Fuori le serie! - #109: Vietato ai maggiori di 18 anni
Fuori le serie!
- di Nicola Cupperi -
#109 - Vietato ai maggiori di 18 anni
Ciao ,
questa è Fuori le serie!, la newsletter di Film Tv che ti segnala tutte le serie che partono, tornano o ricominciano in streaming ogni settimana.
***
Una settimana quasi totalmente all'insegna di serie per ragazzi. Ce n'è per tutti i gusti: si va dal pattume fumante (Misfit) ai gioiellini quasi quasi imperdibili (Reservation Dogs).
Il ballo delle (serie) debuttanti
NETFLIX
My Name (Corea del Sud, 2021)
dal 15/10/2021
Se c'è una cosa che sicuramente succederà dopo lo stratosferico successo di Squid Game, sarà l'indiscriminato tsunami di serie coreane, le quali ci verranno gettate forte in faccia tutte insieme nella speranza di azzeccare il nuovo fenomeno mondiale da cavalcare fino a saturazione. Niente di personale, cara My Name: un'introduzione del genere se la sarebbe meritata qualsiasi serie proveniente dalla Corea del Sud nel post Squid Game. Anche perché tu, cara My Name, hai una bella faccia simpatica. Innanzitutto ti scagli, ma proprio di peso, sul tema della vendetta, uno fra i topoi narrativi più difficili da scalpellare male: se ti giochi bene le tue carte, ci sarà sempre dell'investimento emotivo da parte dello spettatore per un protagonista (o, in questo caso, una protagonista) che va in cerca di rivalsa per le giuste motivazioni. E tu, birbante di una Corea del Sud, sei pur sempre la patria di pietre miliari del genere, come la trilogia della vendetta di Park Chan-wook, o quell'enormità di film troppo sottovalutato che è I Saw the Devil di Kim Ji-woon. La storia di My Name è quella di Ji Woo, ragazza che assiste impotente all'esecuzione dell'amato padre e giura vendetta, tremenda vendetta nei confronti dello sconosciuto che ha perpetrato l'omicidio. Si è scritto tremenda vendetta mica per ridere. Ji Woo, infatti, c'ha una motivazione addosso che levati, e per scovare l'anonimo brutto ceffo è disposta a mettersi sotto l'egida di Moo-jin, il più cazzuto e machiavellico boss della droga di tutta la Corea. Quest'ultimo riesce a convincerla del seguente fatto: se vuole individuare il suo bersaglio, farebbe meglio a seguire la sua guida e ad arruolarsi in polizia come informatrice. In questo modo potrà sfruttare sia i privilegi di un'indagine legale, sia quelli di un'investigazione più informale e al di là della legge. Ji Woo accetta, entra in polizia, le viene assegnato un partner con cui ci sarà irrimediabilmente del tenero e succederà tutto e il contrario di tutto in un turbinio di botte, tradimenti, sparatorie, slamate, incidenti d'auto e altri frizzi e lazzi vari ed eventuali.
Misfit: Fuori posto - La serie (Olanda, 2021)
dal 16/10/2021
La fondamentale importanza di una singola S. Il primo, mefitico pensiero quando è stato annunciato l'arrivo di questa serie è stato: gli americani l'hanno fatto di nuovo, hanno mantenuto la loro infame promessa e sono riusciti a realizzare il remake di Misfits con cui da anni ci minacciano. Eravamo pronti a scendere in piazza. Non è vero. E non c'è nessuna prima persona plurale, sono solo io. Però sarebbe stata proprio una brutta giornata, quella in cui avessi scoperto che hanno davvero finalizzato il remake americano di uno dei teen drama più memorabili degli ultimi 15 anni. Invece è andata peggio. Perché Misfit: Fuori posto - La serie è “semplicemente” lo spin-off di una serie olandese di tre film per adolescenti, ambientata nel liceo Hoogland e la cui premessa è: Julia, teenager, torna nei Paesi Bassi dopo anni in cui è vissuta negli Stati Uniti al seguito dei genitori e deve abituarsi alla vita liceale olandese. Una roba che sanguinano gli occhi solo a leggere la trama, figuratevi a vedere un trailer o più. Ora, se c'è in giro qualche fan della trilogia – che i più coraggiosi, quelli che l'hanno vista, definiscono come “un Mean Girls scritto da qualcuno che è esponenzialmente meno brillante di Tina Fey” – questo è il vostro giorno fortunato. Per tutti gli altri: sciò. La trama della serie è un sequel diretto del terzo film e racconta l'ultimo anno di liceo dei protagonisti, in cui la preside decide di innalzare in modo coatto il livello accademico della scuola vietando la creatività, e in cui gli studenti rispondono organizzando la grandiosa messa in scena di un musical di fine anno. Altamente sconsigliabile, anche a chi ha prole la cui età corrisponde a quella del target di riferimento. Men che meno a chi ha cugini quarantenni scapoli con strane parafilie.
