Fuori le serie! - #098: Di cani e di musical, ma sfortunatamente non nella stessa serie
Fuori le serie!
- di Nicola Cupperi -
#098 - Di cani e di musical, ma sfortunatamente non nella stessa serie
Ciao ,
questa è Fuori le serie!, la newsletter di Film Tv che ti segnala tutte le serie che partono, tornano o ricominciano in streaming ogni settimana.
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Una settimana all'insegna della nostalgia per i film Disney di fine anni '80 (Turner e il casinaro - La serie), per i musical di fine anni '40 (Schmigadoon!) e per i condottieri medioevali dei primi anni mille (la seconda stagione di El Cid).
NETFLIX
Heist: rapine incredibili (Usa, 2021)
dal 14/07/2021
Ora. Non è che uno paga Netflix proprio proprio perché può trovarci sopra le serie true crime. Intendo dire che per queste cose qui c'è la tv generalista, la quale per anni e anni ha rimpolpato l'archivio del genere pompando nell'etere ore e ore di programmazione tutta uguale e tutta mirabilmente kitsch su serial killer e compagnia criminale – per dire, è la stessa estetica che la D'Urso ha depredato per il suo più recente programma in prima serata. Se proprio non ti fidi della tv generalista e della qualità delle sue produzioni, e come darti torto, a un certo punto di qualche anno fa sono arrivati anche i podcast e hanno cominciato a sparare fuori una quantità inverosimile di narrazioni tra il cupo e il raggelante, con queste vocione tutte profonde e impostate che su un tappeto inquietante di musica strumentale minimale ti raccontano le peggio cose. Vedi che non c'era tanto bisogno che intervenisse anche Netflix sull'argomento? Perché alla fine ne abbiamo ricavato sempre le solite serie (difficile inventarsi qualcosa di rivoluzionario per il true crime, che in sostanza è Cronaca Vera ma con le foto a colori) solo un po' più pettinate e magari, come questa dedicata ai racconti di persone che a un certo punto della loro vita hanno optato per la carriera da rapinatori, sono messe in mano a gente che se la crede un po' di più rispetto al Tizio Caiotti che filma, monta e chiude tre episodi a settimana per Crime+Investigation. In questo caso c'è di mezzo una piccola casa di produzione già vincitrice di un Oscar, la Dirty Robber, e un regista che può vantare una nomination agli Emmy. Qua si racconta di gente che ruba ai casinò, che prende ispirazione dalle serie tv per farla franca, o che decide di ciularsi tutto il bourbon del Kentucky; e lo si fa tentando di ricalcare la grammatica dell'heist movie cinematografico, solo con persone vere che ricostruiscono le scemenze che li hanno portati in carcere. Forse c'è una qualche forma di catarsi in fondo a tutta questa baracconata.
Beastars (Giappone, 2020)
seconda stagione dal 15/07/2021
Zootropolis è un film tanto bellino. Avete presente? È quel cartone animato che prende la dicotomia base del mondo animale, predatore vs. preda, la inserisce in un contesto sociale, istinto vs. razionalità, e antropomorfizza il tutto giusto per togliere ogni eventuale dubbio sul fatto che si stia comunque allegoricamente trattando di noi esseri umani – si realizza nuovamente, pur se stavolta in contumacia, che le vere bestie siamo noi – anche se sullo schermo sono gli animaletti a parlare e fare cose. Ecco, Beastars fa la stessa cosa. Solo con toni più adulti e con la possibilità seriale di approfondire la questione, i personaggi e i complessi rapporti tra loro. La storia, ambientata nel campus dell'istituto Cherryton e specialmente fra i ranghi della compagnia teatrale della scuola, è quella di Legosi, lupo grigio 17enne che a dispetto dello chassis da sacripante è un ragazzo sensibile che fondamentalmente disprezza i suoi istinti omicidi da carnivoro predatore, non riesce ad accettarli e talvolta fatica a controllarli, vergognandosi di se stesso. Praticamente la storia di ogni pre-adolescente cattolico alla scoperta dell'autoerotismo. Legosi si invaghisce della promiscua, insicura ma volitiva coniglietta Haru. Al contempo, cerca di risolvere il mistero dell'assassinio dell'amico Tem, alpaca che nel frattempo è stato brutalmente assassinato e divorato da uno dei carnivori della scuola, causando tensioni e diffidenze fra i ranghi degli erbivori.
