l'Ariete è quel tizio tutto mistico che abita in montagna in Tibet e ripara le armature danneggiate dei cavalieri in difficoltà che dimostrano la loro passione per Atena. Tutte queste discrepanze con il testo sacro non promettono bene.
NOW TV
Billions (Usa, 2016)
sesta stagione dal 09/03/2022
Per lo stesso principio che fa scattare la fine dell'adolescenza nel momento in cui si cominciano ad apprezzare le verdure cotte, allo stesso modo si è certi di essere pronti per una serena mezza età nel momento in cui si comincia ad attendere con trepidazione una nuova stagione di Billions, in questo caso ben la sesta (aiutatemi a dire: complimentoni). Una serena mezza età trattata in maniera ecumenica, peraltro, e bando a Raffaele Morelli e alla sindrome del cortile delle scuole medie con maschietti da una parte e femminucce dall'altra: Billions accontenta gli sciuri con le sue trame che raccontano con sorprendente accuratezza (e puntualità nell'aggiornarsi, così dicono quelli che ne sanno di più) il mondo dell'alta finanza newyorchese, pregi (pochi) e difetti, attività legali e illegali; e allo stesso tempo accomoda pure le sciure anche grazie a un plotone di personaggi femminili belligeranti e sul pezzo, oltre a un volume tale di plot twist e scene madri accompagnate da musica di tensione da far impallidire la più agghindata e pettinata delle soap opera. Al centro c'è sempre l'ambizione umana di vincere a ogni costo, di essere il migliore, di ottenere il trono di predatore alfa. Ritorniamo quindi sulle piste di Paul Giamatti – tostissimo procuratore di New York tornato a incastrare ricchi finanzieri che non giocano secondo le regole dopo un tentativo a vuoto di farsi eleggere governatore dello stato – e del machiavellico multi-miliardario Damian Lewis, manager di un fondo speculativo che fattura più di un piccolo paese africano e affaccendato nell'ambizioso progetto di mettere in piedi una banca privata.
PRIME VIDEO
Upload (Usa, 2020)
seconda stagione dall'11/03/2022
Perché dare una possibilità a Upload? Perché è una commedia con ambientazione fantascientifica creata da Greg Daniels. E chi è Greg Daniels? Che bella domanda, grazie mille. Daniels è un signore che nella prima metà degli anni 80 studiava ad Harvard insieme a Conan O'Brien. I due fanno amicizia nella redazione dell'Harvard Lampoon – per inciso: la più antica rivista umoristica al mondo, la prima pubblicazione risale al 1876 – e una volta laureati finiscono a scrivere insieme per Saturday Night Live e per I Simpson. A Daniels si devono alcune delle puntate più geniali della quinta stagione, fra cui quella dei 22 cortometraggi intrecciati e quella in cui Bart vende la sua anima a Milhouse. Dopodiché O'Brien diventa celeberrimo come conduttore di talk show serali, mentre Daniels continua a scrivere tonnellate e tonnellate di battute per alcune delle serie più esilaranti degli ultimi quindici anni, sviluppando la versione americana di The Office e co-creando Parks & Recreation insieme a Micheal Shur. Oggi si rimette in proprio con una serie la cui premessa dice che in un futuro prossimo gli esseri umani hanno il lusso di un aldilà su misura. Ognuno può scegliersi, in vita, l'ambiente in cui vuole essere caricato una volta morto. Nathan Brown è un programmatore che fa appena in tempo a scegliere la sua destinazione, la perfettissima Lakeview, prima di morire prematuramente e conoscere Nora, il suo angelo custode designato.
- questa rubrica settimanale esce il venerdì per consigliarti come distruggerti di binge watching intensivo durante il fine settimana -
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
Express (Netflix)
Un barattolo pieno di pelati andati a mario in testa a Express, per cortesia. E che non sia uno di quelli di Andy Warhol, grazie. Che poi le sue scatolette erano di zuppa, quindi tutto bene. È la seconda settimana di fila che va così, ma è molto importante essere ben consapevoli di ciò che va evitato a tutti i costi. Express va evitato a tutti i costi. È una specie di Casa di carta – voce fuori campo, adorabili outsider che si organizzano per fare cose sbagliate (giustizia privata) ma in fondo in fondo hanno un cuore d'oro, cafonaggine diffusa – solo molto peggio, perché scritto con i piedi di una persona seria(l)mente analfabeta. C'è della divertenza qua e là, quantomeno? No. Solo amarezza per il livello di inettitudine, in quanto spettatori, attribuitoci dall'algoritmo che sceglie quale serie mettere in produzione e quali no.
Non c'è nulla che ti convince, tra le serie di questa settimana? Prova una S01! Una prima stagione da recuperare nel weekend. Questa settimana...
[Netflix]
Ok. Un western. Vero. Derivativo il giusto (Gli spietati e Il cavaliere della valle solitaria, Corbucci e Leone, Frank Perry e Walter Hill) ma senza strafare, con molte buone idee, il ritorno degli indiani (paiute, originari abitanti del Colorado, dove si svolge la storia) e un cast perfetto. Certo, sono anche sette puntate, alcune di oltre un’ora. Con lo stesso materiale Samuel Fuller avrebbe realizzato un capolavoro di 87 minuti. Ma in questi tempi devastati e vili, dove tutto viene bruciato al doppio della velocità, la sola cosa che esige una dilatazione paradossale è la narrazione, specie se seriale. Va così. Immergiamoci. C’è un predicatore assassino (Jeff Daniels, magnifico; va dato atto a Rian Johnson di averne capito per primo il potenziale malefico in Looper: altro che Scemo & più scemo) che si sente tradito dal figlio putativo Roy Goode (Jack O’Connell, un angloirlandese bravissimo) e mette a ferro e fuoco il Sudovest per vendicarsi. Roy finisce in un villaggio abitato da sole donne, vicino a un posto dove si sono rifugiati ex Buffalo Soldier armati fino ai denti. Tra le donne, la sorella di uno sceriffo orbo interpretata da Merritt Wever, la migliore di tutti. Amori saffici espliciti (direi i primi in un western, dove l’omosessualità, come tema, è spesso latente), femminismo, attrazioni interrazziali (bianchi, neri, rossi) e neocapitalismi al vaglio. La scrittura precisa di Scott Frank (anche regista, meno preciso) getta il cuore oltre l’ostacolo e affronta la modernità del/nel genere. Negli States Godless, dopo un articolo un po’ pretestuoso su “The Atlantic”, rivista progressista, è al centro del dibattito su “epica” delle armi e trumpismo, ma a noi conviene dribblare le letture forzate e godercelo come se stessimo leggendo Tex.
MAURO GERVASINI
[pubblicata su Film Tv n° 01/2018]
EXTRA
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty. Abbiamo pensato di riascoltarlo dall'inizio insieme ai lettori di questa newsletter, proponendone un episodio ogni settimana.
Due pilotini per ingannare il tempo, uno su The Falcon and the Winter Soldier e l'altro su Cobra Kai.
Qualche notizia dal mondo delle serie.
Volete scrivere una serie?
Il dottore cade a pezzi
Parla Andy
Ramy disegnato!
Torna Anne Lister
Non diventate pirati per cortesia
Esposito in taxi
Dodici ce ne sono voluti
Dalla musica al liceo
Anche il pinguino
Fuori le serie torna la prossima settimana. Se ci vuoi segnalare qualcosa oppure semplicemente lasciare un messaggio relativo a questa newsletter, puoi scriverci all'indirizzo info@filmtv.press. Ciao!
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