DISNEY+
Just Beyond (Usa, 2021)
dal 13/10/2021
Da bravo bimbo degli anni '80 ho sempre pensato che la mitologica bibliografia di R. L. Stine – il magico che ha portato nella vita di ogni bimbo un po' macabro la gioia dei Piccoli brividi e che all'epoca per noi era importante quanto un evangelista, e in più raccontava storie meno inverosimili – facesse parte dei classici della letteratura, la versione nazionalpopolare e divertente delle robe che ti costringevano a leggere a scuola, tipo De Amicis o I ragazzi della via Pál. Ma invece proprio con il cacchio. Ed è una risposta autografa di R. L. Stine, che quando ha saputo che lo credevo morto da tempo immemore ci ha tenuto a farmi avere un telegramma cantato: “Ma invece proprio con il cacchio”. Non solo Stine è vivo, vegeto e sulla soglia degli ottant'anni, ma scrive ancora come un drago e, oltretutto, da qualche tempo a questa parte ha scoperto il fantastico mondo dei fumetti e dei graphic novel, dando ulteriore sfogo alla sua fervida immaginazione horror* (*adatto ai ragazzini). Il prolifico vecchietto, peraltro, non si è assolutamente risparmiato nemmeno come autore di fumetti. In mezzo a tutta questa grafomania, Disney+ ha individuato una miniserie di quattro graphic novel (edite dall'indipendente Boom! Studios) intitolata Just Beyond, ideale per diventare il tedoforo lungo la strada che porta alla seconda festa pagana più remunerativa dell'anno solare, Halloween. Otto episodi antologici, adatti per bimbini dagli otto anni in su (e non oltre i 16, se non volete ricevere quello sguardo di disdoro che solo gli adolescenti sanno regalare) e che funzionano perfettamente per il target. D'altronde è pur sempre una produzione gestita dall'ufficio legale Disney, che ha più o meno gli stessi abitanti di Cinisello Balsamo, e gestita con mano ferma dal comandante di ventura Seth Grahame-Smith, già sceneggiatore di Lego Batman, produttore dei due It di recente uscita, e futuro autore dei prossimi ritorni sul grande schermo di Gremlins e Beetlejuice.