Non ho mai... (Usa, 2020)
seconda stagione dal 15/07/2021
Devi, adolescente di origini indiane, ha un solo pensiero per la testa: che il secondo anno di scuola superiore sia meglio del primo. Non che l'asticella sia particolarmente in alto, dato che il suo esordio nel meraviglioso mondo liceale è culminato con un concerto di primavera durante il quale suo padre è morto di attacco cardiaco e la sua psiche ha reagito con una misteriosa e inspiegabile paralisi. Il secondo anno inizia accompagnato dalla voce narrante di John McEnroe e con tutti gli elementi necessari per cucinare una commedia liceale americana con tutti i crismi, seguendo l'antica ricetta che parte da John Hughes, passa per Mean Girls e arriva fino a Sex Education. Una protagonista super adorabile e un po' sfigata ma alla fine mica tanto – l'esordiente vera Maitreyi Ramakrishnan, scelta tra più di 15mila papabili – che ha una timida cotta per il manzo bello e carismatico di turno, un rapporto complicato con una mamma iperprotettiva, una rivalità impossibile con una cugina apparentemente perfetta, uno scalcagnato gruppo di simpatici amici stramboidi e una nemesi con un metro di puzza sotto il naso. Con una prima stagione archiviata alla grande, e con la brava showrunner e sceneggiatrice Mindy Kaling (The Office e The Mindy Project) che ha dimostrato quanto sia bello distruggere gli stereotipi della commedia liceale americana – qua il cosiddetto brutto anatroccolo è in realtà una fica e fiera da competizione, quasi perfettamente consapevole dei propri talenti e punti di forza, altro che reietta e sfigata solo perché non è la capo-cheerleader e non è bianca – ora è tempo di vedere se la seconda annata ha in serbo qualche altra succosa novità.
PRIME VIDEO
El Cid (Spagna, 2020)
seconda stagione dal 15/07/2021
Pensa che complicato. Siete due carneadi spagnoli di nome Luis Arranz e José Velasco. In televisione avete fatto alcune cose, nulla di che, ma un giorno vi svegliate con un'idea ovvia: c'è ancora un sacco di gente che soffre per la mancanza di Game of Thrones – leggi genericamente: Beautiful nell'alto medioevo – e noi che siamo iberici, in teoria ci avremmo in saccoccia e praticamente pronta da usare una leggenda folkloristica che ha fondato la nostra letteratura e da più di mille anni alimenta narrativa e mito. Insomma, perché non ci siamo ancora messi a scrivere una serie spettacolare su Rodrigo Díaz de Vivar, nato nel 1043 e morto nel luglio del 1099, cavaliere castigliano e signore della guerra, detto Ruy dagli amici e da alcuni cugini ma conosciuto soprattutto come El Cid – Mio signore, dall'arabo al-Sayyid, era il nome che gli era stato assegnato dai musulmani – mentre i cristiani lo chiamavano El Campeador (Il campione) e tutti gli altri che erano troppo impegnati a sopravvivere al medioevo per trovare un soprannome lo conoscevano soprattutto come uno degli eroi della prima parte della Reconquista. Pensa che complicato, si diceva. Hai il materiale di partenza migliore del mondo per fare un nuovo Game of Thrones con in più la Storia (quella vera); solo che per questioni religiose non puoi metterci i draghi sennò finisce che passa l'inquisizione, poi non puoi piazzarci troppe tette o piselli perché alla fine El Cid è un personaggio che conoscono anche i bambini e poi ci parli tu con il Codacons spagnolo, in più i soldi sono quello che sono perché va bene la distribuzione Prime Video, ma i mezzi sono piuttosto normali e buona parte del budget della produzione è andato al premio Oscar Gustavo Santaolalla per una bella colonna sonora epica. Viene fuori che, alla fine, El Cid – storia di un uomo eroico che era eccellente nella caratteristica più fondamentale dell'epoca, ovvero saper fare la guerra – è una cosa interessante, che parla di un tema affascinante e riesce a nascondere i propri limiti puntando su una ricostruzione storica filologicamente molto poco oleografica. Insomma, sangue e merda in abbondanza. Ma è pur sempre il medioevo, cos'altro potevamo aspettarci?