Reservation Dogs (Usa, 2021)
dal 13/10/2021
Per tanti Taika Waititi è solo quello simpatico e con il nome buffo che ha fatto Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit. Ma per noi iscritti alla massoneria del grande oriente seriale, Taika Waititi è il gran visir che si è inventato (insieme a Jemaine Clement, metà senza Oscar dei Flight of the Conchords) quella meraviglia infinita che è What We Do in the Shadows – sia il film, sia la serie che poi ne è scaturita. Quindi quando qualcuno ci dice che Taika Waititi ha collaborato a un'altra serie, che quest'altra serie oltretutto si chiama Reservation Dogs, parla di una ghenga di adolescenti in una riserva indiana dell'Oklahoma ed è interamente realizzata (davanti e dietro la macchina da presa) da persone indigene (nordamericane o australiane), noi del grande oriente non possiamo che rispondere: venduta prima ancora di vederne un fotogramma. Poi ne vedi qualche fotogramma e ti sale anche il fomento, perché Reservation Dogs (I cani della riserva) è il nome che viene dato a Bear, Cheese, Elora e Willie Jack da un gruppetto di teppistelli bianchi (auto-proclamatisi la NDN Mafia) che si è appena trasferito in quel buco di culo dimenticato da tutti gli dèi e gli spiriti che i ragazzi chiamano semplicemente Il villaggio. E pensare che Bear e compagnia volevano solo rubare un po' di rame, un po' di bistecche dal supermercato, gli orsetti gommosi alla ganja che la vecchia usa per la cataratta (?), un paio di macchine e un furgone pieno di patatine (?!) da rivendere agli spacciatori di meth della zona; che è anche l'unico modo per raccattare qualche dollaro, necessario a fuggire verso la California e non fare la fine del loro caro amico Daniel, morto l'anno precedente in circostanze che verranno rivelate più in là nella serie. Reservation Dogs è divertente, è cool (fatevi ispirare dalla super colonna sonora e poi andate al parchetto dai regaz a reclamare la vostra street cred), ha alcune delle mattate tipiche di Waititi (lo spirito del guerriero indiano un po' sfigato che ogni tanto appare a Bear) ed è un ottimo modo per imparare, senza didascalismi, qualcosa sulla vita quotidiana nelle infami riserve indiane statunitensi.
PRIME VIDEO
So cosa hai fatto (Usa, 2021)
dal 15/10/2021
Fare una presentazione come si deve di So cosa hai fatto – che fatalità anticipa giusto di qualche mese l'ennesima ricicciata del franchise di Scream, con un quinto film in uscita ad agosto 2022 – significa darla vinta a quella bruttissima seconda metà di anni '90 che ha permesso a Kevin Williamson (il tizio che poi si è guadagnato una lauta pensione creando Dawson's Creek e rovinando un'altra bella infornata di adolescenti) di diventare il nuovo maître à penser dell'horror commerciale. Se c'eravate, lo sapete. Se non c'eravate, fidatevi che stiamo DI MOLTO meglio oggi che al comando c'è quel patatone di James Wan. Williamson ha scritto nel giro di due anni ('96 e '97) Scream, la cui regia è fortunatamente finite nelle sapienti e sapide mani di Wes Craven, e So cosa hai fatto, il filmetto istantaneo rimasto nella memoria di un'intera generazione per merito della sua parodia Scary Movie. Due titoli che hanno sforato la nicchia dell'horror e sono entrati nell'immaginario comune: il primo grazie a una riscrittura post-moderna e meta testuale dei cliché del genere, dando di che discutere ai giovani turchi cinefili con i poster di Tarantino e di Foster Wallace attaccati in cameretta. Il secondo perché ha un titolo perfetto, che descrive un'idea di partenza ideale per dell'horror spensierato (d'altronde il film è tratto da un romanzo per ragazzi scritto nel '73 da Lois Duncan); ma soprattutto perché ci sono Sarah Michelle Gellar e Jennifer Love Hewitt ventenni che vanno in giro scosciate a fare gli urletti sfuggendo a un povero serial killer che vorrebbe solo, e giustamente, fargliela pagare. La storia – una metafora grande come una casa sui pischelli che si vogliono solo divertire irresponsabilmente mentre i matusa si ingobbiscono e sbattono la scopa sul soffitto per far smettere la festa al piano di sopra – è quella di quattro amici liceali che, di ritorno da una festa inebriante, investono un pover'uomo e decidono di liberarsi del cadavere scagliandolo in mare e tenendo la faccenda segreta. Un anno dopo cominciano ad arrivare messaggi inquietanti del tipo: “so cos'hai fatto l'estate scorsa”, “io so”, “presto”, “il mio voto ai 5stelle era di protesta, non ci credevo davvero” e via dicendo. Da lì è un volo a planare nello slasher più visto e stravisto.
Il parcheggio delle vecchie conoscenze
NETFLIX
Il club delle babysitter (Usa, 2020)
seconda stagione dal 11/10/2021 Da un insensato ciclo di romanzi per ragazze – inaugurato da Ann Matthews Martin nel 1986, arrivato intorno al libro numero 100 e già adattato in una serie prodotta da Nickelodeon e in un film di metà anni '90 – Il club delle babysitter potrebbe essere la vostra unica chance al mondo di sopravvivere al ruolo di chaperon di un pigiama party delle medie senza rischiare di passare una serata a vedere sei ragazzine che discutono su quanto e come sculettare nel loro prossimo tiktok.