DISNEY+
Turner e il casinaro - La serie (Usa, 2021)
dal 16/07/2021
Roger Spottiswoode è un canadese con un nome eccellente, che sulla carta d'identità alla voce “occupazione” ha scritto: regista da battaglia. È uno che in 36 anni di carriera (non ancora conclusa, daje Roger) è passato dai drammoni con i fotoreporter eroici in Nicaragua (Sotto tiro) ai polizieschi tesissimi con Sidney Poitier (Sulle tracce dell'assassino), passando per film di James Bond buoni ma non eccelsi (Il domani non muore mai), film tutti teneri con i cuccioli d'orsi in pericolo (Il mio amico Nanuk) e biopic di gatti famosi (A spasso con Bob). Spottiswoode è un califfo vero, e non credo abbia mai rifiutato un film che gli è stato proposto con la giusta educazione. Un professionista come si deve. Tanto che nel 1989 – quand'era appena reduce da Sulle tracce dell'assassino (di gran lunga il suo film più riuscito, e anche il più adulto) – accetta senza battere ciglio la proposta Disney (tramite la controllata Touchstone) che lo ricopre d'oro per dirigere un giovane Tom Hanks e un altrettanto giovane (immagino) dogue de Bordeaux nella commedia canina Turner e il casinaro. Film che (di nuovo immagino, non so se esista letteratura al riguardo) ha inaugurato quel sottogenere di commedia buddy cop (ovvero: la strana coppia, ma con i distintivi) in cui i due sbirri comicamente al lavoro sul loro complicato rapporto sono un essere umano e un cane. Lo stesso sottogenere maledetto dal signor che ha fatto la finaccia che si meritava: un improvvido remake italiano di Tequila & Bonetti con Alessia Marcuzzi che fa la poliziotta. Orbene, sono passati ormai 32 anni dai tempi di Turner e il casinaro, e Disney (un po' in ritardo per i suoi standard) ha finalmente deciso che è il caso di tornare a mungere il vecchio successo con una serie sequel al profumo di nostalgia innocua. La storia è quella dell'ambizioso e tutto rigido Scott Turner Jr., figlio del protagonista del film anni '80 e poliziotto (nello specifico: U.S. Marshal) che ci tiene molto alla carriera. Junior non è troppo contento quando si ritrova a ereditare un altro dogue de Bordeaux (nuovamente ribattezzato Hooch, come nel film) che peraltro è anche abbastanza indisciplinato. Cambierà pian piano idea, e ci mancherebbe, quando Hooch si rivela fondamentale per l'indagine che potrebbe portare alla luce la vera verità sulla misteriosa morte di Turner senior.
APPLE TV+
Schmigadoon! (Usa, 2021)
dal 16/07/2021
Così, sulla carta, l'idea di Schmigadoon! flirta con il disastro. Fare nel 2021 la parodia di un musical di Broadway del 1947 (nel '54 diventato anche un film di Minnelli con Gene Kelly, mentre nel '66 si era già trasformato in una serie tv con Peter Falk): insomma, forse bene ma non benissimo. Fare la parodia di un musical del '47 e farla scrivere alla coppia di sceneggiatori che nell'ultima manciata d'anni ha firmato i 3 Cattivissimo me, Pets - Vita da animali e Lorax - Il guardiano della foresta: ancora più insomma. Ma questa è solo la superficie. La vera sostanza è che A) Brigadoon (libretto di Alan Jay Lerner e musiche di Frederick Loewe) è sempre stato un testo leggero, divertente e originale, così spensierato (e così musical) da reggere ottimamente il passaggio del tempo B) Nessuno vieta alla coppia di sceneggiatori dai nomi ragguardevoli Cinco Paul e Ken Daurio di essere segretamente appassionati del genere nonostante una vita spesa a scrivere cartoni animati e infine C) la faccenda è diretta da quel vecchio marpione di Barry Sonnenfeld, veterano di Hollywood a cui si deve la trasposizione cinematografica de La famiglia Addams, è prodotta dal creatore di Saturday Night Live Lorne Michaels, e ha nel cast gente valida come Cecily Strong (alunna di SNL) e Keegan-Michael Key (ex socio comico di Jordan Peele prima che quest'ultimo si desse al cinema e agli Oscar). La vicenda dei due uomini in vacanza che si ritrovano imprigionati in un magico villaggio fuori dal tempo si sposta dalle Highlands scozzesi dell'originale al generico margine di un bosco americano: una coppia in crisi, Melissa e Josh, prende la pessima decisione di risolvere i propri problemi organizzando un viaggio nella natura zaino in spalla. Nel momento esatto in cui stanno per scannarsi definitivamente e con tutta probabilità entrare nel penale, reazione del tutto comprensibile per due borghesucci che improvvisano una vacanza avventurosa per risolvere tensioni di coppia, trovano per caso la fumosa entrata per il paesino di Schmigadoon, un impossibile posto fuori dallo spaziotempo in cui tutto è fermo all'età dell'oro del musical: colori sgargianti, abiti svolazzanti, intonaci brillanti, prati appena tagliati e gente che si esprime solo ballando e cantando. Un incubo fatto e finito. Con l'extra di non poterne uscire finché i due non troveranno il vero amore. Ma come, si chiedono Melissa e Josh; stiamo insieme da un sacco di anni, vuol dire che il vero amore l'abbiamo già trovato no? Chissà. Lo scopriremo solo cantando.