Another Life (Usa, 2019)
seconda stagione dal 14/10/2021
Fantascienza horror fatta da uno (Aaron Martin) che ha debuttato con i teen drama canadesi (Degrassi: The Next Generation) e che, stufo degli adolescenti e della loro acne, si è buttato esattamente agli antipodi per raccontare la storia di una missione spaziale in viaggio per scoprire le origini di un misterioso manufatto alieno apparso improvvisamente sulla terra. A riempire di speranza e resilienza il viaggio intergalattico ci pensa la presenza di Justin Chadwick, uno che ha fatto il protagonista di Dragonball Evolution e comunque non ha rinunciato al suo sogno di fare l'attore: eroe.
You (Usa, 2018)
terza stagione dal 15/10/2021
Il libraio newyorchese Joe Goldberg vive per tutti quei momenti in cui nel suo negozio entra una bella ragazza di cui incapricciarsi, tutta da guardare, da seguire fino a casa, da stalkerare sui social, da farla allontanare dagli amici che vorrebbero impedirle di frequentarlo. Questo perché, cari amici, Joe Goldberg è uno psicopatico serial killer cresciuto nel terrore da un padre adottivo sadico. Tratta dal bestseller Tu, pubblicato da Caroline Kepnes nel 2014, la serie esauriva la sua ispirazione letteraria al termine della prima stagione. Fortunatamente per Netflix, e per i 40 milioni di spettatori che hanno guardato in streaming i primi dieci episodi, Kepnes è scrittrice prolifica e già nel 2016 aveva dato alle stampe un sequel buono per una seconda stagione, Hidden Bodies, in cui il buon Joe si trasferisce a Los Angeles per essere orribile anche con le donne della costa Ovest. Poi gli autori ci hanno preso gusto, e anche senza un terzo romanzo hanno fatto una terza stagione. In cui Joe si sposa. Ma non ho ben capito se cambi mestiere o meno.
STARZPLAY
Hightown (Usa, 2020)
seconda stagione dal 17/10/2021
Questa è la serie adatta a tutti gli appassionati di crisi degli oppioidi e di organizzazioni federali responsabili per la gestione delle risorse marine viventi e dei loro habitat lungo le coste degli Stati Uniti d'America. Che in realtà poi è la storia della strana coppia formata da Jacke Quinones – guardia giurata delle spiagge, lesbica, alcolizzata e con un problema di pillole sempre pronto a riproporsi – e da Ray Abruzzo, detective della polizia di stato del Massachusetts scagliato nel profondo nord per tentare di frenare lo spaccio di ossicodone e simili.
- questa rubrica settimanale esce il venerdì per consigliarti come distruggerti di binge watching intensivo durante il fine settimana -
Da (meno) 5 scatolette di pelati a (più) 5 avocado, un voto a settimana per una serie presentata in questa newsletter (in questo numero o in passato).
What If...? (Disney+)
Un avocado a What If...? ma di quelli duri però, con cui non riesci a fare la guacamole. Di quelli che prendi quando sei di fretta e non hai il tempo di stare lì a palpare gli avocado con le vecchie del reparto ortofrutta che ti guardano male, allora prendi il primo che ti capita ma è troppo indietro e adesso non sai se aspettare che maturi o se tagliarlo a fette e fare finta che sia abbastanza fatto. Ecco, What If...? è quella roba qui. È pur sempre un avocado. Ma è un avocado paradossale. È un avocado che ti delude. La premessa della serie magari ve la ricordate. Per i primi sette episodi (con gli ultimi due a raccogliere i bandoli e a riunire in maniera posticcia la matassa) è un'antologia animata che racconta alcune realtà parallele del multiverso Marvel. E se fosse stata Peggy Carter a diventare Captain America? E se Dr. Strange avesse perso il cuore invece delle mani? E se Thor fosse figlio unico? E se Ultron avesse vinto? Tutta roba del genere, narrata e supervisionata dall'Osservatore, personaggio extra-dimensionale che, come suggerisce il nome, passa le sue eternità a osservare il multiverso senza (teoricamente) intervenire sugli eventi che si svolgono. Fin quando, altrimenti non avremmo una serie, non gli capita di dover intervenire veramente sugli eventi che si svolgono, pena la distruzione di tutto ciò che esiste. What If...? è una valida serie d'azione fracassona e a tratti buffa, e per questo si prende il suo avocado immaturo. Ma è anche, se non soprattutto, una lunga e vacua premessa barra marchetta a Doctor Strange 2: nel multiverso della pazzia, il film diretto da Sam Raimi che uscirà nel 2022. Non avevo idea che la faccenda fosse questa, prima di investire quasi cinque ore del mio tempo per vedere What If...?. Dico solo che sarebbe stato più carino se avessero avvisato.
Non c'è nulla che ti convince, tra le serie di questa settimana? Prova una S01! Una prima stagione da recuperare nel weekend. Questa settimana...
[Apple TV+]
Un’agente del Mossad si sostituisce a una donna iraniana che vuole lasciare il paese: il suo piano è infiltrarsi nella rete informatica della centrale elettrica di Teheran. Viene però riconosciuta da una turista israeliana, trattenuta alla dogana e interrogata da Faraz Kamali, capo delle guardie rivoluzionarie con moglie malata al seguito. Tamar inoltre è in contatto con un hacker locale, Sick Boy, e quando le cose prendono una brutta piega dovrà rivolgersi a lui e ai propri parenti che vivono nel paese. Un intrigo politico che vira molto sul personale, dove non viene mai messa in discussione l’azione del Mossad contro la ricerca nucleare iraniana, ma allo stesso tempo ne sono criticati i metodi disumani e nemmeno troppo efficaci. Ne esce poi sorprendentemente bene il capo delle guardie iraniane, interpretato da Shaun Toub, recentemente visto nella serie Snowpiercer, così come l’altro attore di caratura internazionale, Navid Negahban - noto per essere stato il Re delle ombre in Legion -, ha un personaggio ambiguo, in apparenza cinico ma in fondo nobile. La stessa Tamar è una figura sfaccettata, mentre tocca all’iraniano Sick Boy il ruolo più moralmente positivo della serie. Un bel passo avanti per il produttore Moshe Zonder, autore e attore in Fauda, che con Teheran quasi regge il confronto con produzioni europee e americane, cadendo solo nelle scene d’azione purtroppo non all’altezza (ma per fortuna poco numerose). Presto si cimenterà in progetti internazionali per Apple, mentre continuerà a produrre Teheran, la cui vicenda si chiude su colpi di scena che promettono una buona seconda stagione.
Andrea Fornasiero
[pubblicata su Film Tv n° 46/2020]
EXTRA
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty. Abbiamo pensato di riascoltarlo dall'inizio insieme ai lettori di questa newsletter, proponendone un episodio ogni settimana.
Pilota 4X04 - Puntata letteralmente piena di suggerimenti di visione, tutta dedicata al tema dei vampiri: quali sono i vostri preferiti? - CLICCA QUI e ASCOLTA su SPOTIFY
Qualche notizia dal mondo delle serie.
L'algoritmo che discrimina
E se così fosse stato non ne parleremmo qua
Reboot in arrivo dopo 15 anni
E infatti Collider suggerisce dei miglioramenti
Appunti su una serie che (si spera) arriverà
Strizzacervelli per Jason Segel?
Da leggere canticchiando il motivetto
Ci vediamo la prossima settimana con i nostri consigli della settimana! Se ci vuoi segnalare qualcosa oppure semplicemente lasciare un messaggio relativo a questa newsletter, puoi scriverci all'indirizzo info@filmtv.press. Ciao!
E, come sempre, se Fuori le serie! ti piace, inoltra la mail a un amico appassionato di serie, è facile, ci si iscrive a questo indirizzo. Grazie!