- questa rubrica settimanale esce il venerdì per consigliarti come distruggerti di binge watching intensivo durante il fine settimana -
Non c'è nulla che ti convince, tra le serie di questa settimana? Prova una S01! Una prima stagione da recuperare nel weekend. Questa settimana...
[Netflix]
Jane è un’aspirante giornalista, Kat una provetta social media manager e Sutton un’assistente con la passione per la moda. Le loro strade s’incontrano nella redazione di “Scarlet” e ne nasce un’amicizia indistruttibile, e indispensabile per navigare i propri vent’anni in questi tempi incerti. Son due decenni che si cerca l’erede di Sex and the City, e The Bold Type - passato inosservato in Italia ma con un suo piccolo seguito in Usa - ci va molto vicino. Significativamente, quel che una volta era “scottante” materia da rete via cavo (HBO), ora è scenario generalista su un canale a target teenager (Freeform): naturalmente il sesso e le relative chiacchiere a proposito sono vitali per il terzetto (Jane è inizialmente inesperta, Sutton felicemente libertina, Kat scopre ed esplora la propria bisessualità), ma ancor più lo sono questioni professionali, personali e politiche, che di continuo informano il percorso delle ragazze quanto e più delle relazioni sentimentali. Di Sex and the City, The Bold Type (il titolo è un gioco di parole tra i caratteri tipografici e quelli, audaci, delle sue eroine) acciuffa anche la dimensione di confortante fantasia: si muove in una Manhattan lucida e glamour, da giornale di moda (appunto), e in un universo editoriale del tutto irreale, tra ampie redazioni iper tecnologiche, fornitissimi buffet d’ufficio, galà di lavoro ogni due per tre, coperture sindacali e generosi stipendi da freelance. Ma fa perfettamente parte del patto con lo spettatore, e dell’equilibrio sui cui cammina la serie con l’apparente semplicità di una ballerina: è spesso didattica senza essere paternalista, empowering senza suonare quasi mai forzata, ottimista senza sembrare ingenua. Dici poco.
Alice Cucchetti
[pubblicata su Film Tv n° 07/2021]
EXTRA
Pilota è un podcast sulle serie tv realizzato da Alice Alessandri, Alice Cucchetti e Andrea Di Lecce grazie alla piattaforma Querty. Abbiamo pensato di riascoltarlo dall'inizio insieme ai lettori di questa newsletter, proponendone un episodio ogni settimana.
Pilota 3X04 - Alla fine del 2018 arrivano finalmente 2+2 pilot che subito vengono intercettati da Alice e Alice. In assenza di Andrea ma con le special guest star Federica Bordin e Matteo Scandolin: cosa ne sarà venuto fuori? - CLICCA QUI e ASCOLTA su SPOTIFY
Cannes sta per terminare e le news legate a recensioni e resoconti stanno per essre sostituite da previsioni e pronostici (anche i nostri, a breve). Intanto, qualche novità dal mondo delle serie.
Netflix non ne ha mai abbastanza.
Lo spinoff mancato di Law & Order.
Ricordate il film prequel dei Soprano? Ecco cosa ne pensa(va) l'attore che ha interpretato Silvio Dante.
A Tom Hiddleston Loki è piaciuto, eccome.
E ancora a proposito dei Soprano, essere pagati per non recitare.
I vampiri più irrefrenabili degli Stati Uniti provano la realtà virtuale.
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